24 - Abbandono

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ISAAC's POV


La fuga continua dei giorni successivi alla mia seconda separazione da T/N fu la più difficile della mia intera esistenza, soprattutto per via della neve che rendeva il mio passaggio molto più semplice da individuare per la polizia e i loro fastidiosi cani. Intuii che avessero molte informazioni su di me e da quando ero scappato dalla clinica abbandonata vicino alla struttura in cui risiedeva T/N, avevano reso le mie ricerche ancora più serrate chiedendo anche la collaborazione dei cittadini. Ovviamente evitavo il più possibile le strade se non era strettamente necessario e mi limitavo a rimanere nei boschi intorno alla città in attesa di T/N.

In quel periodo pensai più volte di tornare da quel dannato prete e accettare la sua proposta, ma non potevo sparire dal mondo esterno senza sapere come stesse la ragazza. Mi bastava saperla al sicuro e sarei subito andato dall'uomo; far calmare le acque per poi rincontrare T/N mi sembrava la scelta giusta al momento, anche se ci sarebbero voluti anni. Non volevo metterla nuovamente in pericolo ed ero certo che lei avrebbe capito.

Mi infastidiva tremendamente il fatto di aver abbandonato la maggior parte delle mie cose durante la fuga, anche la coperta che mi aveva regalato T/N il giorno di natale, ma era troppo rischioso tornare sui miei passi per riprendermela. Tutti quegli oggetti li avevo recuperati con lei nel corso degli anni e l'idea di averli persi mi infastidiva non poco dato che erano carichi di un significato tutto loro. Mi ero comunque arrangiato rubando in alcune case nei paesi circostanti alla città ed ero riuscito a recuperare uno zaino, una torcia, una coperta abbastanza spessa e del cibo che mi avrebbe permesso di sopravvivere per alcune settimane. Mi muovevo solo di notte, in modo da non attirare troppo l'attenzione e dormivo poche ore durante il giorno, le cui temperature erano assolutamente più accettabili, trovando riparo in luoghi lasciati a loro stessi da molto tempo.

Con mio grande sforzo, in quei pochi giorni appena trascorsi, ero riuscito a non uccidere nessuno e trattenevo come potevo il bisogno di sfogare i miei istinti. Fare qualcosa di simile avrebbe comportato le attenzioni della polizia ed io avevo tutte le intenzioni di rimanere in zona per carpire qualche informazione sulla ragazza. In più, mentirei a me stesso se dicessi che non mi sarebbe piaciuto renderla felice in tal senso; sapevo che ci teneva a far cessare quel mio vizio e mi sarebbe piaciuto vedere il suo sorriso sornione mentre mi diceva quanto fosse orgogliosa di me. Non vedevo l'ora di rivederla per poterglielo dire. Nonostante ciò era parecchio difficile trattenermi quando mi ritrovavo davanti alle espressioni rilassate delle mie potenziali vittime intente a dormire quando mi intrufolavo nello loro case per rubare il necessario al mio sostentamento, ma mi sforzavo il più possibile e uscivo di soppiatto stringendo i denti e il coltello tra le dita. Volevo farcela.

In quel momento mi trovavo nascosto in una vecchia struttura in pietra collocata in un bosco sparso su una collina da cui era ben visibile un piccolo gruppo di case poco distante e mi strinsi nella coperta attendendo che il suono del via vai delle auto cessasse, annunciando l'arrivo dell'ora tarda. Sospirai stringendomi nella coperta per via del freddo ed afferrai una scatoletta di tonno per poi aprirla con un gesto veloce. Ne sgocciolai l'olio nell'angolo della stanza e, nonostante le dita sporche, iniziai a mangiare. Quando ebbi concluso il mio misero pasto, gettai quello che ne rimaneva a terra e cinsi meglio la coperta intorno alle spalle poggiando la schiena al muro.

Dopo pochi minuti percepii gli occhi farsi pesanti, complici le pochissime ore di sonno che mi ero permesso dal giorno della mia fuga, ed appoggiai lentamente la testa alla parete in pietra dietro di me. Persi qualche secondo ad osservare il soffitto composto da delle logore assi di legno su cui si trovava ancora della paglia da chissà quanto tempo e il mio pensiero corse subito a T/N. Senza di lei la mia vita era una noia mortale. Era assurdo pensare quanto avesse riempito la mia esistenza senza che me ne fossi accorto e l'unica cosa in cui speravo era che fosse al sicuro e che stesse bene. Mi mancava terribilmente; lei e il suo dannato sorriso.

Grace and Rain - Zack (Isaac Foster) x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora