T/N's POV
"Dimmi se ho capito bene." parlò il poliziotto seduto a fianco del letto di ospedale in cui mi trovavo. "Vorresti dirmi che quel ragazzo ti ha costretto a seguirlo in tutti questi anni? Perché?"
"Esatto." confermai. "Q-Quando ci siamo conosciuti da piccoli ero...ero una bambina molto fragile e quando ha ucciso i due proprietari dell'orfanotrofio non sapevo cos'altro fare se non seguirlo. Quando sono cresciuta però...lui non voleva che me ne andassi. Non so il motivo. Quando si allontanava di notte mi legava per non farmi scappare."
Mentre recitavo quella lunga serie di falsità, mi ritrovai quasi a sorridere per l'ironia della situazione. Isaac, che detestava le bugie dal profondo del suo cuore, mi aveva ordinato di mentire per non rimanere coinvolta nei suoi errori. Se questo non era sincero e profondo affetto da parte sua non riuscivo ad immaginare cos'altro fosse.
Poche ore prima ero stata portata in ospedale e subito dopo in un posto chiamato 'sala operatoria' da dei dottori molto preoccupati dal mio stato di salute, dopodiché avevo perso conoscenza cadendo in un sonno profondo. Al mio risveglio mi trovavo in una stanza dalle pareti particolarmente chiare e senza crepe mentre scoprii che uno dei miei polsi era stato ammanettato alla sponda in ferro del letto. I due poliziotti erano seduti accanto a me in attesa che mi svegliassi e non appena aprii gli occhi mi riempirono di domande. Ero stanca e la febbre attanagliava ogni fibra del mio corpo, ma non potevo negar loro delle risposte.
"E quando eri tu che andavi a prendere da mangiare?" chiese l'uomo.
Quella domanda mi spiazzò ma la ricollegai alla volta in cui mi avevano notato quando ero uscita a recuperare del cibo. La stessa notte in cui Isaac aveva sterminato quei poliziotti davanti alla stalla in cui ci eravamo nascosti e mi aveva inseguito in preda alla rabbia pensando che gli avessi mentito. La prima ed unica volta in cui aveva perso le staffe con me.
"Lui...mi controllava. Mandava me perché non voleva esporsi, ma ero sempre seguita da lontano. Un qualunque passo falso e mi avrebbe uccisa, capisce?" domandai cercando di interpretare la mia migliore versione di voce vicina al pianto, il che non fu affatto difficile data la paura e l'ansia dovuta all'assenza di Isaac e al malessere costante che percepivo. "Io...Io avevo tanta paura."
"E cosa mi dici del nome del ragazzo? Lo sai?" chiese l'uomo sotto lo sguardo attento del suo collega.
"Lui...mi ha sempre detto di chiamarsi Zack."
"Capisco." sospirò prendendo appunti sul suo taccuino. "Ora dimmi, sapevi cosa facesse Zack quando usciva di notte?"
"All'inizio no." risposi. "Poi una volta è tornato coperto di sangue e ho cominciato a capire. Io non c'entro niente con questa storia, glielo posso giurare...Io...non volevo morire, e non era assolutamente mia intenzione aiutarlo, ma non..."
"Va bene così." mi interruppe il poliziotto alzandosi dalla sedia. "Verrai sorvegliata ventiquattr'ore su ventiquattro e, non appena starai meglio, sarai prelevata e scortata in centrale per una dichiarazione dettagliata. Per ora riposati."
"C-Certo."
Nei giorni seguenti mi fecero visita moltissimi medici ed infermieri, parecchi poliziotti ed una donna che diceva di essere un avvocato, un titolo che non avevo mai sentito nominare in vita mia. Quest'ultima fu molto comprensiva e gentile, e mi disse che mi avrebbe aiutato per tutte le cose che avrei dovuto affrontare nel periodo che sarebbe iniziato da lì a poco. Le sorrisi ringraziandola, ma la sua presenza non era nulla rispetto a ciò di cui avevo davvero bisogno.
Iniziai anche delle sedute da un certo 'psicologo', un'altra occupazione che non conoscevo. Mi disse che avrei dovuto raccontare anche a lui la mia versione dei fatti, soffermandomi soprattutto su come mi sentissi al riguardo. Con tutte le figure che incontrai, feci qualunque cosa in mio potere per interpretare il ruolo di vittima spaventata per non rimanere coinvolta e per mantenere la mia tacita promessa con Isaac.
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Grace and Rain - Zack (Isaac Foster) x Reader
ФанфикCosa porta un essere umano a perdersi nei meandri della propria mente? Può l'unica persona al mondo di cui ti fidi toccare il fondo senza che tu abbia modo di salvarlo? (Tutti i personaggi rappresentati in questa storia sono maggiorenni.)