Caddi rovinisamente ancora sulla neve. Sentii il gelo sulla mia faccia e mi rialzai immediatamente. Dietro vidi Asia soffocare una risata.
-Ti diverti, eh?- dissi guardandola male. Mi rimisi a posto gli scii e il beretto. Lei finalmente rise.
-Mi dispiace... ma fai troppo ridere!-
All'improvviso passò qualcuno. Aveva il giubbotto rosso e usava uno snowboard. Valentino.
-L'ennesima caduta?- chiese anche se in verità era più un'affermazione. Sbuffai e guardai da un'altra parte.
-Che permalosa, non volevo prenderti in giro- disse ma c'era ovviamente una nota di scherno. Me ne andai indignata fino in cima per fare un'altra sciata e a dimostrare a tutti che ero capace di sciare.
Cominciai a sciare ma qualcosa andò storto. Mentre ero arrivata fino al pendio, non riuscii a frenare. Stavo andando troppo veloce. Uscii dal percorso e urlai aiuto. Scendevo velocissima, come un razzo, e cercavo di fermarmi con gli scii.
-Aiuto! Per la miseria, c'è una persona che sta per precipitare!- gridai per farmi sentire. Spalancai gli occhi. Davanti a me c'era un dirupo. Oh no. Pregai tutte le preghiere che conoscevo, augurai che almeno andassi in paradiso e chiusi gli occhi.
-Stupida, prendi la mia mano!-
Il mio cuore fece un sussulto. Vidi accanto a me Valentino con il suo snowboard che tendeva la mano. Con la disperazione cercai di afferrare la sua mano. Il primo tentativo non la presi e persi uno scii. Persi l'equilibrio e barcollai. Il dirupo, intanto, era davanti a noi.
-E che cavolo!- sentii impreccare Valentino. Di colpo Valentino mi scansò con tutta la forza che aveva lasciando lo snowboard. Ci ritrovammo uno sopra l'altra sulla neve che aveva attuito la caduta.
-Tutto bene?- mi chiese lui alzandosi. Io ero diventata rosso come un pomodoro.
-S-sì- balbettai. Valentino si raddrizò poi mi guardò arrabbiato.
-Possibile che devi sempre cacciarti nei guai?! Stavi per cadere in un dirupo! Rischiavi di romperti l'osso del collo!- mi sgridò come una madre. Io con prontezza ribbatei subito.
-Sì ma sono ancora viva come vedi-
Lui mi fulminò con lo sguardo e io sostenni il suo sguardo.
-Adesso ritorniamoce a casa. Ho voglia di zuccheri e qualche vitamina- disse dandomi di spalle. Non avrei mai capito il suo modo di esprimersi.
Cercai di alzarmi ma subito gemetti dal dolore. Valentino andò subito in mio soccorso.
-La caviglia..- mormorai. Una slogatura alla caviglia, molto probabilmente. Valentino prese il mio braccio e lo mise sopra il suo collo. Mi trascinò così fino a quando raggiunse Asia che mi aiutò anche lei preoccupata. Arrivammo a casa dove Valentino con mani esperte mi fasciava la caviglia. Lo fissavo un po' incantata e mi accorsi che le mani iniziavano a sudare e le gambe cedere. Mi diedi un piccolo schiaffo. Non dovevo fare la stupida.
-Stai bene?- chiese alla fine. Io guardai il lavoro finito. Era stato proprio bravo.
-Sì grazie. Senza di te adesso sarei all'ospedale- disse cercando di reprimere l'orgoglio. Lui fece un finto sospiro.
-Cosa faresti senza di me- e sorrise. Era troppo carino quando sorrideva. Ok, non potevo continuare così.
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Amore a Natale
RomanceAnna ha quindici anni, vive in una città allegra, e spera di incontrare un bel ragazzo. Un giorno le sue speranze si esaudiscono incontrando Valentino, un sedicenne normale che ha il sogno di diventare uno scienziato. La prima impressione dei due no...