28/12/14

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Caddi rovinisamente ancora sulla neve. Sentii il gelo sulla mia faccia e mi rialzai immediatamente. Dietro vidi Asia soffocare una risata.
-Ti diverti, eh?- dissi guardandola male. Mi rimisi a posto gli scii e il beretto. Lei finalmente rise.
-Mi dispiace... ma fai troppo ridere!-
All'improvviso passò qualcuno. Aveva il giubbotto rosso e usava uno snowboard. Valentino.
-L'ennesima caduta?- chiese anche se in verità era più un'affermazione. Sbuffai e guardai da un'altra parte.
-Che permalosa, non volevo prenderti in giro- disse ma c'era ovviamente una nota di scherno. Me ne andai indignata fino in cima per fare un'altra sciata e a dimostrare a tutti che ero capace di sciare.
Cominciai a sciare ma qualcosa andò storto. Mentre ero arrivata fino al pendio, non riuscii a frenare. Stavo andando troppo veloce. Uscii dal percorso e urlai aiuto. Scendevo velocissima, come un razzo, e cercavo di fermarmi con gli scii.
-Aiuto! Per la miseria, c'è una persona che sta per precipitare!- gridai per farmi sentire. Spalancai gli occhi. Davanti a me c'era un dirupo. Oh no. Pregai tutte le preghiere che conoscevo, augurai che almeno andassi in paradiso e chiusi gli occhi.
-Stupida, prendi la mia mano!-
Il mio cuore fece un sussulto. Vidi accanto a me Valentino con il suo snowboard che tendeva la mano. Con la disperazione cercai di afferrare la sua mano. Il primo tentativo non la presi e persi uno scii. Persi l'equilibrio e barcollai. Il dirupo, intanto, era davanti a noi.
-E che cavolo!- sentii impreccare Valentino. Di colpo Valentino mi scansò con tutta la forza che aveva lasciando lo snowboard. Ci ritrovammo uno sopra l'altra sulla neve che aveva attuito la caduta.
-Tutto bene?- mi chiese lui alzandosi. Io ero diventata rosso come un pomodoro.
-S-sì- balbettai. Valentino si raddrizò poi mi guardò arrabbiato.
-Possibile che devi sempre cacciarti nei guai?! Stavi per cadere in un dirupo! Rischiavi di romperti l'osso del collo!- mi sgridò come una madre. Io con prontezza ribbatei subito.
-Sì ma sono ancora viva come vedi-
Lui mi fulminò con lo sguardo e io sostenni il suo sguardo.
-Adesso ritorniamoce a casa. Ho voglia di zuccheri e qualche vitamina- disse dandomi di spalle. Non avrei mai capito il suo modo di esprimersi.
Cercai di alzarmi ma subito gemetti dal dolore. Valentino andò subito in mio soccorso.
-La caviglia..- mormorai. Una slogatura alla caviglia, molto probabilmente. Valentino prese il mio braccio e lo mise sopra il suo collo. Mi trascinò così fino a quando raggiunse Asia che mi aiutò anche lei preoccupata. Arrivammo a casa dove Valentino con mani esperte mi fasciava la caviglia. Lo fissavo un po' incantata e mi accorsi che le mani iniziavano a sudare e le gambe cedere. Mi diedi un piccolo schiaffo. Non dovevo fare la stupida.
-Stai bene?- chiese alla fine. Io guardai il lavoro finito. Era stato proprio bravo.
-Sì grazie. Senza di te adesso sarei all'ospedale- disse cercando di reprimere l'orgoglio. Lui fece un finto sospiro.
-Cosa faresti senza di me- e sorrise. Era troppo carino quando sorrideva. Ok, non potevo continuare così.

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