30/12/14

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La neve mi percorse tutto il corpo e mi copriva la vista. Tuttavia ero arrabbiata. Troppo arrabbiata per badare al freddo. Camminavo nella bufera incurante di tutto, senza pensare. Ero infuriata con Valentino, non volevo più rivederlo. In questi ultimi momenti io, lui e Asia eravamo diventati delle sanguisughe. Praticamente passavamo sempre il tempo insieme dal giorno precedente. Ogni momento, ogni istante… io mi innamoravo sempre più di lui. Praticamente ero cotta a puntino. Dovevo ammetterlo prima o poi a me stessa, perché era ormai evidente: Valentino mi piaceva. E anche tanto. Le lacrime iniziarono a salire. Io le asciugai con rabbia ma le lacrime venivano fuori da sole, incontrollabili.

Sono dietro alla porta. Non oso bussare perché voglio origliare la conversazione tra Valentino  e Asia. Lo so che è sbagliato ma ho appena sentito il mio nome, quindi voglio sapere.
-Dovresti confessarle i tuoi sentimenti- disse Asia rivolta al cugino. Valentino contrae la fronte.
-Ma di che parli?- chiede brusco. Asia alza gli occhi al cielo.
-Di Anna, ovvio. Si vede che ti piace
-Ma che blateri- dice subito Valentino infastidito. Asia lo guarda seria.
-Lei non mi piace. Anzi, la odio. La detesto con tutto il mio cuore. E’ fastidiosa, parla troppo e non si fa gli affari suoi. Come mi potrebbe piacere una persona del genere?
Valentino parla con tanta fretta ed evita lo sguardo di Asia. Sento gli occhi farsi umidi ed una morsa nello stomaco. Scappo facendomi sentire da Asia e Valentino. Lui mi corre dietro ma io sono più svelta. Prendo il giubbotto ed esco. L’ultima cosa che sento è Valentino che mi chiama mentre sbatto la porta.

Non ce la facevo più. Piansi senza ritegno con il cuore spezzato. Lo sapevo di essere una ragazza fastidiosa impicciona e chiacchierona, va bene? Ma odiavo sentirmelo così chiaramente, anche se parlava con un’altra persona. Odiavo sentirmi così disprezzata, odiata dalla persona che mi piaceva da pochi giorni. Ero una stupida, pensai. Piangere per una stupida cotta non ne valeva proprio la pena. Ma in fondo al mio cuore qualcosa diceva che era più di una semplice cotta. Ero completamente innamorata di lui. Mi piaceva il suo aspetto, mi piaceva anche quando faceva pure l’arrogante e anche quando si emozionava mentre parlava dei suoi esperimenti. Erano piccole cose che mi ero accorta solo pochi momenti fa, esattamente quando Valentino mi aveva deriso davanti ad Asia.
Dovevo aspettarmelo, invece. Che cosa dovevo pretendere da uno come lui? Che ricambiasse? No, certo che no. Era già tanto che fossimo quasi amici, figuriamoci fidanzati. Continuai a camminare vedendo davanti a me solo pini e neve. Forse era meglio tornare a casa. In quel momento però capii di quanto fossi stata stupida a scappare così. Mi ero persa. Non sapevo come ritornare.
-C’è qualcuno?- chiesi stupidamente. Ovvio che non c’era nessuno. Ero nel bel mezzo di una bufera.
-Vi prego, qualcuno mi aiuti!- gridai ancora. Nessuna risposta.
Mi accasciai per terra, sulla neve. Era finita. Mi immaginai la prima pagina del giornale che diceva che una ragazza di nome Anna era morta per una delusione d’amore nella neve. Almeno qualcuno si sarebbe ricordato di me.
Sentii all’improvviso qualcosa. Scossi la testa. Stavo diventando pazza, sul serio. Poi lo risentii di nuovo. C’era qualcuno che abbaiava. Mi rialzai di scatto e da lontano vidi delle ombre. Corsi verso di loro e vidi Briciola saltarmi addosso.
-Briciola! Mi hai salvata
Poi alzai lo sguardo calmando il mio cane. C’era Valentino che mi guardava freddo.
-Ehm… grazie- mormorai togliendomi il respiro. Probabilmente mi vedeva come una frignona, un’idiota.
-Idiota che non sei altro! Hai fatto preoccupare tutti! Quante volte devo ripeterlo, eh?! Non sei stupida!- gridò lui. Mi arrabbiai anch’io.
-Be’, per te io sono una stupida. E comunque qui l’idiota sarei tu!- urlai frustata. Non ne potevo più di lui. Valentino disse niente e si girò, dandomi ancora per le spalle. Iniziò a camminare. Ed io lo seguii con Briciola in silenzio, mentre lo fissavo furibonda.

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