Claire continuò a ballare su quel palo con su un sorriso furbo, che mascherava del tutto la tristezza della sua vita. Ormai, la sua esistenza girava intorno a quel palo quasi fosse uno scherzo per la vita che conduceva. A mala pena arrivava a fine mese e, le mance che le lasciavano, venivano divise a metà con il padrone del locale, trovandosi ogni santa volta a non avere nulla. Mangiava quando se la sentiva nella speranza di risparmiare il più possibile. L'appartamento dove stava, lo divideva insieme ad altre dolcissime ragazze che, come lei, si erano trovate a fare la misera vita da ragazza di pole. Guardò il ragazzo dritto negli occhi, l'ennesimo della serata e si stupì di vederlo agitarsi in modo impacciato e quasi vergognoso. Probabilmente era stato costretto dagli amici e non si meravigliò quando il ragazzo spostò lo sguardo altrove. Sapeva di essere una bella ragazza, alta, magra, le forme al posto giusto e qualche kilo in meno dovuto al non mangiare. Non aveva scelto quella vita sicuramente per sfoggiare il suo corpo ma quello aveva semplicemente aiutato il processo. La canzone finì e con nonchalance scese dal palco tornando negli spogliatoi per cambiarsi, era arrivata l'ora per gli incontri privati.
"Sbrigati, c'è un gruppo di piloti che ti aspetta alla due. Sono importanti, non fare guai", il capo parlò tranquillo mentre lei si spogliava della sua lingerie e se ne metteva dell'altra. Il pudore in quell'ambiente non esisteva e, a volte, non erano mancati nemmeno gli atti poco consoni.
La prima volta che le era successo aveva pianto per l'intero tragitto sino a casa, non era la vita che si era immaginata ma era l'unica che le permetteva di vivere per lo meno lontana da casa .
Camminò piano lungo il corridoio, sospirando piano prima di abbassare la maniglia della stanza numero due.
"Salve signori, mi avete cercato?" la finta piena di sé funzionava sempre alla perfezione e ogni volta un frammentino di lei andava via, lasciando spazio ad un'anima apatica e vuota. I ragazzi, quasi tutti giovanissimi si girarono verso di lei strabuzzando gli occhi alla vista di quel corpo poco coperto, se non dalla lingerie di pizzo bianco in contrasto con la sua pelle scura dovuto alle lampade che era obbligata a fare.
"Facci divertire bambola, sei qui per questo, no?", un ragazzo dai capelli chiari parlò facendo un ghigno quasi compiaciuto. Li guardare per bene, cercare di trarre ogni dettaglio di quei quattro ragazzi seduti di fronte a lei, poteva dire con certezza che non superassero i trent'anni. La musica sensuale era appena cominciata e, quasi come un'automa si muoveva ancheggiando i fianchi. Aveva gli occhi chiusi, non solo per apparire più sensuale ma anche perché non aveva davvero le forze di affrontare quella notte ancora estremamente lunga per lei. Quello che stava facendo lo sentiva così sbagliato e non da lei che ormai cercava di non pensarci affatto. Il luogo in cui lavorava era talmente squallido che, anche se le ragazze venivano toccate, non succedeva nulla e le palpate erano all'ordine del giorno. Il padrone del locale era il primo ad allungare le mani e quando a lui si aggiungevano anche i suoi amici le situazioni degeneravano in un batter d'occhio.
"Sei brava bambolina", il ragazzo dagli occhi color ghiaccio parlò ancora una volta sogghignando, sembrava essere l'unico davvero interessato allo spettacolino. Claire si mosse piano verso il ragazzo biondo, "infondo sono qua per questo, no?", continuò sussurrando ad un palmo dalla faccia del ragazzo moro, con dei lineamenti asiatici.
Non poteva negarlo, era un bel ragazzo, ne vedeva tanti durante le serate ma qualcosa in lui l'aveva colpito. Poteva capirlo anche da lontano quanto si sentisse a disagio lì dentro, non tutti erano propensi a passare la serata in quei posti poco raccomandabili. Continuò a ballare senza togliere lo sguardo dal moro, i fianchi magri ondeggiano a ritmo di quella musica lenta e sensuale e le mani si appoggiavano al palo di tanto in tanto. A canzone finita Claire si sedette in mezzo ai piloti, non sapeva nulla di macchine, tanto meno dei piloti. Ricordava poco quando, da piccola, il nonno guardava le corse alla tv, seduto sul grande divano di pelle nera. Le domeniche pomeriggio, quell'appuntamento era sacro, con il cappellino della sua scuderia preferita e una birra in mano, che sorseggiava ogni tanto. Un po' le mancava, la sua vecchia vita, le giornate passate a scuola e quelle passate insieme alle amichette, la famiglia. Gli abbracci, i dolci baci di nonno Adam, sempre pronto ad accoglierla e ascoltarla. Per un attimo guardò la A tatuata sul suo polso, più ci avrebbe pensato e più avrebbe fatto male.La serata continuò, dopo di lei arrivò qualche altra sua collega continuando quello spettacolo che lei non vedeva l'ora che finisse. Era stanca, avrebbe di gran lunga voluto dormire per giorni e svegliarsi in una vita in cui lei non era nulla di quel che stava facendo in quel momento.
Come se il ragazzo moro, ancora senza nome, le avesse letto nel pensiero, parlò dicendo che sarebbe stato meglio andare via, dato che il giorno successivo doveva gareggiare.
"Oh Alex, goditi la vita ragazzo mio. appena andiamo vi da qui, non credo potrai divertirti ancora così", così tornò a sedersi sul divanetto cercando un una nuova posizione comoda.
Ora sapeva il suo nome, Alex, gli si addiceva alla grande. la faccia da bimbo cresciuto gli donava un non so chè di tenero e gli occhi leggermente a mandorla gli davano fascino.
Alex sbuffò e poi puntò gli occhi su Claire, non poteva di certo negare quanto fosse bella, quella bellezza che poche persone possono avere davvero. Quando si era seduta, poco prima, aveva visto come si fosse messa a guardare quel piccolo tatuaggio nella parte interna del suo polso.
Avrebbe voluto chiederle cosa significasse, come uno scherzo del destino era la sua stessa iniziale e voleva sapere la storia dietro quella lettera, ormai incisa su pelle. Ma non era quello il momento e sapeva che non lo sarebbe stato mai. Sarebbe stata la prima e l'ultima volta ad entrare in uno strip club e se non fosse stato per Max, che ora si stava godendo l'ennesimo balletto delle ragazze, non sarebbe successo anche quella volta. Ancora si chiedeva perché avesse dato ascolto al suo compagno di squadra quando gli aveva chiesto un posto dove poter festeggiare la sua prima pole position.
Le vite di Claire e Alex non si sarebbero incrociate mai più, ogni tanto entrambi tornavano a pensare a quella sera ma nessuno dei due aveva osato cercare l'altro. insomma erano troppo diversi anche solo per poter provare ad essere amici.
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One Shot, Moments
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