Loren continuò a camminare piano tra le strade di Woking senza tanta fretta. La scuola era finita pochi atti i prima e non aveva davvero voglia di tornare a casa sua e sentire i suoi genitori strillare, da quando era iniziata la pandemia sembrava essere scattato qualcosa nelle menti dei due, si urlavano dalla mattina alla sera, incolpandosi a vicenda su cose che solo loro riuscivano a capire. Aveva deciso di non stare nei dormitori per stare più vicino ai genitori ma sembrava essere stata una brutta idea.
Mentre camminava alzò gli occhi al cielo, avrebbe iniziato a piovere a momenti e lei, come ogni santa volta, si era scordata l'ombrello, cosa improponibile per un inglese.
Il telefono le prese a squillare e senza rendersene nemmeno conto staccò la musica e accettò la chiamata, probabilmente era solo sua madre che le chiedeva se stesse tornando.
"Hey baby", la voce di Lando la fece sorridere. Non si erano sentiti molto per via degli impegni di entrambi ma cercavano sempre di trovare qualche momento per passarlo insieme, anche solo in silenzio a guardarsi negli occhi.
"Hey, sono praticamente fuori casa tua. Sei a casa vero?", era solita chiedere se fosse a casa o meno ma quel giorno aveva iniziato a camminare verso casa del ragazzo senza nemmeno pensarci troppo. Avrebbe cenato da lui e poi gli avrebbe chiesto di accompagnarla a casa, prima che la madre diventasse isterica.
"Certo che sono a casa, sono appena arrivato. Non pensavo stessi venendo qui". Loren lo sentì armeggiare con il nuovo giocattolo, una batteria nuova di zecca era stata messa in salotto, senza insonorizzazione la stanza. Era sicura che i vicini avrebbero bussato alla sua porta più di quanto non lo facessero quando impostata la musica troppo alta, dimenticandosi di vivere sulla terra. Rise, immaginadolo seduto davanti a quei tamburi e piatti, pronto a far crollare la casa, "lo so, scusa. Ma i miei oggi hanno deciso di litigare e non ce la faccio più", si passò una mano sugli occhi come a voler scacciare la stanchezza una volta per tutte. Sapeva che sarebbero arrivati ad una sola conclusione e il divorzio sembrava ormai imminente, così forse, tutto sarebbe finito.
"Oh, ok. Dove sei ora, devo passare a prenderti? Sta per diluviare, non nego che sei carina quando sei bagnata, ma non voglio che ti ammali", Lando la prese in giro bonariamente ma lei lo rassicurò che mancavano pochi metri affinché la sentisse suonare il campanello, era letteralmente dietro l'angolo.
Una volta arrivata, buttò la borsa sul divano appendendosi come un koala al corpo del ragazzo. Erano giorni che non si sentivano e le era mancato così tanto da farle mancare il respiro, "scusa, ti ho riempito di trucco la maglietta", strofinò la mano sulla chiazza chiara dovuta al fondotinta. Lando rise e piano le tolse le mani, sarebbe dovuta finire in lavatrice entro la giornata quindi non era successo nulla di grave.
La guardò, il trucco era sempre perfetto, sapeva che lo faceva per se stessa e non per farsi piacere dagli altri, da quando l'aveva conosciuta aveva capito che, quando qualcosa non le piaceva non ci sarebbe stato nulla a farle cambiare idea.
"Hai fame", le chiese dopo averle lasciato un bacio sulla fronte. La vide negare negare con la testa, "ho mangiato con Carol, tipo un'ora fa perché eravamo in ritardo con un progetto. Voglio solo rilassarmi", buttò la testa all'indietro coricandosi sul divano. Chiuse gli occhi, Lando aveva capito essere una giornata no, così le baciò la mano e la accarezzò piano, cercando di trasmetterle quanto più amore possibile.
"Ho visto la live ieri, ti sei fatto male?", ora era il suo turno di prenderlo in giro. Mentre studiava per gli ultimi test del semestre, aveva deciso di tenere la live di twitch a basso volume, aveva deciso di fare una pausa proprio nel momento in cui lui, pronto a mandare la palla in buca, aveva dato una testata al muro senza accorgersene. Aveva visto la scena più volte finendo per ridere ogni volta.
Lando rise, "sì, poi il vr mi ha dato il colpo di grazia".
Loren non poté far altro che tornare ad abbracciarlo, c'era qualcosa in quel gesto che riusciva sempre a calmarla, non riusciva nemmeno a spiegare come.
Passarono i minuti, Lando non aveva smesso un attimo di accarezzarle la nuca facendola rilassare ancora di più, si era addormentata senza rendersene conto.
"Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita", le sussurró piano dopo averla messa bene sul divano, mettendo una coperta sopra di loro.
Per non disturbarla aveva preso il telefono mettendosi a guardare qualche video a basso volume, rispondendo a qualche messaggio da parte delle solite persone.
"Scusa mi sono addormentata", biascicò mentre si stiracchiava sopra di lui, aveva dormito per quasi un'ora.
"Non fa nulla, lo sai che quando ci sei tu mi va bene qualsiasi cosa", la baciò.
Loren si alzò andando a cercare dell'acqua e quando tornò vide Lando seduto davanti alla batteria, in pochi attimi iniziò a battere ritmicamente le bacchette per poi farlo sui tamburi. D'istinto lei chiuse gli occhi per il rumore facendolo ridere, "ti da fastidio?", si fermò, seriamente preoccupato che tutto quel rumore le desse fastidio.
Loren scosse la testa sedendosi per terra di fronte a lui, portò le gambe al petto e appoggiò la testa sulle ginocchia, lo avrebbe guardato per ore senza mai stancarsi, "no. Ti posso guardare?".
Il ragazzo iniziò a suonare l'unico accordo che sapeva, batteva il piede a ritmo e ogni tanto sbatteva le bacchette sui piatti, era talmente concentrato in quello che stava facendo da non rendersi conto che Loren aveva iniziato a registrare un video, che sarebbe sicuramente finito nelle storie di instagram.
Loro erano così, potevano stare ore senza parlare dicendosi tutto e passare interi pomeriggi a parlare ininterrottamente.
Dopo qualche minuto Lando si fermò, "come sono andato?", le sorrise avvicinandosi. Le baciò la testa e si sedette vicino a lei, avevano il divano ma il pavimento sembrava più comodo.
"Bene, credo. Non so come funzioni", indicò gli strumenti alzando poi le spalle. A mala pena aveva imparato ad usare il flauto durante le ore extra scolastiche.
Lando rise, fece aderire la schiena di lei al suo petto accarezzandole i capelli, facendola rilassare ancora una volta. Sarebbe voluto rimanere così per sempre.
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One Shot, Moments
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