Ormai mi ero rassegnato all'idea di essere totalmente impazzito, ma prima volevo sistemare definitivamente quella faccenda. Avrei liberato quelle anime e distrutto quella creatura abominevole a qualsiasi costo. Il volto del commesso/venditore apparve sullo schermo e i suoi occhi rosso fuoco mi fissarono malignamente.

«Sei soltanto un povero idiota se credi di potermi sconfiggere. Voi uomini siete orribilmente ridicoli, pensate sempre di poter sempre salvare il mondo. Quando la tua anima mi apparterrà, la spremerò di tutta la sua sofferenza e finalmente potrò uscire dall'involucro che mi contiene. Quell'uomo che hai visto oggi è soltanto il mio ospite, un involucro inutile. Indovina un po' dov'è la sua anima?»

Apparve un viso decisamente diverso del commesso/venditore, senza occhi rossi e lo strano sorriso. In un attimo il demone lo inghiottì, mentre le urla disperate dell'uomo risuonavano all'interno della sua gigantesca e orribile bocca. Fu proprio quando abbandonai ogni speranza che la stanca e flebile voce di mia madre si fece di nuovo sentire.

«Per liberarci, devi...devi cancellare la sua essenza da questo dispositivo. La tiene nascosta sotto strati infiniti di male, ma tu puoi trovala. Con l'energia che ti infonderò tu riuscirai a districarti fra di essi. Non vedrò mai il paradiso Erik, perché la mia anima sarà priva di ogni carica positiva, ma non m'importa. Ti voglio bene tesoro, ora allungami la tua mano.»

Non esitai un attimo e con le lacrime che rigavano il mio volto appoggiai il palmo sullo schermo del telefono. Mi sentii pervadere da genuino coraggio, e da una forza spropositata. Sentivo il mio corpo rigenerato e pronto per qualsiasi cosa. Nemmeno oggi riesco a comprendere con esattezza che cosa mia madre mi abbia donato, ma sono sicuro che fosse semplicemente l'energia residua della sua anima ormai condannata. L'unione delle nostre anime aveva generato un'energia tale che il mio corpo emanava una luce pura e meravigliosa. Nella mia mente affiorarono i più bei ricordi che avessi di lei: quando mi spingeva sull'altalena e la sera mi portava a prendere il gelato, i suoi pancake al burro, le sue storie della buonanotte che ascoltavo disteso sulle sue gambe. Emisi un urlo terribile la cui forza dirompente scosse il demone, che si immobilizzò ed iniziò a scrutarmi quasi spaventato. Sperai con tutto me stesso di averlo terrorizzato almeno la metà di quanto lui aveva fatto con me. Presi il cellulare in mano e lo gettai sul pavimento urlando, era bollente. Mi guardai le mani e vidi che non c'era alcun segno di ustione, al che la risata infernale riprese in tutto il suo orrore. Non desistetti e riprovai nuovamente a prendere il telefono. Stavolta non sentii nulla, e cominciai a seguire le istruzioni di mia madre. Aprii le impostazioni, cercando la schermata dedicata al ripristino di fabbrica. Una strana forza mi impediva di scorrere verso il basso, bloccando il mio dito. Inizialmente sentii solo una strana sensazione di impedimento, ma quando vidi del sangue scorrere lungo lo schermo, mi resi conto che quella cosa poteva agire direttamente su di me arrecandomi lesioni reali. Continuai imperterrito a sfidare quella forza e con fatica riuscii ad aprire la schermata di formattazione. Tutto ciò che vidi era un cuore pulsante nero pece da cui colava un liquido orribile. Intorno ad esso c'erano dei volti terribilmente deturpati e sfregiati, che si dimenavano in orribili espressioni di dolore. La risata di qualche minuto prima si trasformò in un ruggito abominevole e senza nessun preavviso fui scagliato ad un paio di metri dal telefono. Gattonai cercando di non far tornare il dolore al piede rotto. Girai il cellulare e vidi che una schermata di caricamento avevo sostituito il cuore marcescente. La scritta al di sopra della percentuale indicava "RITORNO AL MONDO DI SOPRA". Impallidii vedendo che delle mani stavano iniziando a frantumare il vetro del telefono. Si stava rompendo da dentro, lasciando il vetro esterno completamente intatto. Cercai di riaprire la schermata di formattazione ma quelle mani graffiavano i miei polpastrelli, dilaniandoli in modo orribile. Quando la percentuale arrivò al culmine vidi le mani uscire dallo schermo rotto, ed il corpo orribile del demone che scivolava fuori da ogni fessura del telefono. Mi accasciai a terra e chiusi gli occhi. 

The hearth of the devilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora