MADRE - FINALE

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Non so che fine abbia fatto quel telefono, né tantomeno mi interessa. Dopo aver premuto quel tasto non credo di ricordare più nulla di ciò che accadde in seguito. Mi svegliai sul pavimento di casa l'alba del giorno seguente, con il sole pallido che sorgeva. Il mio piede era come nuovo e il cellulare era scomparso nel nulla. Quello stesso pomeriggio mi recai al mercatino dell'usato e con sconcerto vidi che non solo era scomparso l'edificio, ma era svanita nel nulla anche la viottola che lo conteneva. Ricordo che lungo la strada del ritorno risi di me stesso, pensando di aver fatto soltanto un incubo spaventosamente reale e di aver preso la cosa troppo seriamente. Quando arrivai a casa e ripensai a mia madre però piansi. Mi ripromisi di farle visita quello stesso pomeriggio al cimitero. Sdraiatomi sul divano mi addormentai e quando riaprii gli occhi era mezzogiorno. Andai in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare ma quello che trovai sul tavolo mi fece capire non solo di aver vissuto realmente quell'esperienza, ma anche di aver salvato in qualche modo a me ancora sconosciuto l'anima di mia madre.

Un biglietto giallo riportava un breve messaggio:

«Ti voglio bene Erik. Sono sicura che ci incontreremo dall'altra parte e ti farò i pancake al burro che ti piacciono tanto.

La tua mamma»

The hearth of the devilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora