Una schermata mi dava il benvenuto chiedendomi di inserire i miei dati e un codice di sicurezza. Scelsi quello più semplice ovvero una serie di quattro zeri. Una volta inseriti tutti i dati il cellulare riprodusse una strana ed inquietante musichetta. Non ricordavo di aver mai sentito nulla di simile provenire dagli smartphone dei miei colleghi. Pensai di trovarmi di fronte ad un pessimo scherzo del precedente proprietario e sapere che in quel momento si stesse prendendo gioco di me, sghignazzando allegramente, mi diede il voltastomaco. In un primo momento fui sollevato nel vedere che, a discapito dell'inquietante schermata, funzionava in modo impeccabile. Gettai la scatola e la busta nel cestino e misi il cellulare sul ripiano in legno della cucina. Era ormai ora di cena e avevo un certo languorino. Guardai in dispensa e decisi di cucinarmi delle uova al tegamino, giusto per non esagerare con le calorie. Guardai fuori dalla finestra della cucina, guardando il sole che calava lento dietro le montagne. Il cielo era di un bellissimo color arancione e le nuvole erano praticamente assenti. Quella visione mi fece perdere la cognizione del tempo e mi accorsi dopo poco di star facendo bruciare le uova. Le tolsi rapidamente dal fuoco e le misi nel piatto. Quando mi voltai per mettere le uova sul tavolo sentii una strana sensazione, come se qualcuno fosse davanti a me. Per spiegarlo meglio, basti pensare a quando si guarda il sole per troppo tempo e poi si fissa qualcosa. Se si chiudono gli occhi subito dopo, si avrà l'immagine riflessa di ciò che si è guardato poco prima di chiuderli. Ma io non vedevo nessuna immagine, sentivo soltanto che lo spazio davanti a me era occupato da qualcosa. Non ci diedi troppo peso, ma iniziai davvero ad avere la sensazione di non essere solo. Presi il cellulare e lo sbloccai con la sequenza. Ciò che feci non fu dettato da una necessità particolare, o da una sensazione. Fu come se una mano invisibile mi guidasse, lenta e mostruosa. Aprii la galleria e ovviamente come avevo immaginato nella cartella "foto", c'erano due scatti. Il primo era la donna mutilata che avevo già visto, mentre l'altra...non la riconobbi subito lo ammetto. Ci misi circa una decina di secondi a capire che cosa ritraesse quella foto, ma poi compresi con orrore. Gridai come non avevo mai fatto in vita mia e piansi, voltandomi indietro di scatto e armeggiando con la forchetta che tenevo in mano.

Nella foto ero ritratto io di schiena mentre cucinavo le uova.

The hearth of the devilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora