Tutto ciò che accadde in seguito fu talmente irreale che faccio fatica a raccontarne con raziocinio e parole che appartengono a questo mondo. Quando mi accorsi della foto, fui colto da un tale terrore che sentii il mondo piegarsi sotto una strana forza. Era come se delle gigantesche e orride mani mi stessero stringendo forte, senza lasciarmi via di fuga. Mi resi conto di non aver smesso di gridare per un istante e anche sforzandomi non riuscivo a smettere. Così continuai fino a sentire la gola lacerarsi, emettendo suoni gutturali. Le lacrime rigavano il mio volto e scendevano dai miei occhi copiosamente. Nel panico avevo gettato il cellulare a terra e sperai con ogni parte di me di averlo distrutto. Mi ci volle davvero tanto coraggio per alzarmi dalla sedia e verificare le condizioni di quell'aggeggio infernale. Con la mano tremante lo voltai e vidi che lo schermo era perfettamente intatto, cosa alquanto strana dopo la caduta violenta che gli avevo fatto fare. Con orrore premetti il tasto di accensione e vidi che la foto della donna mutilata e quella che mi raffigurava, erano scomparse dalla galleria. Non tirai affatto un sospiro di sollievo, in quanto ciò confermava soltanto che qualcosa o qualcuno si stava divertendo con me. Mi guardai intorno, mentre la luce del sole diventava sempre più fioca e debole. Accesi tutte le luci di casa, anche quella del bagno e dello sgabuzzino. Per un attimo la luce mi abbracciò come una calda coperta e mi sentii sollevato. Ma fu quando il cellulare squillò che il terrore mi invase. Non avevo inserito ancora alcuna SIM al suo interno e mi ero anche assicurato che non ce ne fosse una nell'alloggiamento. Guardai il numero che mi stava chiamando e per poco non svenni dal terrore. Al posto della canonica scritta c'era un volto così inespressivo che feci fatica a capire che si trattasse di un volto umano. Ma la cosa più spaventosa era quella dannata musica. Risuonava flebile, quasi come un sussurro demoniaco. Decisi che era troppo e non avrei risposto per nulla al mondo a quella chiamata. Ma fu un errore, perché più la ignoravo, più quella musica si alzava di tono, sempre più alta, sempre di più.... Pensai di star facendo un incubo, uno di quelli lucidi e incredibilmente vividi ed iniziai a piangere tutte le lacrime che non avevo mai versato in vita mia.
La suoneria continuava a suonare così rumorosa che credetti di impazzire se non l'avessi fatta smettere. Mi avvicinai nuovamente al telefono e premetti freneticamente sul tasto per rifiutare la chiamata, ma sembrava che non funzionasse. L'unica cosa che mi rimase da fare fu quella di rispondere e così feci.
Inizialmente non ci fu alcun suono, solo un silenzio statico ed inquietante. Poi iniziai a sentire degli strani sussurri, in una lingua che giuro non ho tutt'oggi ancora mai sentito. Quella voce era così bassa che dovetti sforzarmi con tutto me stesso per riuscire a comprenderla. Tremai, e domandai disperato chi fosse a tormentarmi. A quella domanda le voci si zittirono ed il silenzio statico di qualche attimo prima tornò sovrano. Mi si gelò il sangue, avevo davvero a che fare con un'entità consenziente? Con l'avanzare dei minuti mi resi conto che non si trattava di uno scherzo ben elaborato ma di qualcosa di più oscuro ed incomprensibile.
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The hearth of the devil
HorrorErik è un uomo riservato e tremendamente solo che lavora presso un'agenzia assicurativa, scrivendo qualche racconto horror per arrotondare il suo stipendio. La scomparsa di sua madre lo ha turbato rendendolo triste e solitario. Un giorno, stufo di e...