Rating: verde
Genere: angst; fluff
Erano passati diversi mesi, ma continuava a succedere ancora e ancora. Dopo le prime settimane di nottate passate in bianco, lentamente il primo comandante aveva ripreso a concedersi il giusto numero di ore di riposo. E sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto, che avesse accettato la perdita e se ne stesse facendo una ragione.
Ma il dottore riuscì a tenere duro solo per una manciata di mesi. Il dolore nel petto non si era mai attutito, nonostante sembrava stesse imparando a gestirlo. E ora, che pochi giorni più in là avrebbe marcato un anno dalla morte di suo padre e del suo fratellino, Marco sentiva di star perdendo nuovamente il controllo.
Quei terribili ricordi, che aveva disperatamente tentato di rendere sfuocati, sembrava avessero riacquistato vividezza, e ogni giorno riviveva nella sua testa l'intera Guerra dei Vertici. Immagini dei bei momenti trascorsi in compagnia di Ace e Pops -prima che gli fosse strappata via la vita con prepotenza- scorrevano inarrestabili dinanzi ai suoi occhi lucidi di lacrime, e gli facevano perdere il contatto con la realtà, lo intontivano.
Quella notte si era alzato, come molte altre, incapace di restare a letto un secondo di più, e si era diretto in bagno. Aveva poggiato i palmi sudati contro il muro freddo, ai lati dello specchio, e aveva osservato il suo viso pallido nella superficie riflettente. Non aveva mai avuto occhiaie così segnate e scure prima di quella guerra, non aveva mai avuto il viso così smunto e soprattutto non aveva mai avuto il cuore così spezzato. Che cosa ne sarebbe stato di lui se non si fosse ripreso?
«Marco», lo richiamò lei, facendo ingresso nel bagno dalla porta alle sue spalle.
Ormai era abituata a vederlo svegliarsi nel cuore della notte, sudato e con il cuore che gli martellava nel petto. Alcune volte gli bastava farsi cullare per qualche minuto nell'abbraccio della sua donna, altre era necessario che si alzasse e che si calmasse prima di poter tornare a letto. Quella notte ci stava mettendo più del solito a tornare in stanza, perciò lei lo aveva raggiunto, per assicurarsi che non fosse svenuto. Lo trovò in piedi, che si reggeva al lavabo e teneva la testa china tra le spalle ricurve.
«Marco», lo chiamò ancora, avanzando qualche altro passo verso la schiena nuda dell'uomo fenice.
Sospirò al silenzio di lui e avvolse le braccia attorno alla vita del dottore. Nessuna parola avrebbe potuto confortarlo, perciò un abbraccio era tutto ciò che aveva per esprimergli la propria vicinanza. Lei non poteva capirlo cosa provasse lui.
Marco si irrigidì e uno sbuffo sfuggì dalle sue labbra. Era così distratto da non averla neanche sentita entrare. Davvero il trambusto nella sua anima era tanto rumoroso da renderlo sordo?
«Oh, sei tu», mormorò, rilassandosi appena. Si sentiva un po' in colpa per averla svegliata, ma sapeva che non le dispiacesse alzarsi per offrirgli conforto.
Con un sospiro Marco si voltò e lentamente si abbandonò tra le sue braccia. Aveva bisogno di un'ancora che lo tenesse con i piedi ben piantati nella realtà, impedendogli di perdersi nel caos che gli metteva in subbuglio la mente.
«Oh, Marco», sospirò lei, tirandolo a sé dalla nuca rasata e, come una bomba che non esplode, in quel momento il primo comandante implose, affogando nelle lacrime che non aveva versato per mesi. I muri che con fatica aveva innalzato attorno a quegli atroci ricordi stavano ora crollando; ed era impossibile che riuscisse da solo a raccogliere i frammenti del suo cuore che si sbriciolava, senza essere colpito e schiacciato al suolo dalle macerie.
Lei si strinse al suo petto anelante, scosso dai singulti, e in tombale silenzio gli lasciò qualche minuto per smaltire il tormento. Ascoltò il battito accelerato del suo cuore sofferente e sperò che il calore di quell'abbraccio potesse consolarlo. Tutte le lacrime che il biondo non aveva pianto in quei mesi, adesso le cadevano sulla spalla una dopo l'altra. Prese ad accarezzargli la schiena, avvertendo la tensione nelle sue membra stanche; e solamente quando si fu calmato osò allontanarlo da sé. Gli prese il viso tra le mani e alzò lo sguardo per incontrare quello logorato di lui.
«Ti va di tornare a letto?»
Marco annuì con ancora il viso imperlato di lacrime.«Grazie», mormorò, stampandole un bacio sulla fronte.
In quel momento ringraziò mentalmente chiunque gli avesse permesso di avere al suo fianco una donna così solidale e premurosa, che guariva le ferite del suo animo. Era un dottore, ma nessuna delle medicine che conosceva era più analgesica dell'amore di lei.
«Lo sai che farei di tutto per te.»
La vide sorridere, e alzarsi sulle punte dei piedi tanto quanto bastava a raggiungere le sue labbra, che catturò in un casto bacio. E, avvertendo il sapore di lei, Marco ritrovò la sua pace.
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One Piece One Shots
RomanceRaccolta di one shots romantiche di lunghezza e rating variabile sui personaggi dell'anime/manga One Piece. Buona lettura! :) [2]I muri che con fatica aveva innalzato attorno a quegli atroci ricordi stavano ora crollando; ed era impossibile che rius...