Rating: giallo; lime
Genere: fluff; slice of life
Law gliel'aveva sempre detto di non uscire dalla palestra con i capelli ancora umidi, gli aveva ripetuto più volte che doveva mettersi un cappello, e gliene aveva persino comprato uno. Color acquamarina, come i suoi capelli. Ma Zoro era una dannata testa calda e si ostinava a ignorare i consigli del moro, per irritarlo o perché era effettivamente cretino; Law non era ancora sicuro di quale fosse il vero motivo di tanta testardaggine.
Fatto sta che adesso il verde giaceva nel suo letto, con la febbre a trentanove e un terribile mal di gola. Law, preoccupato e al contempo irritato, aveva passato l'intero pomeriggio nella camera da letto con lui, mantenendosi però a debita distanza per esplicitare il suo disappunto.
«Gamba Nera ha ragione», pensò, «è proprio una testa d'alga. Se solo mi avesse ascoltato, adesso non starebbe così.»
Le iridi dorate di Law scrutarono lo spadaccino mentre questi pensieri gli scorrevano per la mente. Il sottotono giallastro del viso di Zoro faceva spiccare il rossore sulle sue guance, che molto diceva sulla temperatura del corpo dello spadaccino. La fronte imperlata da un leggero strato di sudore, mentre respirava con le labbra schiuse, pallide e secche.
Gli faceva strano vedere il suo volto così smunto, privo di quella sua naturale abbronzatura che lo faceva sembrare il più sano individuo nell'universo. In effetti, lo spadaccino conduceva uno stile di vita molto più salutare del suo. Si allenava, meditava e riposava, mentre lui dormiva a stento, compensando con esagerate quantità di caffeina, e sacrificava spesso e volentieri la propria vita sociale per restare in casa a leggere libri di medicina. Perciò se Zoro si era ammalato, era proprio perché se l'era cercata.
Law richiuse il libro che fissava già da un po' con sguardo assente, e si alzò sospirando. Non riusciva a concentrarsi sulla propria lettura con lo spadaccino che soffriva a mezzo metro da sé. Certo, non si era mai lamentato, ma questo perché semplicemente non era da Zoro sprecare il tempo in inutili piagnistei; comunque, Law sapeva che quella febbre lo stava provando più di quanto desse a vedere.
Una volta sfebbrato sarebbe stato così difficile impedirgli di allenarsi, per evitare una rovinosa ricaduta, che probabilmente avrebbe dovuto far ricorso alle minacce. Una smorfia gli attraversò il volto a quel pensiero, mentre raccoglieva la scodella di plastica, riempita poche ore prima di acqua e aceto, per spostarla sul comodino. Avvicinò la propria sedia al letto e pigramente si lasciò cadere su di essa. Un paio di iridi scure e luminose si posarono delicate e curiose su di lui, e lo scrutarono minuziosamente mentre imbeveva un tovagliolo di stoffa nella soluzione dall'odore acre, per poi strizzarlo.
Zoro gemette un sospiro di sollievo quando il panno umido gli fu posato sulla fronte bollente. Chiuse gli occhi per un istante, godendosi il momentaneo refrigerio, per poi riportare lo sguardo in quello dorato di Law.«Sei carino quando ti preoccupi per me», biascicò, con un mezzo sorrisetto sulle labbra e la voce ancora impastata dalle lunghe ore trascorse nel silenzio del dormiveglia.
Law sbuffò.
«Non ci metto niente a tornare a leggere, non testare la mia pazienza.»
«Puoi farlo se vuoi, ci penso io all'impacco», propose Zoro, cercando lo sguardo sfuggente del moro. Non gli era mai piaciuto dover dipendere dalle premure di qualcun altro.
«Finiresti per sporcare tutto.»
«Starò attento, non sono mica scemo», ribatté.
«Ah, no? E allora perché ti sei ostinato ad andartene in giro con i capelli bagnati? Idiota!», sbottò Law, perdendo di vista l'autocontrollo per alcuni secondi.
Notò qualcosa che si spegneva nello sguardo di Zoro, e cominciò ad avvertire una strana sensazione nel proprio stomaco.
Era stato più aggressivo di quanto volesse risultare, si era fatto accecare dai propri istinti irrazionali per pochi istanti, e adesso Zoro teneva lo sguardo incollato alla parete di fronte al letto, mentre il silenzio in cui cadde la stanza divenne assordante. Non l'aveva ferito, ci voleva ben altro per scalfire la marmorea corazza dello spadaccino, mentalmente, emotivamente e fisicamente parlando; ma di certo quel tono di voce così rabbioso gli aveva provocato del dispiacere. Tra l'altro Zoro non era neanche nelle condizioni di controbattere, essendo nel torto, perciò tutto quello che poté fare fu tacere e digerire in silenzio quel meritato ammonimento.
Law si morse la guancia, in un gesto di auto-rimprovero. In un tentativo di mettere a tacere il crescente senso di colpa, si accinse a spostare lo straccio dalla fronte dello spadaccino per bagnarlo nuovamente. Le dita di Zoro si mossero agilmente sotto le sue, afferrando il tessuto prima che potesse farlo lui.«Lascia fare a me, posso vedermela da solo», lo rassicurò con un cenno del capo.
«No, io-»,
«Sul serio. Puoi tornare alla tua lettura, starò bene», continuò lo spadaccino, allungando il braccio verso il comodino.
«Sono solo un idiota, non devi preoccuparti per me», borbottò tra sé.
Lo straccio gli cadde di mano, finendo dritto nella scodella quando, inaspettatamente, si ritrovò Law a cavalcioni su di sé. Non ebbe il tempo di schiudere le labbra in risposta alla sorpresa, che quelle di Law lo assalirono con un bacio deciso. Le membra di Zoro si tesero istintivamente, per poi rilassarsi una volta riconosciuto il corpo dell'altro.
«Non sei un idiota», mormorò il corvino con ancora le labbra contro le sue. Gli diede un altro bacio, questa volta più delicato, prima si mettersi a sedere sui fianchi del verde.
«Cioè, sì, lo sei, ma... mi dispiace, ero nervoso», confessò a malincuore. Zoro ancora tentava di processare il tutto, perplesso su come Law fosse passato da sbraitargli contro a baciarlo con foga e chiedergli scusa. Non capitava mai che il dottore si scusasse con tanta rapidità dopo avergli rivolto delle offese, si domandava cosa lo avesse spinto a comportarsi così in quella situazione.
«Posso immaginarlo», sospirò Zoro, non intenzionato a farne una questione. Del resto era lui il primo a cui spesso scappavano parole inopportune. Avvolse i palmi attorno ai polsi magri del moro, ai lati della propria testa, e con i pollici gli sfiorò il dorso delle mani tatuate.
«È che mi fa rabbia vederti in questo stato, sapendo che se solo mi avessi ascoltato adesso saresti sano come un pesce», spiegò Law, prendendo il viso del verde tra i palmi freddi. Zoro rabbrividì.
«Sono un medico e mi dà fastidio che si vada contro le mie prescrizioni, cazzo», sbuffò poi stizzito.
Il verde ridacchiò a quell'adorabile reazione.
«E cosa forse anche più importante, sono il tuo ragazzo. Se ti do un consiglio, è per non vederti ridotto nel letto con la febbre a quaranta.»
«Veramente era a trentanove e due», precisò Zoro, inarcando un sopracciglio e sforzandosi di trattenere un sorriso.
«Ecco, vedi? Dimmi se non devo prenderti a testate quando fai così.»
«Ma sta' zitto, dici solo stronzate», rise Zoro, allungando una mano dietro la nuca del moro e spingendogli la testa verso la propria, fin quando le loro labbra non si scontrarono violentemente.
Sorrise mentre stringeva le ciocche corvine dei capelli del dottore, facendogli piegare il capo in tutte le direzioni che gli facilitassero l'accesso alla sua bocca.
Nel mentre, Law si distese completamente su di lui, e languidamente le sue mani strisciarono sotto le coperte e sotto i muscoli tonici della schiena di Zoro, lungo cui prese a far scorrere le dita con bramosia. I loro petti ansavano a causa della carenza di ossigeno, che le labbra egoiste di entrambi si rifiutavano di rifornirgli, pur di non interrompere lo scambio voluttuoso di baci.«Non pensarci nemmeno», rise il dottore, quando sentì il palmo calloso di Zoro sotto la propria felpa, freddo contro la propria pelle. Controvoglia lasciò andare le labbra del ragazzo sotto di sé, spostandosi e sdraiandocisi affianco.
«Hai la febbre, devi stare a riposo.»
Il verde sbuffò.
«E' il dottor Trafalgar a parlare o il mio fidanzato?», chiese retorico, tirando a sé il corpo dell'altro dalla vita. Insinuò il volto nell'incavo del suo collo, inebriandosi con l'odore pungente del suo profumo.
«Il dottore, ovviamente», Law alzò gli occhi al cielo, tentando ancora una volta di impedire invano che gli spuntasse sulle labbra un sorriso, quello sincero che Zoro sempre riusciva a strappargli.
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One Piece One Shots
RomanceRaccolta di one shots romantiche di lunghezza e rating variabile sui personaggi dell'anime/manga One Piece. Buona lettura! :) [2]I muri che con fatica aveva innalzato attorno a quegli atroci ricordi stavano ora crollando; ed era impossibile che rius...