CDG: Drake

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Drake

La prima persona che ho ucciso è stata un uomo sui cinquant'anni, di corporatura robusta e con una strana voglia sullo zigomo destro. Me la ricordo ancora perchè quando gli ho sparato un colpo in testa, una goccia di sangue è caduta su di essa, sporcandola.

Si chiamava Miah ed era il guerriero che all'epoca stava dando problemi a mio padre. Le sue manie di potere erano troppo alte e andava sistemato. Così appena sono uscito dall'Accademia Suprema, trovandomi al Centro, mio padre non ha esitato nemmeno un secondo a venirmi a trovare.

Le sue parole erano suadenti come quelle di un serpente che incanta la propria preda, ed io sono rimasto folgorato.

Volevo vedere mio padre splendere e Miah stava rischiando di rovinare tutto quanto.

Quando ho premuto il grilletto mi sono reso conto di una cosa: gli esseri umani sono la specie più fragile su questa terra e l'unica cosa che ci tiene in vita e l'egoismo.

Mettere prima i desideri nostri rispetto a quelli degli altri e la verità è che non c'è mai nessuno a fermarci.

Non esiste una forza in grado di arrestare questa nostra energia, perchè alla fine dei conti siamo solo un ammasso di carne che può essere eliminata con un solo proiettile.

Un minuscolo pezzo di metallo.

Il bicchiere non produce alcun suono quando lo appoggio sul tavolo di legno e il liquido ambrato oscilla da una parte all'altra, fino ad arrestarsi e far tornare la superficie liscia.

Poi seguendo una forza invisibile lascio cadere il mio sguardo sul mio braccio martoriato e l'unico pensiero è: è il prezzo minimo da pagare per tutti i miei crimini.

Come se non mi appartenesse, stringo la mano in un pugno, facendo guizzare le vene e i muscoli sotto pelle. Una volta  il braccio era ricoperto di tatuaggi, frutto di anni di lavoro,mentre ora non mi resta che pelle cicatrizzata e rossa, con delle sbavature nere che sono solo l'ombra di ciò che c'era prima.

"Drake." Un mormorio mi riporta alla realtà e vedo Roxanne indicare il posto vuoto accanto a lei. Ha gli occhi assonnati, ma c'è una sorta di vitalità nelle sue iridi che riesce sempre a ricollegarmi al mondo, come se stesse tirando un filo invisibile.

Senza dire nulla, mi alzo dalla sedia, bevendo fino all'ultima goccia il liquido alcolico nel bicchiere e con passi pesanti mi dirigo verso di lei, stesa sotto le coperte e solo quando le mie ginocchia incontrano il materasso, mi azzardo a guardarla.

Il rapporto tra due Compagni di Guerra è così complesso da lasciarmi senza fiato a volte.

Negli occhi castani della maga vedo una migliore amica, un'amante, una Compagna, un'anima legata a me per la mia stessa sopravvivenza.

Non è amore, ma è come se lo fosse. Non è amicizia, ma qualcosa di più. Una zona diversa, strana, un limbo che mi sconvolge e mi attira allo stesso tempo.

"Non eri stanca?" Domando stendendomi accanto a lei, sopra le coperte e quindi lasciando un muro sottile tra i nostri corpi.

"Si ma il tuo pensare mi da fastidio." Ribatte con una nota divertita ed io le mostro un piccolo sorriso, voltandomi sulla schiena.

"Anche il tuo russare mi da fastidio ma io mica mi sto lamentando."

Lo percepisco ancora prima dell'impatto, e anche se potrei spostarmi leggermente per non essere colpito, lascio che il suo pugno mi colpisca sopra il gomito destro, un punto dove i nervi sono stati completamente bruciati, rendendomi insensibile.

E questo Roxanne lo sa.

"Di solito bevi solo se c'è di mezzo la famiglia...stai rimuginando sul passato? O sei preoccupato per il futuro del tuo fratellino?"

"Chiamarlo fratellino è strano." La smorfia sul mio viso è evidente e sento la maga sospirare.

"Una volta quando eri ubriaco lo hai chiamato tu così."

I miei occhi si alzano sul soffitto dell''alloggio, e un nuovo fiume di pensieri mi invade la mente.

"Sono sicuro che Logan farà la scelta giusta. Io ci ho messo cinque anni, quindi posso capire perchè stia tentennando."

Roxanne emette un verso d'assenso, e quando sento la sua testa appoggiarsi nell'incavo della mia spalla, capisco che non durerà ancora a lungo.

Non dico altro, rimanendo immobile per minuti interi e solo quando sento il suo respiro regolarizzarsi, mi alzo per spegnere la luce dell'alloggio e senza problemi mi muovo nell'oscurità, tornando nel letto solo dopo essermi tolto la divisa militare.

L'ultima persona che ucciderò sarà David Hunt. È l'ultimo nome sulla lista, che aspetta solamente di essere depennato.

Solo in quel modo potrò liberarmi delle mie colpe e dare un senso a tutte quelle vite estirpate.

Solo in quel modo sarò libero.

Spazio Autrice

Una parte completamente a caso e scritta d'impulso per uno dei miei personaggi preferiti. Volevo pubblicarla per farvi entrare un po' più facilmente nella sua mente, che è piena di ombre come quella di Logan, ma con un'origine diversa.

Sarà un tratto di famiglia.

Poi Drake che chiama Logan fratellino>>>>>

Compagni di Guerra | Raccolta di momentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora