Capitolo Decimo

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Scusate l'immenso ritardo nell'aggiornare, negli ultimi mesi ho avuto parecchi problemi che mi hanno totalmente distolta dalla scrittura..mi farò perdonare!
Buona lettura!









Svegliarsi tra i vestiti sparsi, le lenzuola sgualcite e le piume del futon era diventato una quotidianità davvero piacevole.
La memoria cominciava a scorrere indietro, alla notte appena trascorsa, a tutti quei momenti di intensa e travolgente passione.
Sorrise.
Ma più di tutto amava svegliarsi sentendo il dolce tepore del corpo del suo amato steso accanto a lei, la chioma argentea che si mescolava ai suoi capelli corvini, le sue mani che non smettevano mai di cingere il suo corpo, sempre così possessive. Ora più che mai aveva la sicurezza che quel sentimento così forte e intenso che li legava li avrebbe guidati attraverso le inevitabili difficoltà.
Si protese verso di lui, ormai aveva capito che era inutile muoversi di soppiatto per cercare di non disturbarlo. Lui sentiva sempre tutto.
   "Vado a farmi un bagno." Sussurrò dolcemente al suo orecchio. Ricevette un cenno d'assenso, anche se la sua presa era molto più restia a lasciarla andare.
Lui la osservò di sottecchi mentre si allontanava, rapito dalle sue movenze quasi come fosse sotto un incantesimo, infastidito dalla sensazione di freddo che aveva lasciato allontanandosi da lui. Ogni volta che la guardava nuda gli sembrava come la prima, vedeva quel corpo come un deserto pieno di oasi da scoprire. Ora più che mai si sentiva indissolubilmente legato a lei.

   Kagome si godeva il calore benefico dell'acqua sui suoi muscoli affaticati, il sole era sorto da poco e, grazie a Shippo, quel giorno poteva prendersela un pò più comoda. Nessun pensiero annebbiava la sua mente quella mattina, si sentiva la testa ovattata, le pareva di fluttuare in una nuvola. Il suo corpo giovava delle cure ricevute durante la notte, davanti ai suoi occhi chiusi scorrevano le immagini del volto di Sesshomaru, di quelle espressioni che faceva vedere solo a lei, del suo corpo sudato, dei muscoli tesi, del suo sguardo lucido di lussuria...il desiderio divampò in lei come un fuoco in mezzo a giunchi secchi.
   'Smettila Kagome..! Devi darti una mossa!'
Si schiaffeggiò le guance, richiamando la sua lucidità, ignara che l'ospite che aveva in casa avesse percepito immediatamente quel suo lampo di desiderio. Uscì dall'acqua, accaldata e col volto arrossato, si avvolse nell'asciugamano e si avvicinò al piccolo specchio che teneva appeso. Si fissò per qualche instante, si vedeva inspiegabilmente diversa, ma non avrebbe saputo spiegare in cosa. Sorrise al suo riflesso, si sentiva stranamente più bella, attraente...non che avesse una bassa considerazione di sé, ma mai aveva pensato a quelle cose guardandosi allo specchio. Il suo sguardo, poi, ricadde sul segno poco sopra alla sua spalla sinistra. I segni dei denti erano già quasi scomparsi, l'alone violaceo che li circondava andava via via ritirandosi, lasciando intravedere un segno sulla pelle...
   'Ma che...'
Ancora molto sfocata e confusa con il livido Kagome riuscì ad intravedere uno spicchio di luna, tale e quale a quello che Sesshomaru aveva sulla fronte. Si portò una mano alla bocca, il cuore mancò un battito. Fissava la sua faccia sbigottita attraverso lo specchio. Ecco cosa intendeva lui quando le aveva detto che tutti avrebbero capito! Non era un semplice succhiotto, le aveva lasciato un segno molto più distinguibile addosso, chi lo avrebbe visto avrebbe capito subito che lei era stata amata da Sesshomaru. Il suo cuore prese a scalpitare di felicità, lui non aveva paura di nascondere il fatto che loro due si vedessero, anzi. Squittì gioiosa, mentre prese a vestirsi. Quella nottata aveva preso una piega del tutto inaspettata.
Quando ritornò in camera, asciugandosi distrattamente i capelli umidi, trovò Sesshomaru intento a rivestirsi. Le dava quasi completamente le spalle, stava finendo di assicurarsi i pantaloni alla vita. Liscissimi fili argentei solcavano la sua pelle candida, scivolando sui poderosi muscoli della schiena, Kagome provò l'irrefrenabile desiderio di toccarli, farli scorrere tra le sue dita...in quello stesso istante Sesshomaru si voltò appena, i loro sguardi si incrociarono immediatamente. Kagome ne rimase un pò sorpresa tanto era assorta nell'osservarlo, le sue guance si imporporarono appena. La bocca del demone si incurvò in un sorriso malizioso, mentre il suo sguardo dorato fu attraversato da un lampo. Si voltò verso di lei, lasciandosi ammirare da quegli occhi che non gli si staccavano di dosso nonostante l'imbarazzo.
   "Che hai fatto lì dentro? Ci sei rimasta parecchio." Avanzò verso di lei, quel sorrisetto non abbandonava il suo viso, mentre quella domanda a cui sembrava avere già risposta aleggiava nell'aria.
Kagome si sentì andare a fuoco. Era imbarazzata da quell'interesse e di certo non gli avrebbe confessato i pensieri poco pudici che aveva fatto su di lui, anche se quel fare così maliziosamente sfacciato ne stava smuovendo altri.
   "N-nulla di che..!" Disse distogliendo lo sguardo. Ormai Sesshomaru le stava di fronte, dall'alto continuava a fissarla con quel sorriso sghembo così dannatamente attraente. "Mi sono solo persa un pò nei miei pensieri."
Percepì un movimento, i suoi lunghi capelli le sfiorarono delicatamente una guancia quando lui avvicinò il volto al suo, le labbra a sfiorarle l'orecchio.
   "Oh, so bene a cosa pensavi..." Sussurrò con voce inaspettatamente roca, Kagome sentì la sua femminilità fremere per lui. Avvampò dall'imbarazzo, si sentiva costantemente nuda sotto il suo sguardo, lui sembrava leggerla con una facilità disarmante, si sentiva in sua totale balia. E le piaceva.
   "S-smettila..!" Cercò di spingerlo via, ma lui fu più veloce, prendendole le mani e attirandola a sé, tornando a far aderire i loro corpi, incatenando i loro sguardi. Quegli occhi un tempo così austeri, glaciali e indifferenti, dai quali trasparivano solo odio e disprezzo, erano diventati un turbinio di emozioni, un libro di facile lettura solo ed esclusivamente per Kagome. Le loro labbra si unirono come se non facessero altro da tutta la vita, le lingue bramose di assaporarsi nuovamente.
I loro respiri si erano fatti affannosi quando decisero di separarsi, Sesshomaru appoggiò la sua fronte a quella di Kagome, sbuffando frustrato. Sapevano che non potevano lasciarsi trasportare da quel desiderio che diventava incontenibile ogni volta che i loro corpi si sfioravano, anche se entrambi avrebbero preferito crogiolarsi nelle braccia l'uno dell'altra piuttosto di fare qualsiasi altra cosa.
   "Devo andare..." Disse Kagome in un soffio, percepì una fitta al cuore come se le sue stesse parole potessero ferirla. Sesshomaru si allontanò da lei, i suoi occhi le stavano dicendo quello che non avrebbe mai detto a parole. E a lei bastava, sentiva di appartenergli più di ogni altra cosa e non servivano inutili parole a confermarlo. Sorrise tra sé e sé mentre lui finiva di indossare l'armatura, la sua presenza accanto a lei la stava inevitabilmente influenzando.
Uscirono di casa, nessuno dei due si preoccupò che qualcuno li vedesse, anche se la sua dimora offriva molta più privacy rispetto alle altre, agirono in maniera ingenuamente naturale. Nessuno li notò, i due si incamminarono in silenzio finché non fu momento di separarsi. Kagome faticava più del solito quel giorno, l'idea di stare lontana da Sesshomaru non solo la infastidiva, ma le provocava un fastidioso dolore al petto. Lui sembrò notare il suo stato d'animo, le carezzò dolcemente la testa e quel contatto sembrò tranquillizzarla. Un ultimo sguardo, un sorriso di sfuggita, un muto invito per la sera stessa...poi Sesshomaru scomparve nella foresta, lasciandosi dietro la sua sola calda presenza ad avvolgere Kagome.

L'Amore è un Gioco PericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora