Capitolo Terzo

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Quando aprì gli occhi, per un attimo si sentì spaesata. Kagome si alzò dal futon che sembrava il suo e, girando lo sguardo attorno a lei, si rese conto di essere effettivamente dentro casa sua. L'ultima immagine che le balenava in mente era una poetica foresta di notte come sfondo ad un soggetto ancora più affascinante. Eppure ora si trovava comodamente nel suo futon, che fosse stato tutto un sogno fugace, il primo dopo tanti, troppi incubi?
Mentre scostava la coperta si accorse di indossare stranamente il kimono, di solito non lo usava per dormire. Scosse la lunga e spettinata massa corvina, cercando di sgrovigliare le idee che aveva in testa, quando una lucciola uscì da quella prigione di capelli in cui era rimasta intrappolata. Kagome la osservò uscire silenziosamente dalla finestra lasciata aperta, la piccola lucina pulsante che si perdeva nelle prime luci dell'alba.
Allora non era stato un sogno, aveva passato davvero del tempo insieme a Sesshomaru. Sorrise, sentendosi incredibilmente felice che non fosse stato tutto frutto della sua fantasia. Aveva passato dei bei momenti, anche se a volte lui l'aveva un pò turbata, quello che le rimase di quello strano incontro era una sensazione di pace e calma che le placava i tormenti dell'animo, ma che le faceva cavalcare il cuore. Era una sensazione strana, quest'ultima, ma era davvero felice di aver passato del tempo con un animo così impenetrabile come quello di Sesshomaru.

  Shippo non si era svegliato da molto tempo quando si incamminò verso la capanna di Kagome. Quel giorno lui e la sua compagna non avevano alcun tipo di lavoro da svolgere nei villaggi vicini, tuttavia sapeva che Kagome si sarebbe svegliata molto presto per aiutare l'anziana Kaede con le sue commissioni, perciò decise di fare uno sforzo ed aiutare anche lui le due donne. Alla fin fine doveva a loro molto più che a qualsiasi altro abitante del villaggio.
Arrivò nei pressi della capanna della giovane sacerdotessa sbadigliando sonoramente. Si strofinò un'ultima volta gli occhi, si stiracchiò ed inspirò profondamente, cercando di mettere in moto il suo corpo. E fu proprio in quell'istante che un odore inconfondibilmente fastidioso gli arrivò al naso. Era simile al puzzo di cane che emanava Inuyasha, ma al contempo estremamente diverso.
  'Sesshomaru è nei paraggi?...No,' pensò 'lo avrebbero percepito quasi tutti, soprattutto quello  stupido di suo fratello.'
Credette di essersi sbagliato, probabilmente era un odore simile o il suo cervello doveva ancora accendersi del tutto. Ma appena mosse qualche altro passo verso la casa di Kagome ecco che un'altra folata di quell'inconfondibile odore prese ad artigliarli il naso.
  'Che diavolo succede?'
Si avvicinò sospettoso allo stipite della capanna, bussando alla porta.
  "Kagome? Sono Shippo." chiese cauto. Aspettò per attimi che gli parvero eterni, l'ansia che cominciava ad attanagliarli lo stomaco.
  "Shippo! Sono qui, un secondo e arrivo." Ma ecco che la voce cristallina di Kagome gli arrivò alle orecchie come una sinfonia angelica. Traspariva serenità e gioia, il che lo tranquillizzò, almeno un pò. Tuttavia riusciva a percepire in sottofondo ancora l'odore del demone cane, il che lo confondeva e lo agitava. Stava per entrare nella capanna per essere veramente certo che Kagome stesse bene quando la porta si aprì e la figura di lei in abiti normali gli apparve davanti.
  "Buongiorno, piccolo Shippo!" gli disse, sfoggiandogli un sorriso che avrebbe stregato chiunque. La vide così incredibilmente serena che gli risultò difficile pensare a quello che Sango le aveva detto la sera prima. Kagome sembrava sempre lei, dolce, sorridente e serena.
  "Qualcosa non va Shippo?" la giovane kitsune si rese conto che era rimasto a fissare la sua amica, senza proferire parola.
  "Oh, nulla Kagome, è solo decisamente troppo presto per me!" rispose sbadigliando per l'ennesima volta. Non poteva certamente dirle che aveva la quasi certezza di aver sentito l'odore di quel sanguinario di Sesshomaru uscire proprio dalla sua capanna. Il suo odore era scomparso nell'istante in cui Kagome era uscita di casa, inondando le narici di Shippo con il suo dolce profumo. Rimase con quel dubbio, ma decise che ora non era il momento di dissiparlo. Vedere Kagome così serena gli bastava perché tutto andasse per il meglio.

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