Capitolo Nono

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   Si sedettero accanto al fuoco, Sango era andata a dormire lasciandoli soli a parlare. Miroku dentro di sé sperò che la moglie lo aspettasse sveglia.
   "Allora Inuyasha...non serve un veggente per capire che c'è qualcosa che non va." Non voleva mettergli pressione, già era un evento raro che il mezzo demone provasse a confidarsi con qualcuno, non voleva irritarlo.
Inuyasha teneva lo sguardo fisso sul fuoco, osservandolo distratto. Miroku si rese conto che non l'aveva mai visto così cupo, tranne quando perse Kikyo. Sapeva che era per Kagome, lui e Sango avevano già parlato e la situazione sembrava piuttosto chiara.
   "...non so che fare Miroku." Esordì d'un tratto dopo un lungo silenzio. "Ho la sensazione di averla persa per sempre." Continuava a tenere gli occhi sul fuoco, lo sguardo gli si riempì di dolore.
Il bonzo pesò molto bene le parole da usare. Vedere Inuyasha soffrire in quella maniera lo turbava, gli voleva bene anche se era un testone impulsivo. Ma non voleva di certo indorare la pillola, gli avrebbe fatto molto più male che sentirsi dire la realtà delle cose.
   "Inuyasha..."
   "Lo so, ho sbagliato tutto fin dal principio! Sono pessimo, lo ammetto, ho tirato così tanto la corda con Kagome..."
Miroku lo ascoltava in silenzio, colpito da quella matura consapevolezza mai di mostrata finora. "...ma voglio davvero recuperare le cose. Sono così vicino dal perderla per sempre..."
   "Ascolta...capisco il tuo desiderio, ma devi considerare anche quello che vuole Kagome. Forse è arrivato il momento di lasciarla andare..."
Silenzio. Le sue parole rimasero ad aleggiare nell'aria, rendendola densa e pesante. Inuyasha abbassò la testa, sospirando.
   "...so che Sesshomaru le gironzola intorno." Miroku rimase stupito, non credeva che Inuyasha lo sapesse. "...quel bastardo. Di certo non la lascerò tra le sue grinfie. Non puoi dirmi di essere contento che quell'essere senza animo manipoli Kagome a suo piacimento!" Inuyasha si accese, mosso dalla rabbia e dalla gelosia. I loro occhi si incrociarono, ma Miroku non sapeva cosa rispondergli. Era vero che il fratellastro di Inuyasha non fosse esattamente il principe azzurro adatto a Kagome...però chi era lui per giudicare le scelte di vita di una persona a lui così cara?
   "Non voglio avere gli stessi rimpianti che ho avuto per Kikyo, Miroku...io voglio riprendermi Kagome, voglio provarci fino all'ultimo, anche se fosse l'ultima cosa che faccio."
Lo colpì la determinazione nello sguardo di Inuyasha. Non riuscì a spiccar parola, il mezzo demone si alzò e se ne andò silenzioso. Miroku rimase solo a fissare il fuoco morente. Aveva capito che Inuyasha non era venuto da lui per chiedere consiglio, piuttosto ad esprimere a voce alta i suoi pensieri per farsi coraggio. Il suo punto di vista lo aveva espresso, ma non era sicuro di aver fatto breccia in lui. Mentre raggiungeva silenziosamente sua moglie, sperò solo che le cose non si sarebbero complicate più di quanto già non fossero.

   Erano passati un paio di giorni durante i quali il tempo si era fatto davvero ostile, il freddo graffiava la pelle e la bassa coltre di nubi non aveva lasciato il cielo per un solo istante. Ma quel giorno un sole brillante irradiava ogni cosa con la sua luce, anche il freddo sembrava meno aggressivo.
Kagome uscì di casa avvolta nel suo pesante scialle di lana, beandosi di quella glaciale luminosità. Si era coperta più del necessario, ma le circostanze l'avevano costretta. I segni dei morsi e i lividi che le aveva lasciato Sesshomaru nei giorni precedenti erano ben visibili sul suo collo niveo. Si portò una mano al petto, arrossendo ricordando i loro momenti intimi e passionali. Quei segni erano il simbolo del loro amore, sentiva la presenza di Sesshomaru addosso, sotto la pelle...ma non voleva che nessuno li vedesse, si sarebbe sciolta nell'imbarazzo. Non voleva che le venissero fatte troppe domande, era gelosa di quel suo lato selvaggio che mostrava solo a lei, così in contrasto col suo modo di fare.
Si affrettò verso casa di Kaede, quella mattina lei e Rin avrebbero fatto l'inventario del magazzino del villaggio, che andava aggiornato ogni mese per controllare le scorte. Shippo era stato spedito di buon ora dalla vecchia Shizuno per conto di Kaede, non sarebbe tornato prima dell'ora di pranzo, perciò lei e Rin dovevano darsi da fare.
Arrivata nei pressi della dimora dell'anziana si affrettò ad entrare, il gelo mattutino pizzicava la pelle del suo viso e delle mani.
   "Buongiorno!" Esordì entrando, lasciando come di consueto le scarpe all'ingresso.
   "Buongiorno a te Kagome, vieni, siamo in cucina." La voce dell'anziana le arrivò distante, si affrettò a raggiungerla probabilmente Rin era già arrivata, ma faticò a trattenere lo stupore nel notare che, giunta in cucina, le due donne non erano sole. Inuyasha sedeva in un angolo, gambe e braccia conserte, broncio sul muso. Alzò appena lo sguardo su di lei, per poi distoglierlo velocemente. Il silenzio faceva da padrone, quando Kaede decise di rompere l'imbarazzo.
   "Siccome Shippo è partito molto presto, ho chiesto ad Inuyasha di darvi una mano con l'inventario."
Kagome non spiccava parola, doveva darsi una calmata, vivevano nello stesso villaggio perdio! Avrebbe sempre avuto a che fare con lui, perciò sarebbe stato utile cominciare a vincere l'imbarazzo che le attanagliava le viscere quando era in sua compagnia. E poi non sarebbero rimasti soli.
   "Oh, ma è fantastico! Già tremavo all'idea di dover spostare quei grossi sacchi di grano, grazie Inuyasha!" L'entusiasmo di Rin era come una ventata benefica, spazzò via ogni traccia di ostilità e rilassò l'atmosfera.
   "Tsk." Mugugnò solamente il mezzo demone, alzandosi pronto a sbrigare in fretta quella faccenda noiosa.
   "...grazie per l'aiuto." Disse infine Kagome. Inuyasha le rivolse uno sguardo di sottecchi, che lei prontamente evitò. "Ho portato con me le pergamene, possiamo cominciare!"

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