Capitolo Quarto

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Quella notte il giovane Shippo faticò a dormire. Non si sentiva orgoglioso di essersi nascosto per spiare Kagome mentre rientrava a casa nel cuore della notte. Nonostante fosse una volpe e tutti i suoi avi erano stati abili spie, informatori e quant'altro, lui non ne andava fiero. Ma era anche arrabbiato, seccato con la sua migliore amica, anche se la vedeva così felice.
Perché non parlava con lui della sua felicità? Non aveva nemmeno accennato a qualcosa, anzi se lui le faceva qualche domanda lei sviava, cambiando discorso.
Non si fidava forse di lui? Impossibile, in battaglia erano quasi una persona sola. Ma quello che lei stava affrontando non era un combattimento, forse nella vita quotidiana lei non lo riteneva abbastanza maturo, o forte, o sensibile per confessarle i suoi segreti.
Si rivoltò un migliaio di volte nel suo futon cercando risposte alle centinaia di domande che continuavano a balenargli in testa, arrivando ad un'unica conclusione: doveva parlarne con qualcuno, e quel qualcuno era Sango. Lei capiva Kagome come nessun'altra, e magari lo avrebbe aiutato a fare chiarezza su quella situazione.

  La mattina arrivò e nemmeno se ne accorse, tranne quando una sottile striscia di sole non gli punzecchiò prepotentemente gli occhi privi di riposo. Si alzò precipitosamente, sciacquandosi frettolosamente la faccia e vestendosi alla ben e meglio. Voleva arrivare a casa di Sango e parlarle prima che Kagome avesse fatto la sua comparsa.
Uscì di casa e cominciò a percorrere velocemente le poche centinaia di metri che separavano la sua umile e piccola capanna da quella dei neo sposi. Non appena scorse la loro abitazione, immersa in quella leggera nebbiolina umida mattutina, notando qualche lume acceso e un fine rivolo di fumo uscire dal camino, affretto il passo.
Non bussò, sapeva che Sango si sarebbe infuriata se avesse svegliato le gemelle -e da parte sua era l'ultima cosa che volesse fare-, perciò si affacciò alla finestra aperta della cucina, da cui usciva un irresistibile odore di torta...
  'Pesche...si! Quella era torta di pesche!'
Il suo stomaco era in subbuglio, ansioso di assaggiare una fetta di paradiso e di sciogliere il nodo che lo bloccava. Si schiarì la voce e rivelò la sua presenza ad una Sango sempre impeccabile, anche se ancora assonnata, mentre sfornava il suo dolce divino.
  "Shippo...? Che ci fai qui così presto? E' appena l'alba!"
  "Scusami Sango, è che...avevo bisogno di parlarti." disse lui con sguardo visibilmente confuso.
  "Forza, entra." la giovane madre non se lo fece ripetere due volte e invitò Shippo nella sua cucina. Si sedettero attorno al poderoso tavolo in legno che Miroku aveva costruito per la sua famiglia e per ospitare i loro amici più cari. Sango gli porse una fetta di torta fumante, per il latte avrebbero dovuto aspettare la fine della prima mungitura alla stalla del villaggio.
  "Allora, spiegami perché hai quella faccia da funerale."
  "Beh...ah, so che mi rimproverai, ma sappi che l'ho già fatto anche io." lo sguardo di Sango si assottigliò a quell'affermazione.
  "Hai fatto qualcosa di brutto, Shippo?"
  "No! Cioè, dipende dai punti di vista." lo sguardo della giovane si fece ancora più truce, ma subito si addolcì quando vide quanto l'amico fosse dispiaciuto.
  "Da dove comincio...beh sappiamo tutti cosa sta succedendo tra Kagome e Inuyasha...quello stronzo la sta mandando in frantumi e questo mi fa imbestialire! Credevo di  non vederla più sorridere e temevo che non sarebbe stata più veramente felice, con lui qui al villaggio. Ma d'un tratto le cose sono cambiate, la vedo sorridente e serena, come se non pensasse più alla sua situazione delicata con Inuyasha. Pensavo 'Meglio così! Ci sta passando sopra e va avanti'. Ero, anzi sono fiero di lei, del fatto che non si sta facendo abbattere da quello...li. Poi ho cominciato a sospettare qualcosa. So che è brutto da dire, ma non so come altro esprimermi. Avevo ragione di credere che non fosse soltanto grazie alla sua forza di volontà che ne sta uscendo..." il giovane demone fece una pausa e alzò lo sguardo, che finora era rimasto basso e fisso sul tavolo. Incontrò quello dolce e rassicurante di Sango, la quale lo esortò a continuare.
  "...beh, il sospetto mi è arrivato quando, ieri mattina, mi sono presentato a casa di Kagome per andare insieme da Kaede. E il mio fiuto, di cui mi fido ciecamente per ovvi motivi, ha percepito un odore che raramente sento qui in zona. Credevo di sbagliarmi, di aver preso una sonora cantonata, ma quello che avevo sentito era l'odore di Sesshomaru."
   "Sesshomaru?! Shippo, forse stai..."
   "Aspetta Sango, lasciami finire. Anche io non ci credevo, pensavo di essermi sbagliato. La mattinata è proseguita serenamente, fino a quando quello stupido di Inuyasha non si è presentato da Kagome, mentre stavamo tornando dalla foresta con le erbe per Kaede. Era spaventoso Sango, credimi, aveva un fare minaccioso, anche nei confronti di Kagome. Voleva spiegazioni e bla bla bla, così mi sono frapposto tra lui e Kagome. Volevo proteggerla, quando lo ha visto i suoi occhi si sono riempiti di dolore. Inuyasha le stava facendo solo del male. E fu in quel momento che accadde la cosa più insensata ed incredibile che mai mi sarei aspettato. Sesshomaru! Sango, Sesshomaru si è tranquillamente 'presentato' proprio in quella situazione surriscaldata. E che ha fatto? Ha distratto Inuyasha, che se n'è andato lasciando in pace me e Kagome. Non avrei mai creduto ad una cosa del genere se non lo avessi visto con i miei occhi, non ricordo nemmeno l'ultima volta che abbiamo percepito la presenza di Sesshomaru nei dintorni."
Sango aveva la bocca leggermente aperta dallo stupore, ma non interruppe Shippo, né lo denigrò dicendogli che stava delirando. Il suo silenzio lo esortava a continuare.
  "E stanotte...ecco, siamo arrivati al punto in cui mi rimprovererai. Beh, stanotte sono andato verso la capanna di Kagome, mi sono nascosto..."
  "Shippo! Non mi dire che l'hai spiata!"
  "Volevo sapere! Non biasimarmi Sango, ma volevo sapere il motivo della sua felicità, visto che lei non me ne parla..." una cupa tristezza si dipinse sul volto della kitsune, che continuò il suo racconto.
  "L'ho vista uscire dalla foresta, nel cuore della notte...è tornata a casa con un sorriso così luminoso da far beffa alle stelle. E con sé portava, anche se tenue, l'inconfondibile odore di Sesshomaru."
Tra loro calò il silenzio. Sango non sapeva come controbattere, tutti nel loro villaggio potevano fidarsi dell'incredibile fiuto di Shippo. D'un tratto il demone alzò nuovamente lo sguardo su di lei, paonazzo in volto mentre cercava di trattenere le lacrime.
   "Io non la giudico, Sango, anzi! Sono così tremendamente felice di vederla ancora sorridere che non sto nella pelle e vorrei...vorrei essere felice insieme a lei! Capisci? Quello che mi fa male è che non me ne ha parlato, non ha condiviso con me la sua gioia. IO sono suo amico, il suo compagno di viaggio e di battaglie, eppure non si è aperta a me, me lo ha tenuto nascosto e continua a farlo tuttora! E mi sento uno schifo, anche perché sono arrivato al punto di spiare la mia migliore amica per sapere il motivo della sua felicità!"
D'istinto Sango lo abbracciò come solo una madre sa fare e Shippo prese a singhiozzare sommessamente sulla sua spalla.
  "Piccolo Shippo, non devi biasimarti." gli sussurrò accarezzandogli la testa fulva.
  "E non devi biasimare nemmeno lei. Avrà i suoi motivi per non parlartene, non credi? Hai provato a pensare che magari anche lei è in difficoltà quanto te?"
In quel momento fece la sua comparsa un Miroku decisamente assonnato, che per prima cosa constatò con amarezza e disappunto che qualcuno aveva già goduto della prima fetta di torta, per poi accorgersi di un lacrimoso Shippo tra le braccia di sua moglie, che lo fissava intimandogli di sparire come fumo al vento. Il monaco fece qualche passo indietro, optando per una mezzora di dormita in più.
   "Ma Sango...io-io non capisco perché non si confida con me...lei sa che può fidarsi ciecamente!"
   "Probabilmente ha paura, Shippo. Succede anche questo, quando si fanno cambi radicali nella propria vita. Hai pensato che avesse paura di parlarti, temendo una tua reazione negativa? Dalle il suo tempo. Prima o poi verrà a cercarci, e in quel momento l'accoglieremo tutti a braccia aperte."
Shippo sollevò lo sguardo lacrimoso e osservò il viso sereno di Sango, che si allargò in un sorriso confortevole.
   "Che ne dici di un'altra fetta di torta? Il latte dovrebbe essere qui a momenti!"

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