Capitolo uno: la villa

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"eccoci arrivati!" urlò mamma con quanto fiato aveva nei polmoni

ci eravamo appena trasferiti in una casa appena fuori la città di londra: una villetta rurale ,abbastanza vecchia appartenuta al mio bis nonno.

A dirla tutta non ero proprio felice di andare ad abitarci dato che quella casa la avevo odiata fin da piccola.

" è stupenda tesoro, proprio quello che fa per noi" disse sorridendo mio padre " e tu, Giada ,che ne pensi?"

"EHM.... è bellissima papi" si vedeva lontano un miglio che stavo mentendo perchè i miei genitori se ne accorsero subito.

Andai a parlare con mia sorella:" Sara io li dentro non ci voglio entrare mi fa paura..."

"Ma smettila geizz" nemmeno Dio sa quanto io odiassi quel soprannome" Sei proprio una gnoma fifona" detto questo si avvio dentro casa.

Sara ha 19 anni è alta,molto alta,capelli tra un castano e un arancione carota, si vestiva sempre nello stesso modo cioe jeans e t-shirt. Le volevo molto bene ma quando mi dava nomignoli del genere le avrei tirato il collo come una vecchia gallina.

Restai ferma immobile nel giardino a fissare la villa per un tempo che parve interminabile quando poi vidi mia mamma che fi fece segno di entrare. Cosi cominciai a camminare titubante verso la porta ed entrai.

Non era cambiato proprio nulla dalla ultima volta che ci ero venuta( avevo 6 anni): stessi mobili, stessi soprammobili e stessi quadri.

"Tesoro vuoi vedere la tua camera?" mi chiese mamma tutta pimpante.

feci di si con la testa e ci avviammo verso il piano superiore.

"ecco a te tesoro spero che ti troverai bene qui"

"certo mamma, mi ci troverò più che bene, grazie per il pensiero" e feci un sorriso il quale non poteva essere più falso.

" okay tesoro.... allora a dopo" e cosi usci.

Mi buttai nel vecchio letto e cominciai a guardare il soffitto, mi aveva sempre rilassato stendermi sul letto e pensare a me stessa.

Tutto il pomeriggio restai chiusa in camera a pensare, con la sola compagnia della mia stessa paura.

Forse quella casa mi aveva da sempre terrorizato per la storia che mi raccontavano.

"OH Giada sei proprio una fifona, te la raccontavano solo per tenerti lontana dai guai, tutto qui!" e mi misi a ridere come una deficente, senza capirne il motivo tanto che mia sorella, che dormiva nella stanza accanto, venne a controllare. Qando mi vide in questo stato non fece altro che dire" EHM... Giada ma stai bene che hai da ridere tanto?"

"No niente Sara ,sta tranquilla ,ho pensato a una cosa divertente" il fatto era che mi deridevo da sola.

Finalmente arrivo l'ora di cena, mi ingozzai come un maialino e poi corsi in camera a dormire.

"Mamma mia che mangiata stò per scoppiare. certo che stare senza lo spuntino per me è una tortura!"

Detto questo mi addormentai.

Marshall lee  and meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora