Passò qualche settimana da quella sera.
A volte nella mia mente si faceva strada lui, le sue lentiggini, i suoi occhi. Rimanevo imbambolata.
Il suo ricordo riusciva a distaccarmi dalla realtà, come nemmeno i miei adorati libri sapevano fare.Ma tutto questo non durava mai più di cinque secondi, perchè la mia logica tornava a prendere il controllo di me. E al posto dei suoi occhi, la mia mente calcolava solo le probabilità che c'erano di rivederlo: 0%.
"Una sciocca, è questo quello che sei! Non distrarti con lo stupido e sdolcinato ricordo di una persona che non rivedrai più. Ricordati dei tuoi obiettivi. Ricordati di quello che vuoi essere e studia."Era vero...era improbabile che l'avrei rivisto.
E la verità fa male, molto male.Ma ci pensò Margherita a tirarmi su.
Mi arrivò una notifica sul cellulare:
«Stasera ti voglio in piazza con noi, punto.»
Era lei, determinata come sempre.
Era davvero impossibile dirle di no.
E io le volevo bene anche per questo.Così quel sabato, dopo quasi un mese di quiete domestica, mi convinsi ad uscire di nuovo.
Ma questa volta avevo indossato una gonna in jeans e un top bianco merlettato. Non è mia abitudine indossare top corti, ma dentro di me sentivo che dovevo cercare di essere bella, volevo essere bella per qualcuno. Percepivo che sarebbe stata una serata diversa.Stessa storia, di nuovo fermata alla yogurteria.
Mentre ci incamminavano per fare la fila, una parte di me sperava tanto che fra tutte quelle persone ci fosse lui. Giravo la testa e scrutavo strade, negozi, incroci.
L'altra diceva che era meglio così, dimenticare quella sera e non vederlo più.«E-ehm...ciao...»
Qualcuno alle mie spalle aveva parlato.
Voce maschile, ma non forte. Si sentiva chiaramente l'imbarazzo. Ma era una voce che avevo già sentito, presente da qualche parte nella mia memoria.
Ma il mio cuore aveva già capito, e stava per schizzare fuori dal petto.
Leonardo."Voltati, cavolo! Che aspetti?! Uuh cara parte logica, ora come la mettiamo?"
"No, ferma! Sai cosa succede alla mente quando entrano in gioco i sentimenti. E tu, stupido cuore! Taci! Non confonderla."C'era una gran confusione nella mia testa. Non sapevo cosa fare.
Sentimenti o logica.
Era una vera battaglia.Alla fine mi voltai.
Feci finta di cercare chi mi avesse chiamato tra la folla, poi però mi armai di coraggio e lo guardai.
«Oh, ciao.» dissi cercando di sembrare calma e impassibile.
«Mh, Leonardo, ricordo bene?» continuai.
"Ricordo bene?"
Ovviamente ricordavo benissimo il suo nome, e lui. Il suo ricordo mi aveva tormentata.
«Sì, Leonardo. Tu Viviana.»
«Già, Viviana.» e sorrisi spontaneamente.«Vedo che ti piace proprio lo yogurt.» osservò sorridendo.
«In effetti lo adoro. A quanto pare tu nemmeno scherzi...» sorrisi e abbassai leggermente la testa, mettendomi i capelli dietro all'orecchio.
«No, infatti.» disse tutto d'un fiato.E poi mi baciò.
Così, di scatto.
In una frazione di secondo trovai le sue carnose e morbide labbra premute contro le mie, in un imbarazzante bacio a stampo.
Mi cadde il bicchiere di yogurt dalle mani, rovesciandosi tutto sulle mie scarpe.
Allungò le mani verso il mio viso e le poggiò con decisione, ma delicatamente, sulle mie guance.
Ero pietrificata, immobile.
Non ero per niente in grado di muovermi, di pensare, di reagire.
Non respiravo, ero in apnea.
Però, devo ammetterlo, era davvero bellissimo. Il mio primo bacio. Un bacio che mi era stato rubato.Cosa avrei dovuto fare?
Cosa fanno le persone normali quando uno sconosciuto dà loro un bacio all'improvviso?!
Avrei dovuto lasciarmi andare, lasciare che le farfalle che mi avevano invaso lo stomaco danzassero libere, oppure avrei dovuto staccarlo dalla mia faccia e scappare via?Non volevo perderlo.
Non volevo che lui credesse di non essere nulla per me.
Avrei voluto tanto cingergli il collo con le braccia e dirgli di rubarmi un altro bacio mozzafiato.Ma non volevo fare tutto così in fretta.
Non volevo sembrare perdutamente innamorata.
Non volevo dare l'impressione della "ragazza facile".
Non volevo che lui mi entrasse in testa.
Avevo paura di innamorarmi, di sciogliere quella corazza di ghiaccio che mi ero creata attorno al cuore.Volevo solo scomparire.
Ecco cosa volevo.
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Tutta colpa dello yogurt
RomanceViviana ha quindici anni. È una ragazza insicura, senza autostima però molto intelligente, ed ama i suoi preziosi libri. Si lascia guidare dal pensiero logico e dalle sue convinzioni, ma a causa di un ragazzo avverrà un cambiamento radicale in lei...