"Basta, devi staccarti. E' la cosa giusta da fare."
Così presi le sue mani, le allontanai dalle mie guance e mi feci indietro.
Avevo gli occhi pieni di lacrime, mi bruciavano.«Perchè lo hai fatto? Dimmi perchè lo hai fatto.» gli chiesi con la voce rotta per via di quel enorme nodo in gola.
Lui fece silenzio. Nessuna risposta. Stava solo con la testa bassa e le mani in tasca.«S-sei...Me ne vado!».
Mi voltai e iniziai a camminare spedita. Non avevo idea di dove stessi andando, ma dovevo assolutamente scappare da lui, dai miei sentimenti. La paura di soffrire bloccava i miei sensi, tappava la bocca al cuore. Era un'ossessione troppo grande per poterla assecondare, il terrore del dolore.«No, aspetta...».
Mi afferrò il polso.
Mi aveva bloccata tenendomi stretta con la mano, non voleva che io me ne andassi.
Mi girai e lo guardai negli occhi. Erano sempre bellissimi, ma io ero troppo stanca, troppo spaventata da quello che sarebbero potuti diventare per me, e dal pensiero che avrebbero potuto farmi così male un giorno.
«Cosa c'è ancora?! Non ti basta quello che hai fatto? Vuoi ancora giocare con me?!».
Strattonai il braccio e lui mollò la presa.«Tu mi piaci, Viviana!»
Era rosso come un peperone e sudava, tanto.
«Mi sei piaciuta fin dal primo istante. So di essere stato un cretino a baciarti, forse ho perso tutte le possibilità. Ma l'ho fatto per farti capire i miei sentimenti.»
Non riuscivo più a trattenere le lacrime.Intanto le mie amiche stavano uscendo dalla yogurteria.
Margherita si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio:«Ti aspettiamo più avanti». Feci un segno di assenso con la testa.
In quel momento la invidiai tanto.
Lei poteva mangiare il suo yogurt in santa pace mentre scherzava con le altre, e io invece no! Dovevo stare lì, con gli occhi che stavano per esplodere, in bilico tra ragione e sentimento.«Ma non sai nemmeno chi sono, cosa faccio, quanti anni ho...non sai nulla di me!»
«Mi basta sapere che sei la ragazza più bella dell'universo».
Mi portai le mani in testa, come se volessi evitare l'esplosione del mio cervello.«Smettila! Ti prego, finiscila. Non sono ciò che pensi. Stai aprendo il tuo cuore alla persona sbagliata.»
«Non credo.»
«Sì invece!»ribattei.
«Io sono una persona con idee strane. Per me tutto quello che conta davvero è studiare e raggiungere i miei obiettivi. Non permetto mai al mio cuore di battere per qualcuno, offuscherebbe solo il mio intelletto...»Mentre io facevo il monologo su me stessa, lui prese un fazzoletto che era su uno dei tavolini, lo divise in due e sfilò una penna dalla tasca.
Pensai: quanti ragazzi escono con una penna in tasca? Nessuno. E mi resi conto che era sul serio diverso, come me.
Su una delle due parti scrisse una sequenza di numeri, l'altra me la porse.«Per favore, scrivi il tuo numero.»
Quindi quella sequenza irregolare era il suo numero.
«Perchè? Ti ho appena detto che sono la persona sbagliata.»
«Forza, scrivilo e basta.»
«Uff»
Mi poggiai sul tavolino e lo scrissi.
Piegò il foglietto che aveva scritto lui e me lo poggiò delicatamente sulla mano. Ritirò lentamente la mano accarezzandomi il palmo.
Io invece presi carta e penna e gliele sbattei sul petto.
«Ora posso andare?!»
«Non posso trattenerti ancora...»
Lo disse con una voce davvero triste e rassegnata.Mi feci pena da sola.
Camminai verso le mie amiche.
Margherita mi venne incontro e mi abbracciò.
Allora io finalmente feci uscire tutte le lacrime che avevo accumulato.
"Perchè? Perché io? Perché a me?"
Ripetei questa frase per non so quante volte.
STAI LEGGENDO
Tutta colpa dello yogurt
RomanceViviana ha quindici anni. È una ragazza insicura, senza autostima però molto intelligente, ed ama i suoi preziosi libri. Si lascia guidare dal pensiero logico e dalle sue convinzioni, ma a causa di un ragazzo avverrà un cambiamento radicale in lei...