Mentre preparavamo le armi e i vestiti Gally mi si avvicinò «cosa hai intenzione di fare ora?» chiese affiancandomi «ho intenzione di seguire il piano e liberare Minho.» gli risposi tranquillamente «intendo con Alan» «spero di trovarlo insieme agli altri per portarlo via da quel manicomio...Gally, mi prometti una cosa?» lo guardai seria «certo. Dimmi pure»
«nel caso non ce la facessi... promettimi che ti prenderai cura di lui e che non volterai le spalle agli altri. Ti prego» gli presi la mano che teneva sopra il tavolo implorandolo con lo sguardo «te lo prometto. Ma tu giurami che non farai nessuna pazzia» sorrisi più tranquilla «te lo giuro»Quando fummo tutti pronti e calò la notte percorremmo tutti il tunnel della fogna che ci avrebbe portato nella città.
Una volta fuori ci dividemmo. Frypan andò in una direzione, Brenda in un'altra, Thomas e Newt, scettico dal lasciarmi andare, seguirono Teresa vestiti da soldati della Wicked mentre io e Gally, anche noi travestiti, raggiungemmo l'edificio da un'altra strada per non dare nell'occhio.Newt, Thomas e Teresa ci raggiunsero a livello del parcheggio sotterraneo e insieme ci dirigemmo alle scale di emergenza. Teresa aprì la porta con l'impronta digitale permettendoci di entrare per scendere al piano -3 dove aveva detto si trovassero i ragazzi. Gally si fermò davanti a un contatore e lo aprì, con un po' di fatica, con una piccola sega elettrica. All'interno attaccò una sorta di scatoletta nera prima di richiuderlo.
Nel mentre ci eravamo abbassati le maschere perché in quelle tute si moriva dal caldo. Iniziai a sentire di nuovo quel fastidioso ronzio nelle orecchie quindi strinsi gli occhi per attutirlo concentrandomi sul rumore della sega. Per fortuna passò poco dopo ma al suo posto sentii un forte fastidio alla gola che mi fece tossire più volte; immaginai che fosse colpa dell vene che stavano salendo verso il cervello ma mi imposi di rimanere concentrata sulla missione.Tornammo a scendere le scale finché non rangiungemmo il livello -3 dove si trovava solo una porta che fu aperta dall'interno da un uomo che subito Gally colpí con un proiettile elettrico. Lo stesso facemmo con tutti quelli che trovammo all'interno.
Eravamo in una stanza circolare nella quale si aprivano tre porte mettaliche azzurre e una più grande blindata dall'altro lato. Aprimmo quelle più piccole: in due si trovavano circa 14 ragazzi a testa, la terza rivelò solo un bambino più giovane degli altri, biondo e leggermente ricciolino.
Mi tolsi la maschera «Alan» andai da lui che mi abbracciò forte. Vidi che stava bene «mamma che sta succedendo?» mi guardò spaventato vedendoci con le armi in mano e i soldati a terra «ti portiamo via da qui amore. Non devi avere paura di loro» indicai i miei compagni «sono amici»
Lui annuii stringendosi a me «mi sei mancata mamma...pensavo mi avessi abbndonato...» sussurrò «non ti abbandonerei mai amore, e anche tu mi sei mancato»Gally nel mentre stava aprendo la cella blindata mentre Thomas e Teresa stavano cercando di capire perché Minho non fosse lì. Teresa guardò nel computer «l'hanno trasferito nell'ala medica. È dall'altra parte dell'edificio» Thomas disse «bene, portami da lui. Adesso»
Newt disse «vengo con te» Thomas cercò di convincerlo a rimanere con Gally ma non ci riuscì «non ce la puoi fare da solo. Minho viene prima di tutto ricordi?» Gally si intromise «andate stiamo perdendo tempo. Io prendo il siero, ci vediamo di sotto»
Raggiunsi Newt «vengo anch'io. Tre sono meglio di due» e rimisi la cinghia dell'arma a tracolla. Mi sentii tirare la manica «mamma e io?» mi abbassai al suo livello «tu rimani qui con il tuo papà okay? Ti proteggerà lui» gli si illuminarono gli occhi «papà?» annuii e lo portai da Gally che, vedendolo si fermò «papà!» Alan corse tra le sue braccia stringendolo con le sue manine. Non ci volle molto prima che Gally lo stringesse a sé, anche se probabilmente non si ricordava molto di lui. Guardò il bambino e poi me «ci penso io, sta tranquilla» sorrisi e lasciai un bacio tra i capelli del bambino per poi raggiungere fuori Newt, Thomas e Teresa.Lei ci portò di nuovo al piano terra per salire sull'ascensore, il modo più veloce per raggiungere l'ala medica.
Salimmo tutti e quattro ma, mentre si stavano chiudendo le porte, una mano si infilò tra esse facendole riaprire e Janson entrò in ascensore con noi «fai gli straordinari. È questo che mi piace di te Teresa. A prescindere da quanto vadano male le cose, tu non ti arrendi mai. In momenti come questo serve un amico su cui contare» le disse Janson «sì lo terrò a mente» disse lei. «c'è una cosa che dovresti sapere. Una confidenza tra amici. Thomas è qui....Hanno rilevato la sua presenza fuori dalle mura» lei lo guardò e, per fortuna sembrò stupita «Ava non voleva che lo sapessi ma è probabile che provi a contattarti e, se lo farà, vorrei essere la prima persona a saperlo» continuò lui «vuole ucciderlo?» chiese Teresa «sarebbe un problema?».
Il mio istinto mi diceva di dargli una botta in testa ma per fortuna l'ascensore si fermò al nostro piano lasciandoci scendere tutti e quattro.Mentre camminavamo Teresa si rivolse a Thomas «Thomas devi ascoltarmi. Quel siero non salverà Amelia né Newt. Gli farà guadagnare del tempo ma-» proprio Newt la interruppe «non ascoltarla cerca di distrarti» «Thomas devi ascoltarmi. Lo sai cosa sta succedendo? La gente, il mondo sta morendo. C'è qualcosa nel tuo sangue che non capisco» continuò lei. Ci fermammo davanti a una porta che Thomas le ordinò di aprire. Lei lo fece «voglio solo farti dei test. Ti giuro che ti proteggerò» Thomas allora perse la pazienza e si tolse la maschera buttandola a terra «ah sì? Come hai protetto Minho?» Newt provò a farlo ragionare «quanta altra gente ci vorrà? Quante altre persone devono catturare, torturare e uccidere mh? Quand'è che finirà?» «finirà quando troviamo una cura»
«non c'è nessuna maledetta cura!» sbottò esasperato Thomas alla fine. Penso che in quel momento distrusse ogni speranza che aveva Newt di salvarmi e ogni mia speranza di salvare Newt.Arrivò Janson che gli puntò una pistola addosso. Lo stesso fece lui ma arrivarono altre guardie armate da ogni lato ordinandogli di buttare la pistola. Thomas afferrò Teresa e le puntò la pistola alla gola mentre Newt e io tenevamo sotto tiro le altre guardie.
«indietro, digli di stare indietro. Diglielo!» urlò Thomas «andiamo Thomas. Sono io. Ti conosco da tanto, non le spareresti mai» disse Janson «ne sei sicuro?» «okay, allora fallo. Sparale» Janson alzò le mani e abbassò la pistola. Thomas ovviamente non riuscì a spararle; allora Teresa spinse indietro lui e Newt e tirò verso il basso una leva che fece chiudere un vetro di emergenza separandoci da Janson che iniziò a spararci addosso insieme ai soldati ma i proiettili nemmeno scalfivano il vetro.
Io e Newt buttammo a terra la maschera e, quando Janson mi guardò feci la stessa espressione che aveva fatto lui l'ultima volta che ci eravamo parlati: lo guardai con superiorità e insieme agli altri ce ne andammo percorrendo il corridoio.