Capitolo |4|

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Gally, prima che iniziassi a parlare, disse «ho sentito che diceva che sei una di loro. È vero?» mi guardò sperando che non lo fosse.
Incominciai dall'inizio «dopo quello che è successo nella Radura mi sono risvegliata alla Wicked. Mi avevano curata e ridato la memoria. Lì mi fecero incontrare Ava Paige che mi rivelò una cosa che ancora non ricordavo... di essere sua nipote, la figlia di sua sorella. Mi ha cresciuto lei dopo che mia madre si era ammalata. Mi ha cresciuto alla Wicked inculcandomi nella testa che la cura fosse l'unica speranza e che, per ottenerla, avremmo potuto usare ogni metodo possibile. Non so se mi abbia mai voluto bene veramente. Ha sempre preferito Thomas e Teresa a me. Quando ero più piccola mi ha persino costretta a...ad avere un bambino. Solo per capire che figlio sarebbe nato da un immune e un non immune.» Gally mi interruppe «aspetta, vuoi dire che mio figlio potrebbe non essere immune?!». Frypan si intromise con gli occhi strabuzzati «aspetta un attimo. Tu e Amelia avete avuto un bambino? Da quanto lo sai?» Gally gli rispose «nella Radura entrambi l'abbiamo ricordato». Thomas si uní al discorso «ma se Gally è immune vuol dire che...» e mi guardò negli occhi.
Decisi di ignorare ciò che aveva detto «Gally, Alan è immune. L'ho incontrato alla Wicked. Quella comunque non è stata l'unica cosa che ho scoperto. Mi ha detto che non tutti siamo immuni. Mi ha detto che io stessa non lo sono...e nemmeno Newt» mi girai a guardarlo vedendo i suoi occhi farsi vacui «Ava mi ha chiesto di scegliere tra lei e voi. Ho scelto voi perché, nonostante avessi di nuovo la memoria non approvavo né approvo tutt'ora i loro metodi. Mi disse che se me ne fossi andata non sarei mai più potuta tornare ma non avevo la minima intenzione di mandare altri ragazzi a morire e nemmeno di lasciarvi. Prima di farmi andare mi ha dato del siero in modo che non mi ammalassi per un po' ma io l'ho dato a Newt. Lo stesso ho fatto dal Braccio Destro quando siamo andati alla tenda di Mary. Gli ho fatto iniettare l'ultimo siero che le rimaneva, quello che aveva estratto da Thomas...prima non ero io. Era l'eruzione a controllarmi. Ormai mi è impossibile nasconderlo» mi scoprii il braccio dalla giacca mostrando le vene nere che lo percorrevano. Vidi i ragazzi guardarmi con compassione «n-no non è possibile che non ci sia più niente da fare» disse Newt guardandomi con occhi disperati «Newt l'ho preso due settimane fa. Dovrei già essermi trasformata. Sono stata fortunata a rimanere cosciente per così tanto tempo ma è troppo esteso per poter fare qualcosa» «n-no è impossibile. Ci deve essere un modo!» «no Newt! Queste vene le ho su tutto il corpo okay?! Tutto quanto! Manca poco prima che arrivino al cervello. Non c'è più niente da fare!» urlai non volendo sentire false speranze perché sicuramente mi ci sarei aggrappata per non arrendermi all'evidenza. Continuai abbassando il tono «non ti sei ammalato. Mi basta questo» riuscii a zittirlo ma mi si spezzò il cuore vedendo i suoi occhi lucidi. Presi un respiro profondo prima di finire il discorso «ora sapete la verità ma comunque la priorità rimane Minho. Siamo vicinissimi a trovarlo quindi prima porteremo a termine quello per cui siamo qui, meglio sarà per tutti.»

Nessuno proferí parola quindi mi andai a sedere «muoviamoci con questa cosa Teresa» dissi alludendo alla rimozione del localizzatore. Lei si avvicinò e fece un taglio col bisturi dietro il mio collo, ovviamente senza anestesia. Strinsi gli occhi per il dolore ma almeno riuscii a ricacciare indietro le lacrime.
Ci mise un quarto d'ora circa per togliere tutto il localizzatore, ricucire e mettere una garza. Mi rifugiai subito in una stanza col "letto", che in realtà era solo un materasso spoglio a terra, non reggendo gli sguardi compassionevoli degli altri che mi facevano sentire ancora peggio. Cercai di riposare sentendomi improvvisamente stanca e con la testa pesante, e per un po' ci riuscii, ma un  quarto d'ora dopo Newt entrò nella stanza venendo a sedersi vicino a me ma non riuscendo a guardarmi. «avresti potuto salvarti...perché l'hai fatto? Hai un figlio che ha bisogno di te, Gally ha bisogno di te...io ho bisogno di te....ora sarò anche al sicuro dal virus ma non lo sarò per sempre. Dandomi quel siero mi hai imposto una cosa che non ti avrei mai lasciato fare se l'avessi saputo. Sai perché? Perché così mi stai costringendo a vederti impazzire, a vederti morire per la seconda volta senza poterti aiutare...io ti amo più di me stesso. Non posso vivere senza di te... Mi ucciderei piuttosto che vivere senza di te. Quindi ti prometto che troveremo il modo per salvarti. Te lo giuro. A costo di tornare nella Radura troverò un modo per tenerti con me» alla fine del discorso trovò il coraggio di guardarmi negli occhi; quelli di entrambi erano lucidi. Solo allora capii il significato del mio tatuaggio: "il sacrificio".

Lo abbracciai forte nascondendo il viso nel suo collo non riuscendo più a trattenere le lacrime. Quando cessarono mi prese il viso tra le mani premendo le labbra sulle mie ormai salate. Ci baciammo a lungo trasmettendoci a vicenda tutto il nostro amore. Quando si staccò mi asciugò il viso continuando a guardarmi negli occhi «ti amo Amelia» sussurrò sfiorando il mio zigomo con un dito «ti amo anche io Newt. È per questo che mi sono sacrificata per te. Prima non lo sapevo ma ora me ne sono resa conto. Spero che potrai perdonarmi per la mia scelta» «ti ho già perdonata...almeno in parte» sorrise.

Si sdraiò sul letto e io feci lo stesso appoggiando la testa sul suo braccio lasciandomi stringere dalla vita. Tenni il viso rivolto verso il suo per permettergli di lasciare piccoli baci sulla mia fronte e sulle mie labbra. «non so se voglio ma...posso vederlo?» mi chiese ad un certo punto. Annuii sapendo a cosa si riferisse e mi misi seduta sfilandomi la giacca. Già rimanendo in maniche corte si vedeva quanto fosse esteso visto che le braccia erano ancora più coperte di quando le avevo viste prima nel bagno. Togliendomi la maglietta vidi i suoi occhi farsi ancora più tristi. Guardandomi notai come si fosse esteso velocemente in così poco tempo. Notandolo sul punto di piangere mi vestii riempiendo il suo viso di baci «non ti preoccupare. Sono ancora io. C'è ancora tempo» dissi cercando di convincere più me che lui. Annuì e si asciugò gli occhi alzandosi poi in piedi «torniamo di là? Penso abbiano finito» presi la sua mano alzandomi e lo seguii nell'altra stanza dove Teresa aveva finito tutti e stava concludendo Thomas. Jorge era già partito.
Thomas si alzò di scatto allontanandosi da Teresa che sentii chiedere «non mi credi?» e lui rispondere «ti aspetti che lo faccia? Hai fatto la tua scelta». Gally si avvicinò facendoli dividere per poi portare via Teresa. Decisi di non intromettermi; quei due avevano già troppi drammi. Non c'era bisogno che si aggiungesse anche qualche impiccione.

Io e Newt ci sedemmo in un angolo; insisteva che riposassi prima di partire avendo paura che, sforzandomi troppo, si sarebbe velocizzata la mia trasformazione. Nonostante lo assicurai che non funzionava così lo accontentai per tranquillizzarlo.
Guardandomi intorno notai Brenda e Thomas che parlavano. Era palese che lei ne fosse innamorata; ma era anche palese che Thomas e Teresa avevano forti sentimenti l'uno per l'altra, anche se lui faceva il distaccato. Provai compassione per Brenda. Era ovvio che ne sarebbe uscita ferita. Cercai di non pensare che anche Newt e Gally probabilmente avrebbero sofferto lo stesso ma non fu affatto facile.

The Maze Runner - The SacrificeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora