Capitolo |8|

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Amelia's pov

Mi svegliai sdraiata su una branda all'interno di una capanna di legno. Guardandomi intorno, di primo acchito pensai di essere nella radura e che fosse stato tutto un sogno. Mi tirai seduta di scatto quasi in panico -non poteva essere stato tutto finto- ma per fortuna entrò una donna che non avevo mai visto -e che di sicuro non era con noi nel labirinto- che mi tolse ogni dubbio.
«buongiorno Amelia. Come ti senti?» mi chiese con voce dolce e calma prendendo uno stetoscopio da una scatola «sto...sto bene» risposi con voce rauca toccandomi la gola con la mano; la sentivo dolorante.
Lei si sedette vicino a me e mi visitò «sì. Stai decisamente bene, grazie al cielo. Spogliati, datti una lavata e mettiti i vestiti puliti. Poi potrai andare dai tuoi amici» disse la donna sorridendo «sei stata fortunata» continuò prima di uscire dalla capanna. 

Con un po' di fatica -i miei muscoli erano tutti indolenziti- mi girai e scesi dal lettino poggiando i piedi nudi sul legno del pavimento sentendolo caldo e confortante, tutto il contrario di quello gelido di quando mi ero svegliata alla WCKD.  Guardandomi momentaneamente attorno per controllare che nessuno potesse vedermi dall'esterno mi spogliai e mi lavai con l'acqua di una bacinella che, dopo aver finito, era diventata nera dallo sporco e dal sangue rappreso che avevo addosso.
Andai a prendere i vestiti che c'erano su una mensola ma, vedendo uno specchio -o meglio un frammento di quello che un tempo era uno specchio-, mi fermai.  Mi misi di fronte ad esso e vidi che le vene nere erano completamente sparite da ogni parte del mio corpo; avevo solo una cicatrice, di cui non ricordavo la causa,  sulla fronte e alcuni lividi. Sorrisi al pensiero di non essere più in pericolo ma mi chiesi come fosse stato possibile che avessero trovato una cura da darmi prima che fosse troppo tardi per me. D'altronde non sapevo quanto tempo fosse passato da quando avevamo liberato Minho. 
Mi asciugai e indossai i pantaloni verde militare, la canottiera bianca e le scarpe che mi aveva fornito la donna, pettinai i capelli ed uscii spostando la tenda che fungeva da porta.

Fui subito investita da un forte odore salmastro e dai raggi del sole che mi accecarono per un momento. Quando riuscii a mettere a fuoco notai che mi trovavo in una spiaggia, il mare limpido davanti nel quale vidi galleggiare la vecchia nave che Vince alla fine era riuscito a sistemare; un boschetto e dei campi coltivati dall'altro lato.
C'era il sole ma non faceva caldo come nella zona bruciata. Sembrava che in quel luogo non ci fossero mai state le eruzioni solari. Sembrava tutto così innaturale date le condizioni del resto del mondo.

Camminai sulla sabbia dirigendomi verso un gruppo di capanne di legno sotto le quali vedevo amache appese o brande a terra come quella dell'infermeria. 
Notai una pila di legna per falò al centro della spiaggia, da un lato una grande pietra rettangolare infilata nel terreno e dall'altro delle panche disposte in semicerchio a simulare un anfiteatro greco.

Su quelle panche erano seduti dei ragazzi che chiacchieravano con tranquillità.
Spingendo lo sguardo un po' più in là vidi Alan seduto su un masso vicino a Gally; stavano ridendo.
Sorrisi vedendo che, nonostante Gally non si ricordasse completamente di lui, andavano così d'accordo. Mi avvicinai e a metà strada chiamai Alan ad alta voce in modo da attirare la sua attenzione. Lui si girò e corse verso di me saltandomi in braccio «mamma!» risi stringendolo «ehi scricciolo» gli baciai la testa «stai meglio mamma?» chiese preoccupato ma quando mi vide annuire sorrise con gli occhi che brillavano «andiamo da papà!» lo posai a terra e mi prese per mano portandomi da Gally che ci stava guardando con un leggero sorriso sul volto.
Una volta davanti a lui ci abbracciammo «per fortuna ti sei svegliata...pensavo avresti dormito ancora per molto...iniziavo a temere che non ti saresti svegliata più» sussurrò e io allontanai il viso in modo da poterlo guardare «che intendi? Per quanto ho dormito?» «poco più di una settimana. Ci hai fatto preoccupare molto sai?» abbassai lo sguardo appoggiando la fronte sul suo petto.
Inizia a cercare nella mia memoria gli ultimi ricordi che avevo: l'ultima cosa che ricordavo era che Newt e Thomas mi stavano trasportando da Brenda.
Newt!
Alzai di nuovo la testa per guardare Gally. Aprii leggermente la bocca ma non ci fu bisogno che parlassi perché capì  da solo cosa stavo per chiedergli «sta dormendo. È stato al tuo capezzale da quando siamo arrivati fino a stamattina presto. Minho l'ha convinto ad andare a dormire. È in quella capanna lì» indicò una casetta di legno isolata rispetto alle altre.
Tornai a guardarlo «mi dispiace per...» per aver scelto lui e non te
«Non preoccuparti... appena ho visto come vi guardavate ho capito che foste innamorati. Non posso obbligarti a stare con me se non vuoi» disse alzando le spalle fingendosi indifferente, ma sapevo stesse soltanto costruendo un muro attorno ai suoi veri sentimenti. «rimani comunque il padre di Alan...sono felice che andiate d'accordo. Gli sei mancato molto» sorrise alle mie parole e guardò il bambino che giocava con un orsetto di peluche. «sì beh...è un bambino magnifico»

Mi diressi alla casetta. Era l'unica, oltre all'infermeria, con quattro pareti; spostai la tenda ed entrai. C'erano solo due stanze: una principale con una branda, una lampada di quelle che si illuminano con le candele e un tavolo con una sedia, e una più piccola che sembrava fungere da bagno.

Sulla branda era sdraiato Newt, rannicchiato con una giacca tra le mani. Avvicinandomi riconobbi la giacca della Wicked che indossavo in città.

Mi sedetti sul materasso vicino a lui guardandolo dormire tranquillo. Aveva delle grandi occhiaie sotto gli occhi e i capelli completamente spettinati, cresciuti non di poco dalla radura, che gli coprivano gli occhi. Posai una mano sulla sua guancia accarezzandogliela per poi spostare delicatamente i capelli dal suo viso. Lo sentii mugolare stringendo la giacca tra le mani «shh sono qui» sussurrai baciandogli la fronte sdraiandomi poi vicino a lui.
Continuai a guardarlo dormire; qualche minuto dopo sbadigliò e aprì gli occhi che si illuminarono vedendomi. «Amy!...ti sei svegliata» sorrisi e gli presi la mano mentre lui alzò il busto sorreggendosi su un gomito per guardarmi «come ti senti?» chiese studiandomi il viso con lo sguardo «sto bene Newt. Ma come avete fatto a farmi guarire?» «mentre cercavamo di portarti alla berga Teresa ha detto a Thomas attraverso gli altoparlanti della città che il suo sangue è la cura. Siamo riusciti a darti il siero e poi la cura per fortuna» mi spiegò e sorrise «quindi senza saperlo ti ho reso immune» dissi e lui annuì sorridente «non ti ringrazierò mai abbastanza per questo» «sono io che devo ringraziarti. Se non fossi stato la mia ancora sarei impazzita molto prima» dissi stampandogli un bacio sulla guancia «ti va di raccontarmi cosa è successo dopo che Minho e Gally se ne sono andati? Non me lo ricordo» chiesi e lui abbassò lo sguardo «mentre ti stavamo portando sei svenuta; sembravi morta. Ma poi ti sei alzata e...ci hai attaccato. Il virus ti stava controllando ma siamo riusciti a bloccarti e Thomas ti ha steso. Per fortuna è arrivata Brenda con il siero. Ti abbiamo portato alla berga e siamo andati a recuperare Thomas alla Wicked. Aveva con sé la cura. Ma Teresa è morta per salvarlo... il palazzo è crollato.» raccontò «ora mi spiego la cicatrice» la sfiorai con un polpastrello e lo stesso fece lui dopo di me «Thomas sarà distrutto per Teresa...era ovvio che provasse qualcosa per lei, e viceversa.» lui annuì alle mie parole prima di posare le labbra sulla mia fronte e sussurrare «non so che avrei fatto se ti avessi persa» posai una mano sulla sua guancia accarezzandogli lo zigomo col pollice per poi premere le labbra dolcemente sulle sue.

Uscimmo dalla capanna dopo diverso tempo per raggiungere Minho e Thomas che stavano seduti su una scaletta che portava alle tende. Quando mi vide, Minho corse da me abbracciandomi, felice che fossi guarita. Invece Thomas mi salutò semplicemente una volta che lo ebbi raggiunto «ti ringrazio Thomas. Senza di te sarei ancora lì tra gli spaccati. E grazie anche a te Minho. Avete entrambi permesso che mi salvassi; vi devo un favore» Minho sorrise facendomi l'occhiolino «di nulla principessa», invece Thomas disse «anche se non ci conosciamo bene so quanto i ragazzi tengano a te. Non potevo lasciarti lì sapendo di poterti salvare» sorrise e io lo guardai con riconoscenza.
Ci sedemmo vicino a loro senza che Newt mi lasciasse la mano. Allora vidi arrivare Alan di corsa seguito da Gally  che teneva in mano l'orsetto di peluche. Prima che ci raggiungesse chiesi ai ragazzi «avete già conosciuto Alan?» tutti e tre risposero di no. «mamma mamma! Guarda cosa mi ha fatto papà!» mi mostrò sorridente un dinosauro intagliato nel legno «è proprio bello piccolo mio... Guarda. Ti presento delle persone. Lui è zio Minho» indicai il ragazzo che gli sorrise «lui è zio Thomas, e lui è...è Newt» Alan sorrise a Thomas e Minho ma guardando Newt notò che mi teneva per mano «è il tuo fidanzato mamma?» io annuii impercettibilmente sperando in una reazione positiva ma Alan semplicemente tornò da Gally scoccando un'occhiataccia al biondo che abbassò la testa «mi odia perché non stai più con suo padre...» disse triste «vedrai che col tempo ti conoscerà e sarà felice di noi» gli baciai la guancia stringendogli la mano «forse dovrei lasciarti tornare da lui...» continuò stavolta abbassando la voce in un sussurro «non ci pensare nemmeno. Detto così sembra che mi stai obbligando a stare con te quando non è affatto così. Io ti amo, per questo l'ho lasciato» dissi facendo in modo che mi guardasse negli occhi «io non ti lascio Newt» finii decisa e lui fece un piccolo sorriso «scusa...» disse imbarazzato prima di darmi un bacio sulla fronte, che io trasformai in uno sulle labbra ma dal quale lui si staccò sentendo le risatine di Thomas e Minho dietro di noi.
Li fulminai con lo sguardo «vi ci dovrete abituare. E se non vi va bene giratevi dall'altro lato» mi girai verso Newt prendendolo dalla maglietta, avvicinandolo a me e baciando di nuovo le sue labbra aperte in un sorriso.

The Maze Runner - The SacrificeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora