Capitolo 3 - Benvenuto al Campo

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I momenti successivi al mio svenimento sono molto confusi ancora adesso. Sentivo qualcosa, nomi e ordini
- Will! Devi venire!!
- Bisogna portarlo al campo
- Ce la farà?- riconobbi la voce di Marcus
- Non lo so...

Mi svegliai diverse volte, svenendo subito dopo. Quel poco che mi ricordo è un ragazzo biondo che mi imboccava qualcosa che sapeva di cioccolata calda. Questo mi ricordava le serate passate a vedere film sul divano con Emma e bastava per farmi sentire al sicuro.

Finalmente quando mi svegliai e guardai in giro notai che mi dovevo trovare in un'infermeria. Non c'era nessuno e non ce la feci di aspettare qualcuno per chiedere il permesso di uscire. Mi sedetti e sentii un dolore allo stomaco che mi fece sobbalzare. Non ricordo di aver urlato, ma un ragazzo entrò subito nella camera e lo riconobbi come colui che mi imboccava mentre dormivo. Era bello, tipico aspetto da surfista: alto, capelli biondi (simili ai miei), abbronzato. Doveva avere qualche anno in meno di me.
- Devi stare sdraiato, Lewis - mi disse lui
- Chi sei? Dove mi trovo? - chiesi io
- Devi stare tranquillo, sei in un posto sicuro. Hai affrontato il Minotauro, sei fortunato ad essere vivo con quello che ti ha fatto- e instintivamente mi portai la mano sulla ferita. Inevitabilmente sussultai.
- Dai stenditi e riposa, quando ti sarai ripreso ti spiegheremo tutto- disse aiutandomi a stendere. Il suo tocco era deciso ma allo stesso tempo delicato. Nonostante mi fossi svegliato poco prima mi sentii subito stanco e nel momento in cui toccai il materasso morbido sotto di me chiusi gli occhi e mi riaddormentai.

Dovevano essere passati diversi giorni quando iniziai ad avere una routine normale senza svegliarmi e riaddormentarmi nelle ore più disparate del giorno. Mi erano magicamente apparsi dei vestiti vicino al comodino: maglietta arancione e jeans neri. La mia prima discussione fu con il ragazzo biondo. A quanto pare di chiamava Will ed era il medico del campo. Mi iniziò a spiegare come stavano le cose. Se ero lì era perchè ero figlio di un dio dell'antica grecia.
- Ma non può essere, entrambi i miei genitori sono mortali- gli spiegai io.
- Credo che tua madre o tuo padre si siano sposati dopo che uno dei due abbia avuto te con un dio, è l'unica soluzione. Se tu fossi stato un mortale non saremmo riusciti a portarti qui- rispose lui. Aveva una voce melodiosa e riusciva a infondermi tranquillità. Mi arresi, a quanto pare ero un semidio
- Come faccio a sapere chi è questo fantomatico genitore? C'è una sorta di test? - chiesi io
- Ahah no, però sarebbe una bellissima idea - rispose lui ridacchiando - deve essere il tuo genitore divino a riconoscerti-
- Bene, conoscendo la mia fortuna non si ricorderà che esisto - dissi io sempre più pessimista
- Eddai, su con il morale, vedrai che ti riconoscerà in questi giorni- mi consolò Will.
A quel punto gli chiesi chi fosse il suo genitore divino e lui rispose che si trattava di un certo Apollo
- Mmmh, mi sa che devo fare un bel ripasso sugli dei dell'Olimpo
- Mi sa che ti tocca
E scoppiammo in una sonora risata

Il giorno dopo mi accompagnò per il campo spiegandomi come funzionasse e presentandomi qualche suo amico. Scoprì che era fidanzato con un ragazzo di nome Nico, figlio di Ade, che però sembrava quasi il contrario di lui: pelle olivastra, capelli neri e sguardo cupo. Ebbi un pò di invidia ma non capì bene il perchè. Mi fece vedere delle capanne che formavano la lettera dell'Omega e  che funzionavano da residenze per semidei. Ve ne erano moltissime e Will mi spiegò che ogni Casa era dedicata a un dio e ci abitavano i propri figli.
- Io abito in quella casa lì, la casa numero 7- spiegò lui indicando un edificio molto luminoso, tanto da sembrare fatto d'oro.
Mi fece vedere l'anfiteatro dove ogni sera si riunivano i campisti, la mensa, l'arena di combattimento, i campi di fragole, la fucina (- passerai qui la maggior parte del tempo se sei un figlio di Efesto- aggiunse) e molto altri posti. Esausti (forse più io, ma ehi, ero appena stato incornato da un Minotauro!), ci fermammo sulla spiaggia.
- Qui, ogni estate sparano i fuochi d'artificio preparati dai figli di Efesto. È uno spettacolo, te lo assicuro
- Mi fido di te allora- ansimai - è tutto magnifico qui, non sono mai stato parte di qualcosa così grande... ma aspetta, I miei genitori i miei amici?! Quanto tempo sono stato svenuto?- iniziai a dire sempre più nel panico
- Non ti preoccupare Lew- rispose lui con tranquillità - Chirone in persona, l'istruttore del campo, è andato a manipolare la foschia in modo che tutti i tuoi conoscenti pensino che sei andato da qualche parte in modo che non si preoccupino. Stai tranquillo
- Oddio, mi stavo prendendo un colpo- risposi io.
- Benvenuto nel Campo Mezzosangue Lewis- fece Will
Rimanemmo lì fino al tramonto a parlare. Questo fino a quando andammo a mangiare al padiglione della mensa. Infatti Will mi assicurò che ero in salute per poter essere presentato agli altri.
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