Capitolo 8 - Scopro i miei poteri

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Arrivati alla mensa, Will mi accompagnò al tavolo 7 mentre Thomas si diresse verso il tavolo 12 dove trovò il suo nuovo fratello, Pollux. Appena arrivammo al nostro tavolo tutti ci salutarono, chi abbracciando, chi con una stretta di mano. Dopo il saluto, Chirone ci presentò.
- Diamo il nostro benvenuto a Thomas e Lewis, entrambi riconosciuti durante la caccia alla bandiera nella giornata di ieri...- partirono molti applausi e ci invitarono ad alzarci. Ci guardammo a distanza con sguardo imbarazzato.
Dopo i brevi avvisi del nostro istruttore andammo all'anfiteatro come di consuetudine. Ormai, notte fonda, ci dirigemmo tutti nelle nostre capanne.

Will mi accompagnò alla casa 7 che, senza la luce del sole, non faceva più quell'effetto dorato, rendendo l'edificio normale. All'interno, vidi dei letti a castello su entrambi i lati e un lettino al centro della cabina che Will mi spiegò come fosse utilizzato per i feriti. Travi di cedro ruvido costellavano il soffitto mentre le pareti di gesso bianco erano spoglie tranne per alcuni ganci per cappotti ed armi. Il tutto odorava di biancheria pulita e salvia secca. La casa era abbastanza modesta e le uniche decorazioni erano composte da alcuni vasi di fiori sul davanzale della finestra, pieni di allegre fioriture gialle dall'isola di Delos che, mi spiegò Will, crescescevano solo dentro e intorno alla cabina. Inoltre, vidi che un vaso di fiori era pieno di giacinti rossi e viola.
- Se vuoi consocere meglio nostro padre, ti consiglio di approfondire con questi libri- mi suggerì Will mostrandomi una libreria piena zeppa di libri con raffigurazioni e racconti delle gesta di Apollo.
- Grazie, ma penso che mi riposerò per adesso- risposi io. Rispetto alla casa di Ermes, questa era molto più tranquilla. Vidi una ragazza con i capelli corti, tinti di verde brillante con occhi blu e lentiggini sulla faccia presa ad affilare le punte di alcune freccie. Disse di chiamarsi Kayla Knowles. Dall'altra parte della stanza vidi Austin intento a limare le ance del sax. Un gruppo di ragazzi, di cui non ricordo il nome, invece, stavano ascoltando musica con le cuffiette collegate ad un ipod discutendo su quale cantante fosse il migliore...
- Allora ragazzi- esclamò di punto e in bianco Will - Domani tenevi liberi, dobbiamo esaminare i poteri di Lew. Kayla, qui in mezzo sei l'arciere migliore. Porterai Lewis a tirare con l'arco, vedremo le sue capicità in quel campo. Austin, invece, dato che l'hai sentito suonare in prima persona gli insegnerai come intingere potere nello strumento mentre suona- poi si rivolse a me - Dopodichè vedremo le tue capacità da medico, verrai in infermeria in fine mattinata dove sarò io ad esaminarti- concluse. Dopo aver detto questo, spense le luci e andammo tutti a dormire.
- Ehi Lew- sentì un sussurò venire dal letto sotto il mio, era Will -Spero di non essere stato troppo precipitoso, voglio vedere le tue capacità. Magari non riuscirai a usare i tuoi poteri...- iniziò ad incespicarsi -... cioè, nel senso, sono sicuro che ce la farai, ma all'inizio può essere difficile. Capito, vero? Non sono bravo in queste cose...
- Si, ho capito, tranquillo- risposi io, sorridendo nel vedere Will preoccupato per me - Buonanotte
- Notte- e lo sentì tirare un sospiro di sollievo. Si girò nel letto e si addormentò.

- Sveglia! Sveglia!- ci urlò addosso Will aprendo tutte le finestre e facendo entrare la luce del sole. Ma ci si può svegliare con calma in questo campo?! Mi misi le coperte sopra la testa per evitare il contatto dei miei occhi con la luce del sole.
- Lewis, ti devi svegliare, dobbiamo andare in mensa- mi urlò addosso Will. Mi tolsi la coperta e lo guardai malissimo. Saltai giù dal letto e mi vestì.
Facemmo colazione dopodichè mi diressi all'area di tiro con l'arco con Kayla. Vidi Chirone in lontananza...
- È l'insegnante di tiro con l'arco- mi spiegò Kayla - È bravo quasi come la maggior parte dei figlio di Apollo. Oggi però sarò io a supervisionarti. Prendi arco e faretra- mi ordinò, indicandomi un kit lì vicino.
Presi tutto e Kayla mi mostrò come fare. Quando fu il mio turno si mise al mio fianco dandomi istruzioni.
- Respira e prendi la mira. Devi calcolare angolazione del vento e tutto ciò che potrebbe influire sulla direzione della freccia. Okay, lascia!
Feci quello che mi disse. Mancai in pieno il bersaglio, rischiando di colpire qualcuno. Mi voltai e vidi la sua faccia un pò delusa, forse si aspettava un nuovo fratello con cui potersi allenare. Appena notò che la stavo fissando sfoggiò un sorriso forzato.
- Dai è normale la prima volta. Forse anche l'arco è troppo leggero per la tua fisionomia...- detto questo mi passò un arco più pesante - Va bene, prova questo.
Incoccai una freccia nel nuovo arco, presi la mira e sentivo una sensazione diversa. L'arco era perfetto, non ebbi bisogno di adattare il corpo alla posizione da assumere, sembrava che fosse l'arma adatta a me. Lasciai la corda e presi il centro rosso del bersaglio.
- Oh santo Apollo. Complimenti!- esclamò Kayla abbracciandomi - finalmente un figlio di Apollo con una buona mira!
- Forse stai esagerando, sarà stata la fortuna del principiante...
Ci allenammo per più di un'ora, finita la quale mi sentì esausto e grondante di sudore. Kayla mi fece i complimenti. A quanto pare avevo un ottima mira sin dall'inizio, ma avevo bisogno di un arco più pesante del normale.

Finito tiro con l'arco andai nell'anfiteatro dove trovai Austin che suonava il sax.
- Ehi fratello- mi salutò. Era strano sentirmi chiamare fratello da gente che conoscevo da così poco, ma ci avrei fatto l'abitudine. Dopo esserci preparati il pianoforte, mi spiegò come funzionava il potere di Apollo.
- Non lo sai, ma tu già ne fai uso incosciamente e non una cosa da poco- iniziò - Ti sarai chiesto come mai due giorni fa hai fatto piangere tutti suonando quel pezzo con il piano, giusto?
- Beh, si- risposi io
- Ecco, in quel caso, suonando una melodia così passionale hai emozionato tutti. Con la musica puoi far emergere le emozioni altrui. Puoi far piangere una persona, puoi renderla felice, puoi darle coraggio o infonderle amore. Ma non solo, puoi fare di tutto, l'unico limite è la tua immaginazione e la tua capacità musicale- mi spiegò.
- Okay, ma come faccio ad usare questo potere in battaglia?- chiesi - Non posso portarmi un pianoforte sempre dietro
- Infatti io suono il sax, più facile da trasportare. Nel tuo caso sono due le possibilità. O usi la voce, cantando una melodia, oppure devi imparare qualche altro strumento- concluse Austin.
- Capisco. Non sono molto bravo a cantare... suonavo la chitarra qualche anno fa, ma sarebbe troppo delicata e troppo ingombrante da portare in battaglia...- gli spiegai.
- Beh, no. Qui al campo avevamo un ukulele da battaglia magico praticamente indistruttibile. Se l'è preso nostro padre per andare a conquistare gli Oracoli... Però, credo, che potresti chiedere ai figli di Efesto di costruirtene uno- propose lui.
- Beh, si. Magari dopo ci vado
- Okay ora vediamo come te la cavi, ho qui una cavia per te... Woodrow vieni!!- urlò chiamando il satiro.
Ci allenammo finchè le mie dita non ce la fecero più. A quel punto Austin mi congedò per andare da Will.

Ero distrutto. Il viaggio fino all'infermieria fu un Inferno. Una volta arrivato, Will probabilmente vide dalla mia faccia che ero stanchissimo e dolorante. Mi diede una bevanda, disse che si trattava di nettare. Dopo pochi sorsi mi sentì rinato, il dolore alle dita scomparve e la stanchezza si trasformò in forza.
- Quando ero ricoverato mi davi questo, vero?- chiesi io, riconoscendo un sapore di cioccolata calda
- Esattamente, questa è la bevanda degli dei che insieme all'ambrosia cura noi semidei. Non bisogna però abusarne, altrimenti si rischia di rimanerci secchi- rispose lui.
Ci preparammo e mi portò vicino ad un lettino. Stesa c'era una ragazzina addormentata, una figlia di Demetra.
- Questa è la tua prima prova... capisci che cos'ha- mi ordinò Will. Lo guardai sbigottito, non avevo mai fatto una cosa del genere. Guardandola notai che non avesse nessun taglio o ferita superficiale. Le toccai la fronte e il mio corpo iniziò a muoversi e a parlare da solo.
- Ha febbre alta- commentai staccando la mano dalla fronte della bambina - Inoltre possiamo notare che è arrossata. Potrebbe trattarsi di una comune influenza ma credo...- gli aprì la bocca e controllai la sua cartelletta -... come pensavo. Alito cattivo, dolore alla gola e alle orecchie- guardai Will - Si tratta di una tonsillite. Dovresti fargli  assumere del paracetamolo e degli antibiotici. Se non ci sono segni di miglioramento bisogna intervenire con un'operazione- conclusi, iniziandomi a sentire stanco e spossato.
Will mi guardò con sguardo incredulo - Divino Apollo, la casa 7 non vedeva un medico come te da anni- esclamò dandomi una pacca sulla spalla -Mi sarai utile durante le operazioni
- Okay, ma adesso è meglio che mi riposi- mi girai ed ebbi un mancamento. Fortunatamente ci fu Will che mi prese al volo adagiandomi poi al letto più vicino.
- Scusami, colpa mia. Oggi ti abbiamo fatto esercitare troppo con i poteri di nostro padre. Te la sei cavata alla grande, ora riposa- disse poco prima che mi addormentai.

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