Capitolo 2 - Svengo, che bello

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- Che cosa hai detto? - chiese Emma turbata al barista che nel frattempo si stava svestendo (io sempre più confuso).
- Beh, ormai hai visto e penso tu abbia il diritto di sapere...- iniziò l'uomo - a quanto pare il tuo amico qui è un semidio, figlio di un dio dell'antica grecia che, sì, sono ancora in circolazione e capita che abbiano contatti con le persone comuni e procreino con loro. Come gli dei anche i mostri esistono e attaccano i semidei. Questa era una dracena, purtroppo non l'avete uccisa e quindi si rigenererà a breve. Lewis dobbiamo andare.
Iniziavo a non capirci più nulla, stava parlando di me? Non era possibile, i miei genitori erano mortali, anzi probabilmente mi stavano aspettando proprio adesso per andare al cinema come promesso.
- Credo ti stia sbagliando- dissi io, quasi senza voce a causa del precedente urlo - I miei genitori sono mortali, ne sono sicu...- oramai il barista si era tolto i pantaloni e... non aveva le gambe. Fatemi spiegare le gambe le aveva ma sembravano quelle di una capra. Sicuramente avrò fatto una faccia stupita poichè il barista o quel che era mi guardò e mi disse con aria seccata - Sono un satiro, metà umano e metà capra, e il mio nome non è Paulo come dice il cartellino - che si indicò - Mi chiamo Marcus.
- Oh fantastico, sto impazzendo- feci io. Poi mi girai verso Emma per vedere la sua reazione e rimasi colpito nel vedere la sua faccia impassibile. Pensando fosse rimasta traumatizzata mi feci coraggio e cercai di tranquillizzarla - Ehi stai tranquilla, si sistemerà tutto- lei invece mi guardò cercando di dire qualcosa, ma Marcus la interruppe.
- Dobbiamo andare Lewis, prima che la dracena si rigeneri, tu Emma torna a casa dove starai al sicuro, forse la Foschia ti farà dimenticare tutto. In caso contrario fai finta di non aver visto, okay?- mi prese e mi spinse per portarmi via nonostante le mie proteste di far venire Emma con noi. -Ci vediamo dopo- le dissi. -Aspetta dovrei dirti una cos...- fece lei ma ormai Markus, che aveva chiamato un taxi, mi spinse dentro senza poter dire una parola.

-Ehi!- feci io
- Portaci a Long Island - disse Markus all'autista che nel frattempo aveva rimesso in moto la macchina
- Almeno potresti dirmi perchè Emma non è venuta con noi? Perchè mi hanno attaccato e dove stiamo andando?
- Stiamo andando in un luogo sicuro per quelli come te e dove i mortali non possono entrare. E qual era l'altra domanda? Ah si, ti hanno attaccato perchè sei un semidio ed emani un odore che attira i mostri - spiegò lui
- Ma tu perchè eri lì? Qual è il tuo compito? - chiesi io
- Allora, il mio compito è quello di trovare quelli come te, lavoravo in quel bar perchè sentivo odore di semidio e pensavo che lavorandoci avrei capito di chi si trattasse. Credevo che l'odore provenisse dalla tua amica ma quando hai fatto l'urlo che ha steso la dracena ho capito  fossi tu il mezzosangue - concluse lui esausto delle mie domande.
Avrei voluto farne altre, ma dal suo tono di voce capì che lo avrei soltanto irritato e quindi chiusi la bocca.

Ora con la mente fredda mi girai e osservai meglio Markus. Aveva i capelli lunghi e ricci, gli occhi verdi e aveva fatto crescere una specie di pizzetto, ma mi stupì nel vedere di come sembrasse più giovane di come avevo pensato all'inizio, avrà avuto la mia età all'incirca. Le gambe erano scoperte, ma a quanto pare l'autista sembrò non farci caso. Fu lì che una domanda prese spazio nella mia testa e non potei fare a meno di trattenermi - Markus, ma quella che hai nominato prima con Emma... la Foschia, che cos'è? - chiesi
- Ma non vi insegnano niente a scuola? - fece con voce esasperata - La foschia è una specie di velo che permette ai mortali di rimanere sani di mente. Praticamente non riescono a elaborare ciò che la loro mente non riesce a capire - mi guardò e riprese - So cosa stai pensando "Ed Emma come ha fatto a vedere la dracena?", alcune persone sono dotate della Vista, un abilità che permette di vedere attraverso la Foschia, ma probabilmente penserà si sia trattata di un allucinazione o qualcosa di simile, non devi preoccuparti di lei - concluse

Ormai era più di mezz'ora che eravamo in taxi e non capivo dove stavamo andando, Markus aveva detto all'autista di dirigersi a Long Island, ma non sapevo ci fosse una specie di accampamento per persone aggredite da mostri antichi. Markus era rimasto impassibile per tutto il viaggio fino a quando, di punto in bianco, disse allarmato - Dobbiamo scendere.
Non capivo ma feci come disse una volta che fece fermato il taxi. Vidi in lontananza un'ombra alta almeno 2 metri e mezzo e notai che Markus era sempre più spaventato. Gli chiesi cosa stesse succedendo e lui rispose tremante - Quello lì, è il-il Minotauro -
Capì che eravamo nei casini perché data la mole e conoscendo un minimo del mito che lo raffigurava, arrivai alla conclusione che avrebbe potuto stenderci nel momento in cui ci avrebbe visto.
- A quanto pare ha sentito il tuo odore e poi...- iniziò a rovistare nella mia tasca -... cazzo questo lo devi buttare- disse prendendo e calpestando il mio telefono - Questa roba attira i mostri come lo zucchero le formiche -
Decisi di preoccuparmi del mio telefono più tardi dato che il Minotauro decise di venire da noi. Scappammo in silenzio, ma a quanto pare ormai aveva sentito il mio odore perchè ci stava seguendo. Non c'era mezzo capace di seminare il mostro nel caso ci avesse preso di mira e sapevamo entrambi che sarebbe stato solo questione di tempo.
Trovammo una fontana e Markus mi disse di distrarre il mezzo toro. Eravamo in una piazza circolare e vi erano alcuni anziani seduti al bar a giocare con le carte, alcuni innamorati mano nella mano e qualche bambino che correva qua e là, ma nessuno che avesse notato il mostro che aveva appena svoltato l'angolo.
Rimasi inorridito da quello che vidi: il Minotauro aveva un corpo umanoide,  zoccoli e camminava su due gambe. Aveva una pelliccia che gli ricopriva il corpo, una coda e una testa di toro con delle corna molto minacciose. Appena mi vide iniziò a caricare, ma, preparato, scattai di lato evitandolo. Era veloce per la sua stazza, ma io lo ero di più. Riuscì a schivarlo più volte e nel frattempo riuscì a vedere che la piazza si era un pò svuotata con la mia felicità. Non volevo che dei mortali si facessero del male. Markus era ancora vicino alla fontana inginocchiato... stava pregando?!?! Cioè io rischiavo la vita e lui era lì a pregare i suoi dei? Decisi di prendermela dopo con lui e pensai ad un modo per sbarazzarmi del mostro. In giro non c'era nulla che potesse essermi utile e la mia gola non mi suggeriva di provare un altro urlo.
Stavo pensando a questo quando il Minotauro, probabilmente stanco di rincorrermi iniziò a caricare contro Markus. Quanto stupido potevo essere?! Mi ero dimenticato della sua incolumità portando il Minotauro sempre più vicino alla fontana... Proprio in quel momento Markus si alzò e si vide un uomo-toro di svariate tonnellate venirgli incontro. Vidi il suo sguardo pieno di terrore e capì che non sarebbe riuscito a schiavare il Minotauro. Lo conoscevo a malapena, ma non potevo permettergli di morire a causa mia. Ora starete pensando che me ne uscirò con un suo mega potere nascosto che mi permetterà di salvare Markus, eh? Invece no, l'unica cosa che feci fu correre il più veloce che potevo anticipando il Minotauro e spingendo via Markus. Sentii un dolore lancinante nella zona dello stomaco, guardai e mi ritrovai il corno del Minotauro che mi stava trapassando da parte a parte. Il dopo fu tutto confuso. Mi sentii alzare e lanciare contro un muro. Dopo pochi minuti intravidi una ventina di ragazzi della mia età in vesti di guerra che iniziarono ad attaccare il Minotauro. Chiusi gli occhi e l'ultima cosa che sentii furono le grida di Markus che dicevano di curarmi. Poi svenni
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Ragazzuoli, ho già qualche altro capitolo pronto, se non vi chiedo troppo commentate questi capitoli già usciti in modo che capisco che piace a qualcuno e non scrivo solo per me

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