Son of Olympus

Capitolo 10 - Una nuova impresa

Appena vidi Emma stesa a terra, con ferite dappertutto mi prese un colpo. Non capivo, perché era qui? Come era riuscita ad entrare? C'entrava qualcosa con quello che mi voleva dire da settimane?
- Dobbiamo portarla in infermeria, alla svelta!- Sentii la voce di Will. Non mi resi conto che stesse dicendo a me finchè non mi richiamò più volte.
La portammo di corsa in infermeria dove trovammo Joshua, un altro figlio di Apollo che se la cavava bene come medico.
- Josh, vieni qui. Abbiamo un ferito- lo chiamò Will. Era la prima volta che lo vedevo al lavoro durante un operazione vera e propria e mi diede l'impressione di un gran capo. Ci vestimmo con i camici da infermieri e iniziammo a disinfettare le ferite superficiali. Will dava ordini a me e Joshua senza mai perdere la concentrazione su quello che stava facendo. Era la mia prima operazione, ma non potevo permettermi di sbagliare.
Lavorammo per più di un'ora a porte chiuse. Nessuno poteva entrare. Alla fine, quando uscimmo, ci ritrovammo alcuni ragazzi fuori dall'infermeria ad aspettare. Tra questi notai Butch Walker, il consigliere della casa di Iride. Era un uomo voluminoso e abbastanza irritabile e mi fece strano il fatto che si preoccupasse per una nuova arrivata. Non ci feci troppo caso perchè ero stremato a causa dell'utilizzo eccessivo dei poteri di mio padre. Ero sicuro che non mi sarei messo a dormire per l'agitazione, ma appena mi stesi sul letto della mia cabina mi addormentai.

Mi svegliai il giorno dopo sul presto. Ancora tutti dormivano e guardando sotto il mio letto vidi che Will non c'era. Era successo qualcosa a Emma? Saltai giù e corsi verso l'infermeria. Vidi Will vicino al letto di Emma. Appena mi vide mi fece segno di raggiungerlo.
- Sta bene, sta solo dormendo adesso- mi sussurrò lui rassicurandomi.
- Grazie al cielo. Questa è solo colpa mia... se fossi stata con lei magari non staremmo in questa situazione...
- Si infatti, avremmo due letti occupati e un medico in meno- ironizzò Will - Ma cosa ti salta in mente?! Non è colpa tua se non l'hai potuta raggiungere e poi hai fatto molto per lei. Hai contribuito durante l'operazione e te ne sono grato
Stemmo in silenzio per un pò. Poi dissi
- Will perché non ti riposi un pò? La tengo d'occhio io, non ti preoccupare-
- Beh, in realtà mi sento un pò stanco. Grazie Lew, vado a riposarmi- rispose, alzandosi e dirigendosi alla casa 7.
Guardai Emma stesa sul letto a dormire. Addormentata sembrava più piccola e mi ricordava le notti che passavamo a dormire insieme. Lei era sempre la prima ad addormentarsi e capitava che restassi ore a guardarla. Da sveglia aveva sempre un pò l'aria da dura, di chi sta sulla difesa. Mentre dormiva, invece, la faccia era rilassata e mi metteva tranquillità. Anche in quel caso così fu, ma c'era una domanda che mi rimbalzava nella testa... cosa avrà voluto dirmi di così importante da rischiare di morire?

Verso le 10 di mattina Em si svegliò.
- Do-Do-dove mi trovo?- chiese con aria stordita.
- Ehi Em, sei al campo mezzosangue. Ci sono io con te, stai tranquilla- cercai di tranquillizzarla.
- Devo parlare con Chirone- disse alzandosi di scatto.
- Devi riposare, sei rimasta ferita durante l'attacco alla baia. Ascoltami- gli dissi. Si calmò, ma vedevo dai i suoi occhi come fosse turbata. Non mi parlò molto e neanche io feci troppe domande per non stancarla.

Nel tardo pomeriggio, dopo qualche piccolo accertamento, decisi che fosse abbastanza in salute per incontrare Chirone. Non capivo perchè, ma quest'ultimo decise di chiamare tutti i rappresentanti delle case. Fece andare che me, per far sentire più a suo agio Emma. Di rappresentanti ne riconobbi alcuni: Sherman della casa di Ares, Malcolm della casa di Atena, Pollux della casa di Dionisio, Butch Walker della casa di Iride, Will e altri.
Emma si fece uno chignon usando una matita, come faceva ogni volta che doveva fare qualcosa di impegnativo e iniziò a parlare davanti a tutta quella gente. Non so come fece, con quale coraggio, ma parlò di come fosse stata attaccata e di perchè fosse lì. Tutti si girarono verso di me, ma lei continuò.
- ...quello che volevo dirgli era che ultimamente sto avendo delle visioni- spiegò. Ne rimasi colpito, non me ne aveva mai parlato.
- Già sapevo di questo posto e di tutto questo mondo perchè già lo avevo visto nei miei sogni... Non sapevo come gestire la situazione e quindi disegnavo tutto ciò che vedevo- aggiunse, cacciando un album da disegno. C'era illustrato il campo nella sua interezza. Un ragazzo con i capelli neri e occhi verde mare al cospetto di dodici tizi che immaginai potessero essere gli dei. Vidi una nave volante (?) con sopra sette ragazzi che dedussi fossero semidei. Scontri tra questi ultimi e mostri giganti...
- Ultimamente ho delle visioni di una donna. Mi dice di raggiungere il campo. All'inizio non capivo a cosa si riferisse, ma dopo quello che mi ha raccontato Lewis ho compreso le sue parole- spiegò
- Ti ha detto dell'altro?- chiese Chirone sempre più preso dal racconto.
- Ha detto che c'è un nemico al Campo e anche una spia. Ha detto di raggiungerla, una volta lì potrà spiegarmi meglio.
Appena finì di parlare, nella stanza iniziò a scatenarsi un casino. Alcuni si chiedevano se fosse una trappola, altri ne volevano sapere di più, altri ancora affermavano che Emma fosse la spia (cosa che non aveva)
- Silenzio!- urlò Chirone. Incredibilmente tutti si zittirono. Non avevo mai visto Chirone così serio - Dobbiamo pensare a come agire. Andate tutti alla mensa, dopodichè ai vostri alloggi. Rimangano solo Emma, Butch e Rachel- disse lui. Uscimmo tutti e ci dirigemmo verso il resto dei campisti alla mensa. Chiesi a Will chi fosse Rachel.
- È una ragazza che ha accolto lo spirito dell'oracolo di Delfi. È colei che annuncia le profezie. Non è una semidea, ma passa l'estate qui come gran parte di noi. Purtroppo da quando l'oracolo di Delfi originale è stato occupato dai nemici, non ha proclamato più profezie- mi spiegò Will. Non capì bene tutto, ma ero troppo confuso per rifletterci bene. Dovevo capire cosa stava succedendo in quella stanza.
- Scusa Will, ho dimenticato una cosa alla casa grande, ti raggiungo subito- e tornai indietro.