Capitolo 15

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Josephine

La voce di Hero rimbomba nella stanza «sono io il suo ragazzo!»

Si posiziona davanti a noi, e guarda con lo sguardo infuriato il ragazzo affianco a me «ehm... scusa io...» ah però , il biondo non riesce a trovare le parole per giustificare le sue azioni!

Hero si avvicina a lui, e la sua faccia è a pochi centimetri da quella del ragazzo alto e biondo. «Levati dalle palle», parla a bassa voce ma in tono duro, che mi fa rabbrividire.

Il biondino si alza, mi guarda e deglutisce sonoramente, subito dopo gira i tacchi e se ne va sparendo tra la folla.

Lo sguardo di Hero si sposta sul mio viso, e mi fissa negli occhi «tutto ok?» mi chiede e io annuisco.

Subito dopo mi afferra il braccio e mi trascina fuori dal locale. Camminiamo in silenzio, e io sono molto in imbarazzo. «Perché sei venuta qui? E soprattutto: perché stavi da sola?!» sbraita a voce bassa siccome è molto tardi.

«Non lo so. Qualcosa dentro di me credeva che ci fosse Mercy con qualche sua amica...» cerco invano di giustificarmi «ma se ti ho detto che Mercy ha l'influenza!» mi dice lui.
Sapevo che me l'avrebbe rinfacciato. "Lo so, ma pensavo che le fosse passata e che sarebbe venuta qui. Non so cosa mi sia passato per la testa, sono una stupida», affondo le dita tra i capelli e Hero me le toglie delicatamente.

«Non sei una stupida, però la prossima volta stai attenta, ok?», mi dice e io annuisco.

Solo ora mi accorgo che ci siamo fermati in un posto che non so neanche che posto sia, ma Hero ricomincia a camminare perciò lo seguo.

«Mia madre mi ha messa in punizione per tutta la serata e perfino per tutto domani!» sbotto e Hero mi guarda dispiaciuto. «Sei seria?» mi chiede «già» gli rispondo guardandolo.

«Scusa ma se stavi in punizione...» sapevo che me lo avrebbe chiesto «sono uscita dalla finestra», lo precedo e lui ridacchia scuotendo il capo e io faccio lo stesso.

Mentre camminiamo, regna un silenzio tombale, ma per fortuna si sente a malapena il rumore delle onde del mare in lontananza.

Hero si ferma di scatto e io lo imito «se vuoi puoi restare a dormire da me», dice all'improvviso e io resto immobile, colta completamente alla sprovvista.

Voglio dormire da lui. Ma sono in punizione, e non riesco ad immaginarmi la faccia di mia madre se entrasse in camera e non mi trovasse. Incubo.

«Non credo sia una buona idea...» dico per niente convinta. «Per favore, non ti lascerei mai tornare a casa sapendo che tua madre ti inizierebbe a sgridare» mi guarda, e leggo la speranza nei suoi occhi. «Mi sgriderebbe comunque domani» cerco di spiegargli, ma lui non cede «hai diciotto anni, Josephine. Puoi fare quello che vuoi, Dio.»

Dopo questa sua affermazione, credo che me ne fotterò di mia madre.
«Ok, va bene. Vengo» sorrido e lui fa lo stesso.

Arriviamo a casa di Hero, e saliamo lentamente le scale per non svegliare il resto delle persone che sono qui dentro.

«Bè, allora... 'notte», taglio corto e mi incammino verso la camera degli ospiti dove ho dormito la scorsa volta.

Tutto Questo Sei Tu. |HerophineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora