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Sono passati cinque giorni dall'ultima volta che sono andato al mare. Ed è troppo, cazzo.
Non voglio non andarci più solo perché ho l'ansia di incontrare quella biondina del cazzo. Me ne fotto di ciò che dirà e delle scenate che farà.
«Buongiorno mamma» dico entrando in cucina «buongiorno tesoro, niente mare neanche oggi?» mi chiede e io faccio una smorfia «veramente ho deciso di andarci. È da un po' che non ci vado e mi manca» ridacchio e lei mi imita.
«Io sto andando ora, ci vediamo dopo» mi lascia un bacio sulla testa. Mentre prendo il succo all'ananas nel frigo, lei si gira di scatto «ugh, quasi dimenticavo. Domani sera verrano Elizabeth e le sue figlie a cena» mi dice e poi mi lascia da solo in cucina.
Elizabeth... Ci metto un po' a capire chi è. Quando però mi ricordo che è la madre di Josephine, sgrano gli occhi e per un attimo mi manca il respiro.
Non è possibile che ha invitato lei a cena. Ma m'inventerò qualcosa.
Non importa, a questo ci penserò domani. Ora voglio andare in spiaggia e mettermi sulla sdraio di fronte al mare. È sempre stato il mio posto preferito: mi rilassa molto quando ho tanti pensieri nella testa.
«Mercy, io sto uscendo! Mamma ti ha lasciato una lasagna nel forno per pranzo!» urlo sperando che mi senta dal piano di sopra. Aspetto qualche secondo e poi la sento rispondere «ok!»
Finalmente arrivo al mio stabilimento, mi dirigo al mio settore e per mia grande fortuna non c'è nessuno oltre a mia madre.
«Ehi, ti sei deciso ad arrivare» mi dice lei vedendomi. Quando passo davanti alla cabina affianco alla mia, noto che ci sono le chiavi ma non vedo nessuno... Dov'è andata Josephine? Ha fatto nuove amicizie? Ah però, pensavo che oltre a Mercy non avesse nessuno.
Entro nella mia cabina e mi tolgo le scarpe «allora, mamma. Come mai ti è venuta la brillante idea di invitare la signora Langford a casa nostra?» le chiedo mentre cerco il costume dentro l'armadietto.
Non c'è, quindi credo che mia madre lo abbia lavato e messo ad asciugare fuori.
«Bè, innanzitutto perché Josephine è amica di Mercy, e poi perché sono le nostre vicine di cabina» mi spiega.
Io esco dalla cabina e vado verso l'ombrellone a prendere il costume asciutto appeso sullo stendino. «E quindi?» le chiedo mentre prendo il costume. Mia mamma è seduta sulla sedia del tavolo, con il giornale quotidiano davanti.
«E allora ho pensato che sarebbe stato carino allacciare i rapporti e-» continua a parlare ma io non la ascolto più perché mentre torno in cabina con il costume in mano, intravedo in lontananza due ragazzi: una femmina e un maschio. Faccio fatica a riconoscere lui, ma lei la riconosco subito.
Fingo di ascoltare mia madre e mi concentro bene su di loro. Stanno a riva e corrono... Sembrano stare giocando a rincorrersi: lei scappa da lui e lui la rincorre. Ridono entrambi.
Josephine corre e ogni tanto guarda dietro per accettarsi che lui stia abbastanza lontano. Ride, e i suoi capelli biondi e lucenti le vanno davanti al viso per colpa del vento. In questo preciso istante, se fossi stato in lui, l'avrei fermata e glieli avrei sistemati dietro le orecchie per ammirare il suo bellissimo viso, poi, subito dopo l'avrei baciata.
Ad un certo punto lui aumenta la velocità e le cade addosso. Cadono entrambi sulla sabbia. Il ragazzo inizia a farle il solletico e lei scalcia e ride come una pazza.
Ed è in questo preciso istante che mi accorgo di star sorridendo.Dopo un po' si rialzano e lei entra in acqua e inizia a schizzarlo. Lui si ripara con le braccia e si fionda su di lei, la prende per i fianchi e la butta in acqua. «Noah!» urla e lui ride.
«...E questo è il motivo per cui le ho invitate. Perché, c'è qualche problema se l'ho fatto?» mi chiede mia madre. Non la stavo neanche ascoltando. I due continuano a divertirsi in acqua e io mi giro verso di lei «no, nessun problema» dico ed entro in cabina.
Mi chiudo la porta alle spalle e ci appoggio la testa. Credevo di non provare niente per Josephine, ero sicuro che sarei tornato al mare e anche se l'avrei vista l'avrei ignorata, come avrei dovuto fare il primo giorno che le rivolsi alla parola. Invece no, ora che l'ho vista divertirsi così, con quel ragazzo, penso a quanto sono idiota.
Sono un emerito idiota, perché se non l'avessi trattata male per tutto il tempo, se non l'avessi fatta piangere, se non le avessi fatto credere di essere la persona che in realtà non sono, ora starei al posto di quel tizio, e sarei io la causa di quel bellissimo sorriso che le appare sul volto. Le dimostrerei che non sono più il ragazzo che usa le ragazze per il sesso, ma sono il ragazzo che vuole passare più tempo possibile con lei; farla ridere anziché piangere.
Invece no, ora lei è arrabbiata con me, io mi sento un idiota e lei si sta rifacendo la vita con quel Noah.
Rimangio tutto ciò che ho detto ieri: Josephine non è solo la ragazza bionda antipatica con un sorriso stupendo e con gli occhi grigio-azzurri della quale mi sono preso una stupida cotta. Questa è più di una stupida cotta. Forse provo qualcosa per lei, anche se ieri l'ho negato.
E ad essere sincero toglierei il forse.Spazio autrice:
Hero, sei geloso, eh? *faccia pervertita*
Come state?!
-3 al trailer!! Io sto letteralmente morendo.
Aggiornerò presto!
Bacii.
~Alessia✨
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Tutto Questo Sei Tu. |Herophine
FanfictionJosephine è una ragazza che ha sempre lottato per se stessa. Purtroppo è costretta a vivere in una famiglia dove non esistono sbagli e tutto deve essere perfetto. Non aveva amici, almeno non finché per le vacanze estive lei, sua madre e sua sorella...