Quell'attesa, interrotta da brevi, calde frasi, lo facevano fremere. Sentiva il proprio corpo quasi contorcersi da quelle sensazioni alle quali non sapeva dare una spiegazione. Xue Yang, anzi, A-Yang, gli suscitava delle emozioni mai provate prima, rendendo il proprio corpo reattivo come mai lo era stato. Lo sentiva inarcarsi appena, sensibile ad ogni sfioramento del giovane. Le dita che si erano fatte strada sotto l'elastico dell'intimo e poi si erano ritratte l'aveva fatto fremere. Cosa gli stava succedendo? Sentiva come se volesse di più, ma "di più" cosa? Cos'avrebbe dovuto aspettarsi? Okay, le persone della sua età facevano sesso, il principio era semplice, sapeva cosa sarebbe dovuto succedere. Ma allora perché sentiva che c'era qualcosa di più che avrebbe potuto fare con quel ragazzo? Non stavano facendo del semplice sesso, ma l'amore? Si sarebbero uniti, sarebbero andati fino in fondo, Xingchen lo sentiva e, per quanto ingenuo fosse, aveva capito quei tocchi e quei baci dove li avrebbero condotti. Da un lato temeva il dopo, dall'altro, quello egoista, voleva godersi appieno ogni momento. Voleva che tutto, anche il più piccolo dettaglio, come il bottone strappato, s'imprimesse nella sua mente e non andasse più via, rendendolo un marchio a fuoco nella sua memoria.
Annuì alla richiesta del giovane, mordendosi il labbro inferiore quando lo sentì nuovamente vezzeggiare il suo ventre.
Voleva di più.
Voleva godersi ogni cosa.
Voleva che non finisse mai.
«A-Yang...» ripeté in un sospiro, stringendo la presa sulle sue spalle, sentendo addosso a sé i solchi che stava involontariamente formando con le unghie sulla pelle leggermente più scura della sua. Si sentiva perso, in un mare di emozioni che lo stavano portando alla deriva. Si era istintivamente aggrappato alle spalle del giovane, come se fosse l'ancora che avrebbe potuto fermarlo e riportarlo alla realtà, ma al contempo quell'ancora non era assicurata a nulla e quindi sentiva che anche quella veniva trascinata con lui.
Boccheggiò quando il giovane fece un'involontaria pressione col petto sulla sua eccitazione. Aveva schiuso la bocca alla ricerca d'aria, le guance che erano andate a fuoco e che non volevano saperne di tornare del loro normale colorito, anzi, sembrava che ad ogni sensazione nuova, s'imporporassero ancor più, sentendole andare sempre più a fuoco.
Un'involontario movimento del proprio corpo fece inarcare appena la schiena, sollevando il bacino per avere una maggior frizione contro quel tiepido corpo che stava a sua volta aumentando di temperatura. Quando si rese conto di ciò che aveva fatto, se ne vergognò. Sperò che A-Yang non ci avesse ripensato per un gesto così volgare, che volesse ancora toccarlo, donandogli il ricordo più bello che avesse mai potuto desiderare da un rapporto destinato a morire.
Ma che gl'importava, in fondo? Sicuramente il giovane, stando ai marchi che quotidianamente apparivano sul suo corpo, era abituato a ben altra volgarità. Che male ci sarebbe stato se avesse chiesto qualcosa di più? Magari si sarebbe compiaciuto, avrebbe potuto cominciare a godere come sembrava stesse facendo prima di quella brusca frenata. Xingchen voleva accontentarlo, sì, ma voleva anche che fosse una bell'esperienza per entrambi.
«A-Yang.» ci riprovò, stavolta con un po' più di convinzione, che però subito scemò. Era più facile a dirsi che a farsi.
«Di più...» sussurrò, quasi come se sperasse che il ragazzo non l'avesse sentito. Ingoiò a vuoto, per poi prendere il coraggio a due mani, lo stomaco sottosopra per l'emozione: «Di più.»
Ecco, ci era riuscito. Finalmente Xiao Xingchen aveva espresso una volontà egoista, una che avrebbe portato benessere alla sua persona e non solo agli altri.
No, non era vero. Non era egoista. Sapeva che la sua richiesta non aveva fatto altro che accendere la scintilla che sarebbe divampata in quel fuoco che lo stava pericolosamente, paurosamente travolgendo. Solo che questa volta ci sarebbero andati piano, questa volta sarebbe stato preparato.
Questa volta Xingchen era pronto ad essere egoista.In vita sua, Xue Yang era stato con tanti uomini diversi, persino con delle donne. La prima cosa che aveva imparato era che odiava le donne, vedeva in ognuna di loro lo stesso viso, le stesse lamentele, la stessa debolezza e ne finiva disgustato. Poi aveva imparato che gli uomini gli piacevano, ma non tutti, solo quelli che gli permettevano di fare ciò che voleva. Ricordava la prima volta, era stata piuttosto violenta e non ne conservava un bel ricordo, non ricordava la seconda, né la terza, né tutte quelle successive. Non aveva mai impresso nella memoria nessuna di quelle esperienze, erano solo sesso. Un bisogno fisico. Un istinto animale. Una necessità che come la fame o la sete si andava a soddisfare e poi si attendeva che tornasse. A dirla tutta, era persino squallido ripensarci, una volta che il piacere era finito. Perché dunque Xiao Xingchen era così diverso? Era fatto di carne e di ossa come qualsiasi altro uomo, aveva il sangue nelle vene e l'ossigeno nei polmoni. Aveva un apparato riprodutivo tale e quale a quello di ogni altro uomo e sebbene fosse di una bellezza disarmante, non era l'unico a possederla. Eppure... Eppure era diverso. Diverso era il suono dei suoi respiri pesanti alle orecchie di Xue Yang, diversa era l'eccitazione che gli provocava sentirlo pronunciare il suo intimo soprannome che gli aveva ordinato di usare, diverso era il calore della sua pelle, il contatto delle sue labbra, il sapore della sua bocca. Perché? In cosa era diverso? Perché proprio lui? La sua anima gemella? Perché doveva esisterne una? Non erano in fondo tutti esseri umani e uno valeva l'altro? Non erano tutti biologicamente identici, distinti solo nell'anatomia che distingueva i due sessi? No. Non lo erano. Xue Yang si sentiva così stordito da quella esperienza perché era la prima volta che provava dei sentimenti. Il coinvolgimento emotivo era quanto di più intenso avesse mai provato, meglio di qualsiasi cosa avesse mai provato. Alzare gli occhi e vedere quel viso che era diventato improvvisamente il più bello del mondo era insopportabilmente meraviglioso. Solo sapere che stava per profanare il corpo di qualcuno che desiderava così tanto era inebriante. E pensare che era suo, suo, e lo sarebbe stato per sempre era meraviglioso. Nessuno avrebbe mai dovuto toccare quelle labbra oltre a lui, sentire quel calore, toccare quella pelle, Xiao Xingchen era la sua anima gemella e quel senso di possessione su quel corpo accrebbe ancora di più il desiderio di profanarlo. Ogni volta che sentiva le unghie di Xingchen penetrare nella carne delle spalle, muta risposta alle sue attente cure, il respiro si faceva più pesante e i morsi e i baci più intensi. La sua lingua ormai aveva assaporato ogni centimetro scoperto dell'addome di Xingchen, aveva lenito ogni ferita che gli aveva lasciato, ogni marchio che gli aveva donato. Sentiva il corpo annegare in una eccitazione che rendeva le sue mani più avide, premute con fin troppa forza sui suoi fianchi per tirarlo a sé, il cuore gli stava esplodendo nel petto e così il sangue defluito tra le sue gambe rendeva insopportabile ormai l'attesa. Le dita accarezzavano anche le cosce ancora coperte dai pantaloni, sentendo tendersi i muscoli, fremere ai suoi gesti avidi, tremare appena impazienti. Quelle gambe e quelle unghie lo stringevano e si aggrappavano a lui con una brama crescente, spingendolo a sospirare in modo roco ogni volta che le sentiva più strette sul proprio corpo, il fiato bollente che si infrangeva contro la pelle dell'altro. Forse avrebbe ceduto prima di lui, così abbandonò un secondo il suo addome al richiamo di Xingchen e risalì sul suo petto, a stuzzicare i suoi turgidi capezzoli tesi e sensibili grazie ai suoi gesti, con un movimento fluido che fece scorrere l'intero suo corpo contro quello di Xingchen. Non si aspettava che l'altro gli andasse incontro spontaneamente, creando un ravvicinato contatto che permette contro la sua virilità gonfia e impaziente.
Dovette fare leva con le braccia e inarcare la schiena, il brivido che gli corse lungo la schiena gli fece tremare le gambe, emise in profondissimo respiro e si fermò un secondo. Che spudorato. Xiao Xingchen era molto più spudorato di quello che aveva immaginato e quella inattesa scoperta era così dannatamente eccitante, che dovette piegarsi e tornare ad aggredirgli il collo, accarezzandogli i fianchi, per resistere alla tentazione di strappargli i vestiti ed entrare dentro di lui senza alcun riguardo. Amava ciò che stava scoprendo di lui. Amava quella sua passione inaspettata, quell'andargli incontro spontaneamente, quel carattere che anche in quella situazione sapeva impedirgli di cedere totalmente a lui senza fare nulla. Per tutta risposta, Xue Yang strusciò lentamente il proprio corpo contro quello dell'altro, ridendo in uno sbuffo nel suo orecchio.
«Xingchen....»
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, qualcosa di spudorato, ma Xingchen parlò prima di lui. Ottenere finalmente quella richiesta lo obbligò a fermarsi ancora. Si sollevò per prendere fiato, un altro brivido lungo la schiena, e guardò il viso arrossato di Xingchen. Lo stava pregando. La consapevolezza lo portò a deglutire, cercando aria, sentendo il cuore esplodergli nel petto, lo stava supplicando. Di più, voleva di più, lo voleva davvero. Era in consenso, un permesso. Seppe in quel preciso momento che non avrebbe perso altro tempo, non voleva e non poteva, l'intero suo corpo urlava e pulsava, schiavo dell'eccitazione e del calore crescente, supplicandolo a sua volta di avere di più. Portò il viso verso il suo e con la punta del naso, mentre gli baciava lo zigomo, spinse la benda oltre gli occhi di Xingchen, poi più su verso i capelli dove la mano andò a sfilarla con un gesto fin troppo rude.
«Non ce la faccio. Voglio vederti in viso quando mi preghi in questo modo.»
Sì piegò sul suo collo e cominciò a lasciargli segni molto più marcati, gli morse le labbra e andò a baciarlo con un trasporto che prima si era solo sognato. Senza rendersene conto, cercò una delle sue mani e ci intrecciò le dita, portandola sopra la sua testa e stringendola con forza. Era suo. In quel momento era suo e suo soltanto.
«Guai a te se da qui in poi ti nascondi o trattieni a la voce. Non ce la faccio davvero. Come...» Come puoi essere così bello?
Si concesse qualche minuto per vezzeggiare lo spazio tra l'orecchio e la spalla, quindi gli lasciò la mano. Tornò a scendere verso l'addome, ma stavolta spostò il proprio corpo di lato, scendendo dal divano, per insinuare le mani sotto i pantaloni e cominciare a sfilarglieli. Gli sollevò i fianchi e lentamente tirò la stoffa fino a portarla via, accarezzando le gambe dell'altro nel tragitto. L'intimo subì lo stesso destino un secondo dopo. Basta aspettare. Gli aveva chiesto di più e di più avrebbe avuto. Se lo meritava. Aveva portato fin troppa pazienza. Era stato dolce, troppo dolce, perché? Quando mai era successo? Eppure per quanto fosse impaziente non sentiva di rimpiangere nulla perché il viso arrossato di Xingchen, la sua voce che lo chiamava e chiedeva di più, il suo sorriso languido riempivano perfettamente lo spazio dell'attesa. Era quella la differenza tra il sesso e l'amore? Era questo che cambiava? Anche volendo, non poteva saperlo. Era la sua prima volta. Era la prima volta per entrambi e nessuno dei due sarebbe stato lo stesso alla fine. La sua intenzione era stata quella fin dall'inizio, eppure non era niente di ciò che si era pregustato. Aveva pensato a tutto, persino a nascondere sotto il divano quel barattolo con il liquido viscoso che si stava spargendo sulle mani, per arrivare a quello scopo, ma nulla finora era stato anche solo lontanamente come se lo era aspettato. Quando tornò tra le sue gambe gli prese una mano e la insinuò senza vergogna sotto la stoffa del suo intimo, l'unica cosa che gli era rimasta addosso, spingendola contro la carne del suo gluteo. Quindi, facendo leva con un braccio, tornò a baciargli le labbra e il collo, lo spazio tra gli occhi, la fronte umida ora libera dalla stoffa, mentre con la mano libera gli accarezzava l'inguine e poi sfiorava in punta di dita la sua virilità.
I suoi occhi erano puntati in quelli di Xingchen, ardenti come quelli di un predatore affamato.
«Rilassati e guardami negli occhi.»
Desiderando che le parti fossero inverite e respirando a fondo per la frustrazione che non fosse così, accarezzò come piaceva a lui, lentamente e poi bruscamente, l'intimità esposta di Xingchen, giusto qualche secondo, prima di scendere tra i suoi glutei forzatamente aperti. Le dita umide e scivolose presero finalmente ad accarezzare e stuzzicare il piccolo anello di carne che era il suo traguardo, il premio che stava aspettando, massaggiandolo lentamente per rilassarlo e spingerlo ad aprirsi per lui e accogliere la punta del dito con cui stava facendo leggere pressioni. Ancora un pochino. Ancora un po' e sarebbe stato finalmente il suo turno.
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Ink marks - XueXiao
FanfictionXiao Xingchen è un ragazzo che crede fortemente nell'anima gemella. Xue Yang non vuole ficcarsi in situazioni che non riesce a giostrare. Il loro incontro riuscirà a far cambiare idea a Xue Yang oppure Xingchen deve arrendersi all'evidenza?