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La sua reazione era prevedibile. Xue Yang già sapeva l'esito a cui le sue parole avrebbero portato, eppure sentì che qualcosa non era andato come voleva. Voleva tirare la corda e spingerlo a mostrare di nuovo quel suo carattere deciso, quel "no" che sapeva rifilargli con così grande convinzione, eppure stavolta ebbe una sensazione agrodolce. Sebbene fosse un sadico bastardo, che godeva nello spezzare i cuori fragili come quello di Xingchen, dimostrando l'inutilità dei sentimenti, questa volta l'espressione ferita malcelata dalla rabbia sul viso dell'altro non gli diede piacere. Non seppe spiegarsi perché. Era stato tutto perfetto, la mano che gli sfiorava il collo, i suoi capelli morbidi, il suo profumo di sapone misto a deodorante, quella situazione, la sua eccitazione, era tutto perfetto. Eppure Xingchen si ritrasse e Xue Yang, sebbene sapesse che sarebbe successo, non ne fu felice. E non per l'ennesimo rifiuto, quanto per ciò che gli disse dopo. La cena? Gli avrebbe servito la cena anche se lo aveva per l'ennesima volta ferito? Come ci riusciva? Per Xue Yang era inspiegabile. Aveva ricevuto ogni tipo di rabbia, da quella verbale a quella fisica, ma mai una così fieramente composta e al tempo stesso gentile come quella di Xiao Xingchen. Cosa doveva fare perché lo odiasse? Cosa doveva fare per farlo scattare? Persino insistendo a sputare su ciò in cui credeva lui continuava a mantenere verso di lui una premura che non aveva mai sperimentato. Come ci riusciva? Perché non aveva come lui l'istinto di ferirlo a sua volta? Perché era così buono? Xue Yang le odiava le persone come lui, sembrano troppo belle per esistere. Una illusione. Una bugia. Eppure Xiao Xingchen era reale, era lì davanti a lui a sopportare l'ennesima ferita che così crudelmente gli infliggeva con una lapidaria gentilezza che zittiva in Xue Yang qualsiasi gusto. Si sentì misero. Non gli era mai successo, ma davanti a quel rifiuto che però non escludeva di prendersi comunque cura di lui si sentì improvvisamente misero. Lui era solo questo, un essere vuoto e inconsistente plasmato nella rabbia e nella delusione, che ora si scontrava con un'anima così pura, così insopportabilmente candida da essere come il sole per un vampiro. L'unico rapporto positivo che Xue Yang avesse avuto in vita sua era stato, paradossalmente, quello con Jin GuangYao. Anche se sapeva perfettamente che ogni sua azione era mirata a tenerselo buono, A-Yao cucinava per lui, gli lavava i vestiti e lo aiutava con lo studio, sebbene fosse solo un pagamento per i suoi servigi. Non gli importava davvero di lui, ma era comunque gentile. Xue Yang non si interessava a Jin GuangYao, ma quel loro rapporto era diventato quotidiano per entrambi. Ora era tornato solo e aveva più volte schiaffeggiato l'unica mano rimasta a rendersi per lui. Cosa stava facendo? Era davvero così felice di restare solo? In quel preciso istante, nudo sul pavimento di quel bagno, non ne fu più così certo. Per questo quando Xingchen si alzò di botto, Xue Yang gli afferrò la mano. Usarlo. Usarlo. Usarlo. Voleva solo usarlo.
«Aspetta!» Xiao Xingchen era più grande di lui sia di altezza che di corporatura,ma aveva una mano delicata e piccina che sembrava troppo fragile e fuori posto nella sua. Era così incompatibili... Che crudele scherzo del destino.
«Ti ho offesso? Ho esagerato? Pensavo che ti facesse piacere il mio trovarti attraente, la possibilità di non essere poi così solo, di solito è così...»
Sì di solito nessuno gli negava qualcosa. Di solito tutti lo accontentavano volentieri, per inganno e bugie, ma l'invito e la cortesia di Xiao Xingchen non se li era dovuti conquistare e non erano nemmeno volte a uno scopo come quelle di A-Yao. Per quanto lo ritenesse completamente stupido e volesse a tutti i costi avere da lui ciò che gli chiedeva, qualcosa lo spinse a dare un valore a quel gesto unico nel suo genere nella sua vita.
«Non insisterò più. Non ti metterò più le mani addosso,a meno che non sia tu a volerlo, ok? Sarà il mio pagamento. Per l'ospitalità, l'unica cosa che ho da offrirti.»
E lo lasciò andare. Quella promessa gli costava cara, ma nella sua estrema convinzione di non dare a Xingchen un peso nella propria vita, si disse che magari avrebbe conquistato la sua fiducia e con essa il suo premio. Si disse in fondo al cuore che poteva concedersi di gustare quella gentilezza, così rara, così sognata, così bramata e solo ora ottenuta. Uscì dal bagno con addosso solo i pantaloni, i capelli ancora bagnati e sciolti nella casa minuscola aleggiava un profumo buonissimo. Xue Yang amava il cibo, soprattutto i dolci, e questo perché non aveva mai mangiato bene per davvero. Sua madre lasciava che aprisse il frigorifero o la credenza e mangiasse ciò che voleva (quello che c'era), nonostante fosse un bambino. A volte era stato male mangiando inavvertitamente cibo ormai avariato, perché la donna non si preoccupava di controllarlo. In casa poi non c'erano mai dolci, sua madre era perennemente a dieta per essere bella agli occhi della sua futura anima gemella e non voleva tentazioni, il cibo quindi era sempre stato una sua debolezza. Una tentazione irresistibile. Xiao Xingchen era di spalle, intento a cucinare, forse volutamente celato ai suoi occhi. Un'altra persona si sarebbe scusata, gli avrebbe chiesto se stava bene, se poteva rimediare, ma Xue Yang non si sentiva già più in colpa e in verità non se ne pentiva nemmeno. È vero, era stato rifiutato, ma specchiarsi negli occhi così chiari di Xingchen era stato un momento impagabile. Se solo fosse stato un po' diverso...
«Ero serio prima. Non ti toccherò più. Starò qui qualche giorno e poi ognuno per la sua strada.» incrociò le braccia, sedendosi su una sedia. «Che... Che stai cucinado?»
Non riuscì a trattenere la curiosità. Il profumo era ottimo e aveva fame, in quel momento era come un bambino che attendeva impaziente qualcosa.

Ink marks - XueXiao Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora