Chapter 4

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Scene sessuali molto dettagliate.

Rimasi senza fiato al suo linguaggio, pensavo che fosse un cristiano, ma ora sta usando il nome del signore invano.

Improvvisamente, il Signor Styles si alza afferrando le mie gambe, portandomi al banco più vicino. Rapidamente mi posizionò sopra, la mia gonna si sollevò un po' a causa della mia posizione.

"Signor Styles, cosa sta facendo?" Lottai.

Gli occhi del Signor. Styles si abbassarono cautamente alla mia parte intima, leccandosi lentamente il suo labbro inferiore. La prossima mossa, fu quella di mettere le mani dentro la gonna, accarezzandomi le cosce. Rabbrividì al tocco della sua pelle contro la mia, e vidi come si chinava verso il basso, il suo sguardo era sulla mia parte intima. Avevo solo sognato esperienze come queste.

"Basta sentire."

Le sue dita afferrarono il bordo del mio intimo, tirandole giù finché non erano intorno alle caviglia. Le sue mani si collocarono sulle mie caviglie, lentamente salirono sulle mie gambe. Quando le sue mani raggiunsero le ginocchia, allargò le gambe. Con un grande sorriso, sporse la testa, il suo respiro colpiva il mio sesso bagnato.

"Signor. Styles." Parlai, non so perché l'ho chiamai. La mia mente mi diceva di si, ma il mio corpo mi diceva di no.

"Già bagnata, proprio come una dannata puttana." Il signor Styles sussurrò, una delle sue dita accarezzava no leggermente il mio sesso. Piagnucolai al suo tocco, solo la vista della sua testa tra le mie gambe mi suscitava. Aprii la bocca mentre le sue dita cerchiavano il mio clitoride, ma le parole non lasciarono la mia bocca.

"Cosa vuoi? Dimmelo." Disse umilmente.

Volevo qualcosa, ma non sapevo cosa. Volevo che le sue mani vagassero ogni centimetro del mio corpo, ma allo stesso tempo volevo solo rannicchiarmi in una palla e nascondermi. La mia mente chiese aiuto al libro che avevo letto l'altro giorno.

"T-Toccami." Recitai in silenzio, appena un sussurro. Il Signor. Styles improvvisamente smise di toccare il mio sesso, ma le sue dita rimanevano ugualmente molto vicine, indugiando sulla mia coscia.

"Non chiedermelo così, tesoro." Disse. "Chiedilo per papino." Chiusi gli occhi e gettai la testa in dietro per la frustazione, perché mai dovrei chiamarlo papino?

"Per favore, Signor. Styles, mi tocchi." Dissi, disperata per il suo tocco. Il Signor. Styles scivolava le dita tra le mie pieghe mente io gemevo umilmente mentre il suo pollice si muoveva in piccoli cerchi contro il mio clitoride.

"Si, bambola." Il Signor. Styles disse. "Vorresti la mia bocca sulla tua bella figa?" Annuii, si sporse immediatamente sul mio sesso. Le sue labbra sfiorarono il mio sesso, la sua bocca succhiava e mordeva dolcemente il mio clitoride.

Inconsciamente ruotai i fianchi contro le sue labbra. Il signor. Styles urtava di piacere, inviandomi vibrazioni attraverso il mio sesso. La sua lingua scivolava tra le mie pieghe mentre i suoi denti tiravano dolcemente. Afferrai i lati del banco, sentendomi come se qualcosa dentro di me stesse per essere rilasciato. La sensazione era estranea, qualcosa che non avevo mai provato prima.

"S-Signor Styles." Dissi. "Non posso, devo-"

Mi fermai, non sapevo cosa stesse per accadere quando il piacere cominciò ad aumentare.

"Stai venendo?" Chiese, la sua bocca si separò dal mio sesso per un istante. "Allora fallo, vieni nella bocca di papino."

E mentre la sua bocca continuava a rosicchiare il mio sesso, sentivo il piacere nel mio stomaco essere rilasciato, con un lungo gemito.

Tirai la mia gonna, tornando alla realtà. Cosa avevo appena fatto?

Io non faccio queste cose. Volevo rannicchiarmi a letto con un libro, ma invece sono qui seduta su un banco a fare cose sporche con il mio insegnante.

"Mi dispiace Signor. Styles." Parlai a disagio. "Dovrei andare." Saltai fuori dal banco, fuggendo rapidamente dalla stanza.

Non riuscivo a elaborare ciò che era appena successo, come potevo essere così disinvolta. Mi vergognavo di me stessa.

"Victoria! Aspetta." Il professor Styles mi richiama quando lasciai la sua classe. Non mi sono fermata, continuai a camminare a passo veloce.

Forse sto esagerando, ma mi sento sporca e utilizzata. Sono così patetica da aver lasciato che accadesse. In secondo ho avuto un attenzione dal sesso opposto. Certo ero curiosa, ma non avrei mai pensato di essere così vulnerabile. E pensare che non ho nemmeno provato a fermarlo.

Mi feci strada verso i corridoi affolati per il mio dormitorio, dove potevo pensare a tutto. Torcendo la maniglia, venni accolta da una stanza vuota; per fortuna.

Mi sedetti a gambe incrociate sul letto, mia madre mi sgridava sempre per posizioni come queste. Secondo lei non era signorile, ma anche lei mi diceva di non permettere a nessuno di toccarmi li...e ora guarda.

Il fatto che ero abbastanza disperata per andare avanti con le attività sessuali con un uomo che avevo appena incontrato era umiliante, ma il fatto che sapeva che ero disperata ad esercitare tali azioni era vergognoso. Probabilmente mi vedeva come una bambina vulnerabile, qualcosa che avevo giurato non sarei mai stata.

Improvvisamente, senza preavviso, la porta si aprì facendo rilevare Matilda.

"Hey Vicky." Cinguettò. Nessuno mi aveva chiamato Vicky prima, ero sempre stata Victoria. Mio padre e mia madre mi dicevano che se qualcuno mi avrebbe chiamata Vicky dovevo correggerli con Victoria. Tuttavia, per essere onesti mi piace molto il nome Vicky, e penso che la mia opinione conta quando si tratta del mio nome.

"Ciao." Mormorai, ancora avvolta nei pensieri profondi. Dal libro che avevo letto avevo imparato la parola puttana, era in un pezzo di dialogo parlato fra due ragazze che erano rivali. Nonostante l'odio che si mostrava tra le due signore, colei che è stata chiamata puttana era una moglie del gangster. In nessuna parte del libro fece parlare di lei come quello che avevo appena fatto erroneamente, quindi forse il Signor Styles non sapeva neanche che cosa era una puttana. Ad ogni modo, non ne avevo ancora la minima idea.

"Come mai sei così tranquilla?" Matilda ridacchiò, gettandosi sul letto.

"Che cosa é una puttana?" Chiesi, così forse potrebbe mettere la mia mente a riposo.

"È sai," parlava, con un leggero accento del sud, "è come una donna della notte, o una prostituta credo."

Un leggero sussulto sfuggì dalle mie labbra. Avevo sentito quello che una donna della notte era. Era una signora, che lei stessa si considerava come un oggetto, avere rapporti sessuali con qualsiasi uomo a pagamento. Come oserei chiamare un'altra ragazza così, mi sento così vergognosa da definire un'essere umano in quel modo quando non sapevo neanche il significato, vorrei scusami con lei. Ma ancora più importare, come si permette il Professor Styles a chiamarmi puttana.

Certo, era gran parte colpa mia per aver spinto il Signor Styles per spiegarmelo civilmente come Matilda fece. Ora mi osserverà sempre, ma farò in modo che cambino le cose. Non voglio lasciare che arrivi a me così facilmente di nuovo.

Boarding School ➵ h.s au(italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora