"Va bene classe." Mr. Styles mise a tacere tutte le giovani ragazze. "Spero che tutte voi avete seguito i miei ordini semplici di leggere gli ultimi due capitoli?" Nessuno disse altrimenti, per fortuna, mettendolo di umore migliore.
"Bene."
Un'anima sfortunata inciampò sulla porta in ritardo, ansimando duramente come un cane. Avevo pietà di lei.
"Perché sei in ritardo Annabelle?" Mr. Styles parlava severamente. La ragazza nascose una ciocca di capelli sciolti dalle sue trecce dietro l'orecchio, potrei dire che era per facilitare i suoi nervi.
"Sono così dispiaciuta signore, ho avuto una lotta per trovare la classe." Si scusava con il suo respiro tremante.
"Non voglio sentire le tue scuse!" Esclamò, il che mi sembrava piuttosto ingiusto, poiché avesse un motivo dietro il suo ritardo. "Siediti." Tossisce, schiarendosi la gola per alzare la voce. "Parleremo dopo le lezioni."
Annabelle tremava al suo tono aspro e lentamente si sedette sulla sedia. Avevo simpatia per lei, non aveva fatto nulla di male e Mr. Styles se le appena presa con lei.
"Victoria, mi stai ascoltando?" Mi chiamava tirandomi fuori dai miei pensieri, le teste di tutti si girarono verso di me.
"Si signore." Mi schiarisco la gola.
"Questa é la prima volta." Lui ridacchia. Quello che mi infastidisce è che se avessi detto l'inferno sarebbe scoppiato il finimondo. Era comprensibile che gli insegnati avevano una certa autorità su uno studente, ma alcuni ne abusavano. Pensavano che solo perché sei nella loro classe allora il tuo corpo era di loro proprietà, quando in realtà era solo una stanza, ed era un piccolo posto in tutto il mondo. Se volevo, potevo lasciare questa aula, uscire dalla scuola e fuggire. Una volta fuori la proprietà non possono detenere nessun potere su di me, solo perché sono tra le loro cosiddette pareti mi possiedono. Tuttavia, ho intenzione di tenere la bocca chiusa e comportarmi bene. Se voglio sopravvivere in questa scuola, a differenza dal mio passato, dovrò mimetizzarmi.
"Lezione semplice oggi per voi ragazze." Mr. Styles batteva le mani, strofinandole insieme, rompendomi dal mio stato di trance. "Analizzeremo solo come Steinbeck descrive Lennie e Georgia e il loro rapporto."
Mi sono sempre sentita a disagio intorno al professor Styles, ogni volta che facciamo il minimo contatto con gli occhi il mio corpo si riempie di vergogna e imbarazzo. Non riesco nemmeno a immaginare cosa doveva pensare di me, doveva pensare che ero debole e un facile bersaglio. "Victoria, potresti leggere dal quinto paragrafo nel primo capitolo." Prese subito di mira me, come se sapesse che ero contro la lettura ad alta voce in classe. Inoltre, supponevo che eravamo al lavoro sul capitolo cinque e sei.
"Non voglio signore." Educatamente l'ho informai, ma pentendome profondamente dopo, dato che avevo dimenticato che il mio piano era quello di rimanere in bassa luce.
"Non era una domanda." Mi guarda dritto negli occhi, e sapevo che non avrebbe preso un no come risposta. Guardai lontano dal suo sguardo duro, cominciando a leggere. La mia voce continuava a balbettare, e dovetti continuare a ripetere le parole, non sarei stata sorpresa se nessuno mi avesse capito.
"-fermati qui." Mi interruppe. "Così ora, Victoria, come ti senti riguardo il modo in cui George tratta Lennie?"
"Da questo capitolo chiunque penserebbe che lo odiava, perché ha usato le parole 'pazzo bastardo' affrontandolo." Parlai con cautela, incerta se dire o no bastardo.
"Così stai implicando il loro odio?" Mise in discussione.
"No, lui si prende cura di lui, molto, se è per questo, ma da quello che mi ha chiesto di leggere nessuno lo saprebbe."
"Pensi che dovrebbe trattare Lennie in questo modo?" Continuava a interrogarmi.
"Non è la mia decisione, ma ovviamente Lennie è ancora con lui, quindi non se ne preoccupa più di tanto. Ha bisogno di George."
"Esattamente." Lui annuí. "Così, dimmi, pensi che George sia meglio senza Lennie?"
"Mi scusi signore, ma sembra che mi stia ponendo come bersaglio oggi. Perché non chiede a un'altro studente?" Educatamente informai. Lui non si arrabbiò, come avevo previsto, annuisce soltanto chiedendo ad un'altra. Pensavo che lui sapeva che mi stava chiedendo troppo, e non avevo intenzione di sopportarlo.
Non molto tempo dopo, la campanella suonò per dimetterci. Lasciai la stanza, nonostante Annabelle che doveva restare dentro; povera ragazza.
-
Più tardi quella sera, quando era ora di cenare, tutte le duecento ragazze si riunirono attorno ai loro posti, preparandosi. Nessuno fece un suono, c'era solo silenzio. Eravamo tutti in piedi dietro le nostre sedie con la testa rivolta in avanti. Dal momento che l'assemblea di ieri il comportamento di tutte era esemplare, avevo paura di commettere un errore per essere accusata per l'incidente della chiesa.
"Buonasera." Il nostro preside ci accolse, annuendo con la testa. "Sedetevi." Ordinava, come se fossimo cani.
Le signore della cena ci portarono i nostri pasti, mentre noi rimanevamo ancora in silenzio, in attesa del primo a parlare, che non avvenne mai..
Dopo il momento doloroso a cena, andammo via per il tempo libero. Non sapevo cosa fare, così seguì Matilda fuori nell'aria ventilata.
"Ciao." Parlai a bassa voce, non volendo spaventarla.
"Hey." Disse indietro, molto più tranquilla rispetto al normale. Mi sedetti accanto a lei dove stava guardando quella che dovrebbe essere una sciarpa.
"Che cosa è successo per essere così triste?" Chiesi, cercando di non sembrare scortese. Lei era sempre allegra e loquace.
"Niente..sono solo stanca." Teneva la testa bassa, era evidente che stava mentendo.
"Puoi fidarti di me, solo per riferimenti futuri." Confortai.
"Grazie." La sua voce si incrinava mentre continuava a scacciare via le lacrime. Non pensavo che qualcosa potesse infastidire Matilda, lei era sempre un'anima felice.
"È il fine settimana finalmente!" Applaudisco, spingendola con il gomito. Sapevo che questo non l'avrebbe illuminata, ma era per portare un po' di luce nell'atmosfera.
"Si." Sorrise falsamente, mantenendo gli occhi sulle mani.
Iniziai a dondolare le gambe avanti e indietro, mentre pendevano dalla sedia. Quando improvvisamente una voce roca si fece sentire; Mr. Styles.
"Voi ragazze non dovreste essere qui con addosso solo questo, potrebbe causare la vostra morte."
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Boarding School ➵ h.s au(italian translation)
Fiksi Penggemar"Victoria, non apprezzo il tuo tono!" Il Signor. Styles mi sgridò davanti a tutta la mia classe. "Vieni qui signorina!" Sbatté il suo bastone sulla sua cattedra. Mi alzai dalla sedia e lentamente feci la mia strada lungo la fila di studenti che sghi...