XXXI. La vendetta di Mary Jane

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Mess non era riuscita a chiudere occhio: anche quando i suoi compagni, a uno a uno, avevano ceduto alla spossatezza e alla rassegnazione, lei era rimasta sveglia a rimuginare sul loro destino

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Mess non era riuscita a chiudere occhio: anche quando i suoi compagni, a uno a uno, avevano ceduto alla spossatezza e alla rassegnazione, lei era rimasta sveglia a rimuginare sul loro destino.
Aveva misurato a grandi passi la stiva alla ricerca di un modo per fuggire, anche a costo di far saltare la nave, ma la stanza era stata accuratamente svuotata di ogni oggetto che potesse essere usato come arma e l'unica entrata era sorvegliata a vista da due guardie di York.
Ora che le lampade a olio iniziavano a baluginare e a spegnersi, avendo consumato tutto il carburante, Messalina sapeva di non avere più tempo, eppure non riusciva a rassegnarsi all'idea di perdere le sue ali.

"Non succederà" si ripeté per l'ennesima volta. Quelle due parole, anche se false, avevano il magico effetto di tenere il panico lontano dalla sua mente.
"Non so come, ma lo impedirò. Nessuno perderà le ali..."
Il reverendo Lloyd, che pure a un certo punto dopo la sua straziante confessione si era assopito, si destò con un sussulto.
"O la vita."

Le porte si spalancarono all'improvviso, svegliando tutti e facendo entrare nello stanzone buio la pallida luce dell'alba; alle sue spalle, Trix si lasciò sfuggire un singhiozzo e Mess strizzò forte le palpebre mentre gli uomini di York la afferravano e la trascinarono sopraccoperta.
"Rimani lucida. Trova una via d'uscita. Cosa farebbe Blackraven ora?"
Ma Blackraven si era davvero trovato in una situazione simile, rammentò con amarezza, e neanche lui era stato capace di uscirne indenne.

L'Heaven's Gate era un vascello possente e il ponte principale, largo circa trenta piedi e lungo il doppio, era affollato da decine di senza-ali; altri spettatori si erano assiepati sulla tolda e sulla balaustra del cassero e lungo i ponti delle navi vicine, legate all'ammiraglia da ponti di legno e robuste catene. Perfino i marinai, dall'alto delle sartie e dei pennoni, allungavano il collo per vedere i prigionieri sfilare.
Era stato però lasciato uno spazio vuoto lungo una fiancata della nave, accanto a una passerella di legno sospesa nel vuoto che oscillava e scricchiolava sotto la spinta del vento; York era lì ad aspettarli, insieme a un uomo nerboruto che stringeva un'enorme scure affilata.
Fu allora che la lucidità di Messalina svanì e d'istinto la ragazza si divincolò, puntando i piedi e spalancando le ali nel tentativo di alzarsi in volo e allontanarsi da lì; ma fu inutile, perché i suoi due carcerieri la tenevano saldamente per le braccia.
Si voltò e tra le lacrime vide che i suoi compagni uccellini erano spaventati quanto lei – alla vista del boia persino mastro Bell aveva perso l'aria minacciosa che lo contraddistingueva.
Poi tutto si fece ovattato: le grida di Bart, rimasto chiuso nella stiva insieme a Old Tom, il mormorio della folla, il canto solenne intonato da un coro alle spalle di York...

Tutto scomparve sotto il rumore del suo respiro affannato e del cuore che batteva veloce. Quasi non si rese conto che le due guardie l'avevano lasciata andare, mentre il reverendo Lloyd veniva spinto in avanti e York iniziava un lungo discorso sul peccato e sui castighi divini.
Mary Jane si avvicinò a Joey, il primo della fila di condannati, intinse due dita in una ciotola d'acqua benedetta e gli tracciò un segno sulla fronte – un gesto che a Mess rammentò il passo biblico che si leggeva in chiesa il giorno di Pasqua. Immaginò che anche lei dovesse avere l'espressione stanca e terrorizzata di un agnello in procinto di essere sacrificato.
Il viso di Mary Jane era contratto in una smorfia: pareva odiare quel compito penoso e torceva il collo il più possibile per non perdersi neanche un istante dell'esecuzione di Lloyd, che stava avendo luogo dietro di lei.
Quando giunse davanti a lei Messalina, colta da un'ispirazione improvvisa, si chinò e le afferrò il polso; i senza-ali erano troppo assorbiti dalla voce tonante di York per farci caso.
Mary Jane sbatté lentamente le palpebre, come se si stesse svegliando da un lungo sonno e avesse difficoltà a mettere a fuoco il suo viso, sebbene non ci fossero che pochi pollici a separarle.

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