capitolo 4

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La luce del sole filtrava attraverso le tende facendomi lacrimare gli occhi.  Cercare di aprirli fu un’impresa quasi impossibile per cui mi nascosi al buio sotto le coperte cercando di riprendermi.
La testa mi girava e nella gola sentii la bile risalirmi. “acqua.” Fu l’unica cosa a cui riuscii a pensare chiaramente. Quando finalmente mi svegliai del tutto, feci capolino con la testa da sotto le lenzuola e a tendendo la mano cercai la bottiglia d’acqua sul comodino, ma le mie dita sfiorarono qualcos’altro: un biglietto.

“BUONGIORNO PRINCIPESSA.

TI HANNO MAI DETTO CHE RUSSI?

-Z”

“Z?” pensai. Ci misi un po’ per ricordare ciò che era successo la sera prima: la sbornia ancora non era passata del tutto e i ricordi erano frammentati. Come ero arrivata in camera da letto? E perché non indossavo il pigiama?

Z? Za… ZAYN!! Che stronzo!
 Mille emozioni contrastanti attraversarono la mia mente: gratitudine, disprezzo, felicità, rabbia, ma soprattutto, quando ci riflettei su, provai vergogna per ciò che era successo qualche ora prima, per il fatto che ora ero in debito con LUI per avermi riportata a casa, ma soprattutto perché mi aveva spogliata, messa a letto e guardata dormire! Lo detestavo.

Mi alzai lentamente dal letto e la stanza girò intorno a me. Era come avere un martello pneumatico che mi perforava il cervello. Mi tenni la testa con la mano mentre cercavo una maglietta da indossare per andare a fare colazione. Non sapevo che ora fosse, ma volevo un caffè o una tisana!

Arrivata alla porta della cucina sentii un forte odore di caffè “Ellie?” urlai. Nessuna risposta, entrai e Ashton era lì. L’ultima persona che volevo vedere era nel mio appartamento, nella mia cucina!
Si girò di scatto quando mi sentì tossire “Oh, buongiorno!-mi disse- Ti stavo preparando la colazione, credevo dormissi ancora!”.
“Mi sono appena alzata. –risposi in modo freddo- che ci fai qui? E come sei entrato?”
“Volevo farmi perdonare per ieri..” si avvicinò ed io mi allontanai. Rimase male per quel gesto, poi riprese a parlare “Lo so, sono stato un coglione, ma voglio spiegarti bene. Zayn sa solo mettere merda sulle persone. Ho.. ehm.. sono stato con lei prima che arrivassi tu. Eravamo li già da un oretta buona e, notando che flirtava con me, non ho saputo dire di no.
Ti giuro che quando ti ho vista, dopo un anno che non avevo tue notizie, mi hai tolto il respiro. Saranno stati i tuoi sguardi timidi, le tue guance rosse o le tue risatine per ogni battuta che facevo, ma non avevo occhi che per te ieri sera.” Non sapevo che dire, dovevo credergli o no?
“Come faccio a sapere che stai dicendo la verità? Eh? Chi me lo dice?”

“Ti devi fidare di me! Dopo averti conosciuta, un anno fa, ogni tanto chiedevo a Michael di te, ho anche provato a cercarti su facebook, ma mi ha detto che non ti era permesso averlo. Ti prego credimi!”
Lo guardai come un poliziotto guarda un indiziato ad un interrogatorio. “Passami il caffè.”
“Solo questo mi dici?” e mi riempì la tazza. “Ti prego Rose. Ti prego!”

Bevvi una sorsata di quel liquido marrone e lo guardai, i nostri occhi si incontrarono e diventai rossa.

“Ecco, vedi? Lei non è mai arrossita per un mio sguardo, lei è stata una cosa passeggera, ma tu..- tirò fuori l’aria con uno sbuffo- tu mi fai provare cose che non avrei mai creduto possibili. Non ti sto prendendo in giro.”

“Neanche io ho mai smesso di pensarti..” dissi a bassa voce, quasi ripetendolo a me stessa. Corse verso di me, mi tolse la tazza dalla mano, la poggiò sul bancone e mi baciò, ma non come aveva fatto ieri. Era un bacio dolce, di scuse. Le sue mani erano poggiate delicatamente sulle mie guance per attirarmi a lui quasi per paura che mi tirassi in dietro, ma non successe.

“Mi hai fatta stare di merda ieri!” lo spinsi via scherzando, lui si avvicinò, mise la testa vicino al mio collo e bisbigliando abbracciandomi mi chiese scusa facendomi il solletico con il fiato.

“Pace?” i suoi occhi miele mi mandarono in confusione, non potevo dargliela vinta così! Lo guardai e dissi “Vedremo.” e gli feci una linguaccia. La sua risata riempì la stanza. Mi porse il piatto di pancake e bacon che mi aveva preparato e mentre mangiavo ripensai alla sera precedente: forse avevo esagerato! Insomma, non ero la sua ragazza, non potevo avere nessuna pretesa su di lui. La gelosia era normale, ma io non ero sua e lui non era mio.

“A che pensi?” aveva il mento appoggiato sulle mani e mi fissava. Quella domanda mi dissolse dai miei pensieri.

“A te. Cioè a ieri sera.” Cazzo. Abbassai lo sguardo.

“E che pensi?” il suo sguardo si illuminò.

“Nulla, di speciale, cercavo di ricordarmi qualcosa di ieri.” Risi.

“A proposito, chi ti ha portata a casa ieri? Ti prego non dirmi che hai guidato tu!”

“No, mi ha portata Zayn, credo. Ricordo solo che mi ero addormentata sul bancone e mi ha svegliata.. poi ho riaperto gli occhi ed ero qui nel mio letto.”

“Oh.. e ti ha solo portata qui? Non è successo nulla con lui?”

“mh, già. Non è il mio tipo.” Gli feci la linguaccia e mi alzai per andare in bagno.

“Rose, hai delle gambe stupende.” Mi disse mentre uscivo dalla cucina, guardai in basso e notai che non avevo messo i pantaloncini, tirandomi la maglia e tenendola giù andai a farmi la doccia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2015 ⏰

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