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Kanzie era confusa, non sapeva se dire qualcosa o rimanere zitta. Non ricordava come fosse finita in quella conversazione imbarazzante. Il fine settimana era già pianificato nella sua testa - seduta nel suo appartamento a fare niente di impegnativo -. Lei, ovviamente, cercò di stare lontana da chiunque potesse scombussolare i piani, portandola fuori e rovinando la sua meritata pausa.
Ad ogni modo, non poteva ancora abbandonare Gemma Styles quando le bussò alla porta. Lei viveva nel suo palazzo, stesso piano, eppure non avevano mai conversato. Comunque, chiese a Kenzie di badare a suo fratello minore; e ovviamente si sentì obbligata ad accettare. Apparentemente, Gemma sembrava disperata. E se Kenzie non le avesse chiesto un uovo tempo fa, tutto questo non sarebbe successo.
«Puoi dirmi il suo nome almeno? E perché deve essere guardato?» Kenzie si corrucciò; un po' confusa e un altro po' curiosa.
«Il suo nome è Harry, e ha bisogno di essere guardato perché non gli piace rimanere da solo.» Gemma sospirò, prendendo frettolosamente la sua borsetta con il necessario.
«Guarda, probabilmente lui rimarrà nella sua camera per tutto il tempo, a fissare il soffitto. Non ti devi preoccupare di questo.» La ragazza dai capelli ambrati la rassicurò.
«Grazie di tutto, ancora.» Gemma attirò Kenzie in un abbraccio. Quest'ultima, all'improvviso, si sentì estremamente stretta contro il petto, e trovò un modo per sfuggirle, anche se si trattava del modo più impacciato possibile. Forse la famiglia Styles era un gruppo di abbracciatori.
«Non ci sono problemi.» Disse, prima di ricevere un suo sospiro.
Kenzie guardò Gemma uscire dall'appartamento, lasciandola sola in quella casa estranea.
Il soggiorno degli Styles rispecchiava quello di Kenzie, con lo stesso mobilio e le stesse disposizioni. Finché non aprì la porta, Kenzie non sapeva quanti anni avesse il ragazzino.
Non era sicura se andare in camera sua a presentarsi, o attendere la sua uscita. Dopo alcuni secondi dove ridicolmente discuteva con se stessa, sospirò. Si alzò dal divano e si diresse verso la stanza che Gemma gliela presentò come la camera di lui. Più si avvicinava alla porta, più sentiva la sua voce. Era profonda e roca, e non sembrava vera. Le pareva fosse di un uomo.
«Settantadue, settantatre, settantaquattro, settantacinque, settantasei...»
Entrò nella stanza con le sopracciglie aggrottate, leggermente impaurita da quello che le si sarebbe presentato davanti. Non sapeva chi aspettarsi al di là della porta; ad esempio un bimbo che giocava sotto le coperte o uno con un videogioco o qualcosa del genere. Ma, dinanzi, c'era qualcun'altro. Il ragazzo era molto più grande di quanto s'immaginasse, seduto sul bordo del letto. Aveva i capelli lunghi, con i riccioli aggrovigliati; indossava una camicia bianca e dei semplici, da quello che poteva vedere, slip neri.
Quando vide la ragazza entrare nella sua stanza, si fermò il tempo. La guardò con i suoi occhi verde smeraldo, mentre percorreva il suo corpo. «Sei la mia baby-sitter?» Chiese, e pensò se il mondo si fosse fermato.
«Uh,» Kenzie guardò la sua stanza, come fossero sparsi i libri sul pavimento, come fosse piena di poster sulle pareti. «Sì.»
«Bene.» Sorrise e improvvisamente la tensione, attanagliata nelle sue membra, scomparve. «Ciao.»
Il volto di lei perse colore. «Ciao.»
«Ciao.»
Tossì goffamente. «Ciao.»
«Ciao.» Sospirò, «Di nuovo.»
Kenzie soppresse una risata, era un po' divertente quella situazione. «Sono Kenzie, e mi trovi nell'altra sala.»
«Hai un bel sorriso, Kenzie. Io sono Harry.»
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Okay è stato difficilissimo tradurre questo capitolo, e spero davvero di averlo fatto al meglio. Scusatemi per aventuali errori, e se per caso c'è qualcosa che non riuscite a capire, riferitemelo e ve lo spiegherò. Spero vi piaccia ad ogni modo :)