sette

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// sette \\

La vita di Harry era stata costruita infilando quattro, otto, sedici pali ognuno dentro l'altro. Quasi fossero dei pezzi di lego, che, combaciando perfettamente, gli permettevano di vivere normalmente la giornata. Ad Harry era stato diagnosticato il disurbo ossessivo compulsivo e la depressione maniacale quando aveva solo sedici anni. Ed a ventitré anni ormai, non riusciva a capacitarsi di avere così tanti problemi mentali.

Harry ricordava, così, i primi giorni come i peggiori della sua vita. Era terribile provare tutte quelle emozioni contrastanti: da essere semplicemente assetato ad aver voglia di prosciugare un fiume. Un deserto morto, con segni di vita, felicità, tristezza ovunque. Ma Harry stava bene, con il suo disturbo bipolare. Molti giorni non erano così male.

Harry si sedette sul suo letto, toccando il cassetto laterale e contando le decine.

«-Cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento, centodieci, centoventi, centotrenta, centoquaranta, centocinquanta...»

Era l'una di notte e non riusciva a dormire. La sua mente pensava a troppe cose. Era molto prudente, perciò si alzò dal letto ed andò a controllare se la luce del bagno fosse accesa o no. Era spenta, naturalmente, ed Harry sapeva di essere troppo vigile. Si sedette sul bordo del letto mentre la sua mente vagava, piena di pensieri. Era okay, però, perchè di solito di notte pensava a Kenzie. Gli piaceva davvero quando portava gli occhiali. Gli piaceva anche quando sorrideva, perchè le sue fossette sbucavano sempre nel solito posto. I suoi capelli erano sempre in disordine, e la cosa di solito lo infastidiva, ma amava i suoi capelli così com'erano - e su questo non era confuso.

Harry aveva litigato con Gemma perchè doveva dirle della sua malattia. E fatto questo, Kenzie, però, non era andata a parlare con lui. Si sarebbe presto resa conto, quanto fosse difficile stare vicino ad uno come lui. Lui ripeteva le cose, aveva dei riti ridicoli (e nemmeno lui sapeva perchè li facesse), di cui lei presto si sarebbe stancata di sentire (a meno che non l'avesse già fatto) e l'avrebbe lasciato.

Era l'una e mezza di notte, quando Harry si alzò dal letto.

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Mi volevo anche scusare per questo capitolo - ho tentato al meglio di tradurlo, ma è stato davvero difficile. Ad ogni modo, volevo avvisarvi che nel prossimo accadranno delle cose moooolto carine, se vi va lo posto dopo basta che me lo dite.

Baci, Elena.

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