LEVI

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Guardo Isabel e Farlan aiutarmi a portare le valigie in quella che sarà la mia stanza per le prossime due settimane. In realtà vorrei e potrei fare da solo, ma loro insistono perché non mi intrometta.

Decido di lasciarli fare e mi metto l'anima in pace per poi gettarmi a peso morto sul solito letto, sentendo il profumo dei soliti detersivi. Mi piace quell'odore, mi dà l'idea che sia tutto perfettamente pulito, il che è uno dei lati positivi dei miei regolari ricoveri.

Sarebbe ancora più bello gustarsi quest'odore se non sentissi l'aria combattere contro la montagna di muco nei miei polmoni, costringendomi a togliere la cannula nel naso per iniziare a tossire vistosamente, facendo subito allarmare Isabel e Farlan.

«Levi?» Mi richiama lei «Tutto bene?»

«Sì...» Le rispondo riprendendo fiato e rimettendomi la cannula che mi collega al mio concentratore di ossigeno portatile.

«Davvero?»

Annuisco e mi tiro a sedere sul bordo del letto, poi mi rivolgo a Farlan sperando di cambiare discorso: «Grazie per avermi accompagnato.»

«Di nulla.» Risponde tranquillamente lui, provando a sorridermi. Io abbasso lo sguardo, non mi va di ricambiare.

«Ora non dovreste andare?» Gli chiedo, tornando a guardarli «Non avete le valigie da preparare per la partenza di domani?» Aggiungo, sapendoli essere due procastinatori nati, per ricordargli che tra meno di una giornata dovranno partire per la settimana bianca con la scuola.

«Già, dovremmo...» Ammette Isabel «Ma preferiamo aspettare che arrivi Hanji.»

«Mh...» Faccio io, decidendomi ad alzarmi per cercare il telefono nella valigia. So che Hanji verrà, come ogni volta, ma voglio sapere se debba fare qualcosa in particolare e sul telefono ho registrate tutte le mie innumerevoli terapie per la fibrosi cistica.

Torno a letto e inizio a rileggerle lentamente. Farlo mi ha sempre infuso una certa tranquillità, anche se non ne ho mai capito il motivo preciso.

Intanto, mentre Isabel e Farlan continuano ad osservarmi in silenzio, nella stanza si presenta Hanji, quasi come se avesse capito che la stessimo aspettando.

«Hey, Levi!» Mi sorride calorosamente e questa volta mi sforzo di ricambiare.

Lei è un altro dei lati positivi dei ricoveri. È piuttosto rassicurante e disponibile, oltre ad essere la fisioterapista respiratoria preferita della maggior parte dei pazienti nel mio stesso reparto, me compreso.

«Ciao Hanji.» Le rispondo semplicemente, mettendo via il telefono.

«Allora...» Inizia a dire, avvicinandosi al letto con un un termometro «come stai questa volta? Solito?»

«Sì.» Le rispondo con calma, in attesa che finisca di effettuare i soliti controlli di routine «Ormai mi conosci abbastanza bene da saperlo.»

«Hai ragione.» Ridacchia lei.

Intanto torno a guardare Isabel e Farlan, che non sembrano intenzionati ad andarsene. Sicuramente, se glielo facessi notare mi direbbero di voler aspettare che Hanji se ne vada per fare altrettanto. È sempre stato così, con loro.

Intanto Hanji termina i soliti controlli e inizia ad armeggiare con la flebo vicino al letto, prima di toccarmi la spalla per richiamare la mia attenzione.

«Sai cosa fare...» Mi dice appena torno a guardarla, ed io capisco di dover flettere il braccio.

«E pensare che da bambino fossi terrorizzato dagli aghi.» Scherza Hanji, notando che non sia minimamente interessato a quel che sta facendo.

«Le paure si superano, crescendo.» Provo a rispondere io, smettendo di fissare il vuoto.

«Sì, hai ragione.» Risponde lei, lasciandomi il braccio.

Si allontana di qualche passo dal letto, sistemandosi gli occhiali sul naso. Ricordo che da bambino mi divertissi a chiamarla "Quattrocchi" proprio per questi occhiali, ma lei non se l'è mai presa, anzi, stava sempre al gioco.

A dire il vero, è anche sempre stata quella che mi copriva ogni qualvolta creassi qualche problema. Come quando, ad esempio, convincevo Isabel e Farlan a fare delle gare di sedie a rotelle e lei se ne prendeva ogni volta tutta la responsabilità, sistemando sempre tutto senza mai chiederci di smettere. Avevo iniziato a pensare che non le piacesse vietarci di divertirci, ed è per questo che ha iniziato a guadagnarsi sempre più simpatia da parte mia. È una dei pochi infermieri davvero umani.

«Allora, Levi.» Riprende Hanji «Per ora ti lascio con Isabel e Farlan. Tornerò quando avrai finito la flebo, così faremo anche l'AffloVest, d'accordo?»

Annuisco e la vedo farmi un ultimo sorriso, prima di lasciare la stanza.

«Bene, soddisfatti?»

«Piuttosto direi "sollevati".» Risponde Farlan.

«Come se non fosse ogni volta la stessa storia...» Ribatto.

«E come se non fosse ogni volta la stessa preoccupazione, eh?» Insiste lui.

«Ho solo un po' di febbre, non morirò per questo.»

«Ma è sempre meglio essere prevenuti, soprattutto con uno con tutti i tuoi problemi, lo sai meglio di me e Isabel.»

Decido di non ribattere ulteriormente e provo a rilassarmi sul letto, controllando con una rapida occhiata se manchi qualcosa al carrello con tutte le medicine giornaliere già segnate sulla lista delle terapie.

«Beh, forse noi dovremmo davvero andare.» Torna a dire Isabel «Non sono neanche sicura di avere tutto...»

«Va bene.» Le si accoda Farlan «Allora ci vediamo la prossima settimana, Levi.»

«Sapete dove trovarmi...» Rispondo con nonchalance, prima di ricambiare il loro saluto con la mano.

Appena sento i loro passi allontanarsi, riprendo il telefono per realizzare che siano da poco passate le 17, anche se, essendo pieno inverno, dal cielo non si direbbe essere così presto.

Per un po' mi perdo fissando il paesaggio di città fuori dalla finestra chiusa della mia stanza, ma presto dei forti rumori, provenienti da quello che capisco essere il giardino, mi riportano alla realtà e abbasso lo sguardo per controllare.

〖𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡〗 「𝓔𝓻𝓮𝓻𝓲 」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora