LEVI

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Per tutto il giorno evito di prendere il telefono e decido di concentrarmi solo sui libri di scuola, giusto per non ritrovarmi troppo indietro quando verrò dimesso. Le uniche interruzioni sono le visite di Hanji, di tanto in tanto, che ogni volta torna ad accertarsi non abbia saltato nessuna terapia.

Fino al tramondo continuo a ripetermi che fare così mi aiuterà a non pensare alla discussione con Eren e alla chiamata con Isabel, ma è quando vedo il cielo diventare scuro che realizzo non sia affatto così.

«Questo è proprio quello che intendeva lui...» Commento tra me e me, realizzando che le mie giornate siano sempre così vuote e inutili, anche quando non sono in ospedale. Un po' per colpa del mio carattere, un po' per colpa dell'apprensione e dell'ansietà di chi mi sta intorno.

Mi decido a chiudere i libri e rimettere al suo posto il macchinario per l'aerosol usato fino a pochi minuti prima ma lasciato svogliatamente sul letto. Mentalmente mi ripeto che sia anche il caso di fare come mi ha suggerito Isabel e provare a scrivere ad Eren, almeno per capire cosa pensi lui di quanto successo questa mattina, ma mentre faccio per prendere il telefono noto di sfuggita l'ultima cosa che avrei voluto vedere dalla finestra.

«Ma è impazzito...?» Penso a voce alta, realizzando di aver davvero visto Eren seduto sul bordo del tetto dell'ospedale «Per quale cazzo di motivo sei salito lì sopra?? Non soffrivi di vertigini?!»

Metto il concentratore di ossigeno portatile in spalla e mi affetto ad uscire dalla mia stanza. Nella fretta dimentico anche i guanti e la mascherina ma in questo momento ho in testa solo il dover raggiungere il tetto al più presto.

Mi affretto a percorrere la corsia, senza incontrare Hanji -per mia fortuna-, e mi fermo davanti all'ascensore. Premo freneticamente il pulsante per chiamarlo ma impiega troppo tempo ad arrivare e intanto noto l'affollamento che inizia a crearsi. Realizzo di non poter entrare in un ascensore così pieno di altra gente, senza la mascherina, e decido di prendere le scale.

Corro per tutta la prima rampa, con il concentratore che mi pesa sulle spalle e mi affatica ulteriormente, finché non inizio a sentire il petto bruciare e il respiro mancarmi, sempre di più...

Mi appoggio alla ringhiera della scalinata, tossendo mentre cerco di riprendere fiato. La vista sembra iniziare ad appannarsi ma mi costringo a continuare a muovere le gambe, quasi per inerzia, a destra e sinistra...

Destra e sinistra...

Destra... e sinistra...

Cerco di affrettarmi il più possibile, finché non riesco finalmente a raggiungere la fine della scalinata e mi poggio contro il muro, sistemandomi di nuovo la cannula nel naso. Mi prendo qualche secondo per riuscire a riprendere il controllo sul respiro e smettere di tossire così vistosamente, prima di avvicinarmi alla porta del tetto.

Noto subito un foglio da disegno che sembra chiaramente infilanto lì sotto di essa per evitare che l'allarme scatti facendo sapere a tutto l'ospedale che un talassemico con istinti masochistici abbia deciso di rischiare di cadere dal settimo piano di un edificio.

Spingo la porta e mi sento subito investire una folata di vento, mentre la mia colonna vertebrale viene percorsa dai brividi di freddo. Mi stringo nelle spalle, tentando di coprirmi la gola con la maglia, e mi dirigo verso il lato opposto del tetto, dov'è seduto Eren.

«Che cazzo stai facendo qui sopra?!» Gli chiedo subito, fermandomi a poco meno di tre metri da lui.

«Dovrei chiederlo a te.» Ribatte prontamente, senza voltarsi «Ti ammalerai se resti qui sopra, con tutto il vento che tira.»

«E tu rischi di ammazzarti se resti là sopra.» Ribatto io «Non soffrivi di vertigini?»

«Sì.» Risponde lui «Però la testa ha smesso di girare così tanto spesso negli ultimi giorni, e poi non sto guardando direttamente di sotto, solo il panorama.»

〖𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡〗 「𝓔𝓻𝓮𝓻𝓲 」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora