『 CAPITOLO DICIOTTO 』

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Vi avviso in anticipo che questo sarà un capitolo piuttosto lungo (tocchiamo le 3000 parole ecco).

Inoltre non è da me, però consiglio vivamente di ascoltare "Safe And Sound" di Taylor Swift (oltre ovviamente a "Red Thread") mentre leggete.
Renderà molto di più.

*distributore automatico di fazzoletti,
prendetene uno se serve*








Youngjo corse a perdifiato l'appezzamento di bosco che lo separava dal suo unico amore, che mai prima d'ora gli era sembrato così enorme e dispersivo.
Il terrore di non essere più in tempo per salvarlo prese il sopravvento, facendo aumentare ancora di più la velocità dell'andatura che le sue povere gambe stavano mantenendo da ormai troppo tempo.

Dopo interminabili minuti finalmente mise piede nella radura rigogliosa e ricca di fiori, esattamente come la ricordava.
Un canto delicato e ipnotico si levava dallo specchio d'acqua cristallina posto al centro dello spiazzo erboso, calamitando il suo sguardo alla schiena abbronzata e baciata dal sole rossastro del tramonto appartenente al fidanzato.

"È...tutto normale." pensò Youngjo, ricominciando finalmente a respirare regolarmente. "Forse mio padre non sa niente di questo posto e di Hwanwoong, stava sicuramente mentendo."

Un'ondata di sollievo lo colpì in pieno, facendolo camminare verso la sirena adagiata su un masso, reclamando finalmente un abbraccio dal retrogusto amaro di paura e preoccupazione.

<Youngjo...hey.> disse il biondo, stringendo a sua volta il corpo muscoloso del ragazzo mentre giocherellava con alcuni ciuffetti ribelli che sfuggivano all'impeccabile acconciatura del soldato. <Com'è andata?> chiese con un filo di voce appena udibile, accucciolandosi di più contro il petto ampio e possente.

<Penso...bene. Non ha scoperto nulla.> rispose sorridendo spensierato e completamente ignaro di ciò che stava accadendo dall'altra parte della foresta, con suo padre e parte dell'esercito ad inseguire le sue orme per giungere a quel paradiso terrestre.

Hwanwoong distese le labbra in un'espressione sollevata e felice a causa di ciò che aveva appena udito.
<Quindi...andrà tutto bene?> gli chiese mentre l'amato lo guardò fisso negli occhi, buchi neri che si mischiavano nella galassia di stelle racchiusa nello sguardo del biondo.
Erano definiti lo specchio dell'anima, e Youngjo capì proprio in quel momento il perché di quel nome tanto singolare.

<Certo Woong. Andrà tutto benissimo, te lo prometto.> rispose il ragazzo toccando scherzosamente il nasino a punta della sirena, strappandogli una risata.
<Tu invece cosa hai fatto oggi?> domandò Youngjo scostando dei ciuffi ribelli dalla fronte del fidanzato per posarvi un bacino innocente.

Il biondo sorrise ripensando agli avvenimenti del pomeriggio terminato poco prima.
<I ragazzi sono passati a trovarmi. Non volevano lasciarmi solo in un momento così critico per te...per noi.> rispose con un sospiro sollevato per via della paura che finalmente aveva lasciato il suo corpicino.
<Sono appena andati via, non vi siete incrociati?> chiese continuando a sorridere.

Youngjo scosse poco la testa in risposta. <Non mi pare di averli visti.> rispose semplicemente, perdendosi ad osservare le miriadi di piccoli particolari presenti sul viso abbronzato più bello che avesse mai avuto l'onore di ammirare.
Dalle minuscole lentiggini che si confondevano con il colorito genuino della pelle alla più microscopica ruga di espressione, ogni cosa era impressa a fuoco nella mente cel corvino.

Hwanwoong lo strinse ancora di più, rannicchiandosi come un piccolo gattino in cerca di amore e affetto.

Il soldato, con il cuore sciolto come la cera di una candela rimasta accesa per notti intere, accontentò subito l'amato donandogli le tanto agognate coccole.

𝘙𝘦𝘥 𝘛𝘩𝘳𝘦𝘢𝘥 // 𝙊𝙣𝙚𝙪𝙨 [☑]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora