nda: la foto sopra è da dove questa OS nasce. Ho notato che il soffitto sembra dipinto, quindi ecco la mia personale idea su come è andata.
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Un'altra notte in cui Maca si era sballata e Zulema ha trascorso il tempo tra leggere una riga del suo libro e guardare Maca ballare, era giunta al termine.Zulema aveva appena spento le luci principali, lasciando accese solo le lucine natalizie e si era sdraiata sul letto a pancia in sù, accanto a Maca che dormiva già da un po '. O almeno così pensava."Ho appena avuto un'idea meravigliosa"
Zulema non rispose così Maca continuò "mi hai sentita?"
Zulema sbuffò "si, sentiamo questa stronzata"
"Dipingiamo il soffitto"
Zulema aprì gli occhi per ritrovarsi il bianco davanti "nope" rispose.
"Perché?"
"Perché hai già addobbato questo posto fin troppo"
"L'ho reso più accogliente"
"E perché? Dici sempre che non ci dobbiamo abituare, di non avere qualcosa che ci leghi e che questo matrimonio di convenienza finirà ma poi addobbi una cazzo di roulotte con le lucine e metti le piante alle finestre."
Quello fece ammutolire Maca.
Non considerava quella roulotte una casa...beh almeno non proprio. Ma sicuramente era l'unica cosa che aveva a somigliare ad una cosa. E lei l'aveva resa più bella possibile.
"Quando torno qui nella roulette e vedo quelle luci o le piante...mi sento bene, mi dà... sicurezza."
"Come vuoi, non dipingeremo il soffitto."
"Voglio dipingerci il cielo."
"E' inutile, Rubia, vivi in una roulette. Il cielo è il tuo tetto."
"Non è vero e tu lo sai. Vorrei solo addormentarmi guardando il cielo invece che il bianco."
"Dormi fuori allora."
"Eddai Zulema, che cosa ti cambia?"
Nulla, in realtà. Ma aveva permesso a Maca già troppe cose. Non le avrebbe fatto avere anche questo.
"Se mi lasci prendere uno Scorpione, puoi dipingere il tetto."
"Non se ne parla, sai quali sono le regole"
"Allora niente"
"Guarda che non me ne frega un cazzo, Zulema. Lo faccio lo stesso."
"Provaci."
"È una minaccia?"
Scrollò le spalle "se pensi che lo sia"
"Ti ricordo che condivido un letto con te, non ho più paura. E non che l'avessi prima comunque."
Zulema rise "certo, continua a ripetertelo"
Maca la colpì con il cuscino in faccia "io dipingerò quel cielo domani" si distese nuovamente, dando le spalle a Zulema "e spero che tu mi aiuterai"
In quel tempo passato insieme, Zulema aveva imparato ad apprezzare piccoli dettagli di Maca, dettagli che in prigione non aveva notato.
Tipo le piccole rughe che le si formavano al centro della fronte e il fatto che metteva la lingua in mezzo alle labbra quando si concentrava. Proprio come adesso.
Seduta su uno degli scalini del van, la guardava in piedi su una sedia con il pennello in mano.
"Non scomodarti"
"Non lo farò " rispose Zulema.
Maca alzò gli occhi al cielo. Tipico.
"Ma ti dirò cosa avresti dovuto fare, se vuoi"
"No grazie"
Zulema sorrise mentre si accendeva una sigaretta "in primis avresti dovuto tappezzare intorno con dei giornali, perché le gocce di vernice non verranno mai via, coño"
Maca si morse il labbro. Effettivamente...
"Poi avresti potuto comprare una scala, sai, abbiamo da parte tipo mezzo milione di euro, potevi spenderne centocianquanta per una buona scala.""Oh, abbiamo? Credevo che ognuno avesse la sua parte di soldi."
"Li divideremo quando tutto questo sarà finito. Al momento sono i nostri soldi e come li spendi per il cibo, puoi spenderli per tutto il resto."
Maca lo sapeva già, solo che le piaceva sentire Zulema dire i loro soldi.
"Altro?"
"Avresti potuto dirmi di si per lo scorpione e adesso sarei lì ad aiutarti."Maca sorrise. Molto divertente.
Un tonfo sordo nel pavimento fece scoppiare a ridere Zulema mentre guardava Maca lamentarsi per il dolore della caduta.Maca stava per arrabbiarsi ma sentire ridere Zulema in quel modo così cristallino, la fece sorridere a sua volta. Non era una cosa abituale sentire ridere Zulema, quindi aveva deciso che la rabbia poteva aspettare.
Si alzò da terra e uscì dalla roulotte per poi iniziare ad allontanarsi.
"Dove vai?" Le chiese Zulema.
Maca si girò, scrollò le spalle "avevi ragione tu"
"Guarda che devi ripulire il casino che hai fatto, rubia"
Maca si alzò il cappuccio della felpa "lo farò" disse, per poi voltarsi e continuare a camminare.
Era arrabbiata. Arrabbiata con se stessa. Voleva quel cielo nel soffitto e adesso riuscire a farlo era anche diventata una sfida contro Zulema. Come qualsiasi cosa tra loro. Ma aveva sbagliato tutto, fin dal principio, doveva ammetterlo.E tornando indietro, ripulire tutto e magari ricominciare da capo con Zulema che non avrebbe perso l'occasione di ripetere "te l'avevo detto" ... non sembrava una buona idea.Quindi Maca decise di non tornare indietro, almeno per ora.È rimasta fuori fino a notte, la temperatura cominciava a scendere e volente o no, doveva tornare nel van.C'era silenzio quando arrivò, le luci erano tutte accese: esterne e interne. Ricordò il casino che doveva ancora pulire, alzò gli occhi, sbuffò, aprì la porta ed entrò."Sono ..." lo sforzo che dovette fare per non dire a casa è stato enorme, "... qui"."Non me ne frega un cazzo." rispose Zulema dalla cucina in cui era seduta a leggere.Carina come sempre.Si guardò intorno, notando che la vernice, i pennelli e la sedia usata come scala non erano dove li aveva lasciati.Poi Maca guardò il soffitto ei suoi occhi si illuminarono alla vista: la vernice blu circondava il bianco del soffitto, formando delle nuvole. Era bello, proprio come lo voleva e decisamente migliore di come l'avrebbe fatto.Maca guardò Zulema e sorrise "grazie".La donna non distolse lo sguardo dal suo libro "Farai il bucato per una settimana, puta, così impari a lasciare un casino e ad andartene."Maca rise "okay" le si avvicinò "grazie per avermi regalato il cielo, Zulema" le diede un bacio sulla guancia "lo adoro" le sussurrò all'orecchio.La donna più anziana rimase per un attimo interdetta da quel gesto, poi spinse via la bionda "Non so di che cazzo stai parlando" sorrise.
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slice of life
FanfictionCredo che ci sia così tanto che Zulema e Macarena hanno condiviso durante quegli anni nel van. Questa raccola va a riempire i vuoti lasciati da El Oasis di quel tempo che hanno vissuto insieme, secondo la mia visione. • Questa raccolta non arriverà...