L'unica persona che esiste

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Sono rimasta piacevolmente sorpresa dai commenti al capitolo precedente, a quanto pare in molti crediamo che Zulema ami Frozen lol

Questo capitolo prende luogo dopo il flashback nel primo episodio di El Oasis dove Zulema ferma quei tizi che stanno cercando di portare con loro la ragazza ubriaca.
Ho pensato che non fosse la prima volta che Zulema indossasse i panni di eroe e nemmeno l'ultima, e che ci fosse un motivo dietro.


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Maca aveva imparato a non fare più caso a quando Zulema usciva o rientrava. Non le poteva chiedere dove andava, cosa faceva o perché mancava tutto quel tempo, sapeva solo che usciva quasi ogni sera e rientrava molto tardi, a volte perfino quando albeggiava.

Quella volta non era diverso. La sentì rientrare nel van e finse di dormire.

Non riusciva mai ad addormentarsi prima che tornasse, era come se il suo cervello aspettasse sempre che Zulema fosse distesa accanto a lei per permetterle di dormire.

Maca aspettò di sentire il materasso muoversi per il peso di Zulema, ma stavolta non successe.

"Maca?" sussurrò Zulema.

La bionda aprì immediatamente gli occhi solo per ritrovarsi il viso insanguinato della mora davanti "ma che cazzo!" urlò, sobbalzando.

Mise a fuoco la vista per notare che il viso di Zulema era stato colpito in più punti e il sangue li attorniava tutti.
Sospirò e si alzò dal letto "siediti" le disse, andando a prendere la cassetta del pronto soccorso.

Tornò a sedersi sul letto, accanto a Zulema "non è normale sai? Voglio dire, questa è almeno la quindicesima volta questo mese"
"Suppongo di avere una faccia da schiaffi."
"Beh si è decisamente così" sorrise "ma mi toccherà ucciderli, sai, solo io posso prenderti a schiaffi."
"Non fare queste battute mentre sono sfinita e non posso dimostrarti che saresti a terra ancora prima di aver alzato una mano."
Maca bagnò del cotone con dell'alcool e lo passò sulle ferite di Zulema.
Quest'ultima non diede il minimo segno di fastidio alla sensazione.
"Non ti fa male?"
"Hanno fatto più male i pugni."
"Perché ti ritrovi sempre a fare a botte con la gente, Zulema? Non dovremmo dare nell'occhio e tu non fai altro che metterti in mostra."
"Non lo faccio per mettermi in mostra."
"Lo fai per il semplice gusto di riempire la gente di botte?"
"No."
"C'è almeno una cazzo di ragione valida?"

"Non sono riuscita a proteggere Fatima."
Quelle parole fecero fermare Maca che restò immobile a guardare Zulema. Non le parlava mai di Fatima.
"Ma posso proteggere queste ragazze. E tu non immagini nemmeno lo schifo che c'è, Maca, ogni cazzo di sera che vado in città devo salvare qualche ragazza. Immagina quello che succede quando non sono lì" deglutì, lo sguardo fisso in un punto indefinito "e non posso fare tutto io, d'accordo? Non posso vivere per uccidere ogni porco figlio di puttana. Ma se non lo faccio io, chi lo farà? A volte vorrei che il mondo fosse tutto qui" tornò a guardarla "tra le quattro mura di questo fottuto van e che tu fossi l'unica altra persona che esiste!"
Maca rimase senza parole.
"E comunque non sono affari tuoi" concluse.

La risposta di Maca fu abbracciare Zulema. Non le importava di niente. E non aveva delle parole migliori, non stavolta.
Era strano. Non l'aveva mai abbracciata in modo così diretto. Eppure sembrava così familiare.

Zulema non ricambiò l'abbraccio, restò ferma per un attimo e poi spinse via Maca "que coño haces?"
"Avevi bisogno di un abbraccio."
"Io non ho bisogno di un cazzo. Men che meno da parte tua."
Maca le sorrise con una tenerezza che Zulema non aveva mai visto prima d'ora.
"Smettila subito, cazzo" l'avvertì "la pena è la cosa peggiore che tu possa provare per me."
"Non provo pena, Zulema" in realtà non sapeva nemmeno lei cosa provava. Perché una Zulema che parlava così apertamente era una cosa nuova "apprezzo che per una volta, tu stia parlando di qualcosa di così personale. Con me."

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