La última noche del mundo

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Volevo mantenere questa raccolta nel modo più congruente possibile con il canon della serie ma non mi sono saputa trattenere con questa OS.
Se questo "missing moment" ci fosse stato, El Oasis sarebbe andato diversamente forse.
E' uscita così e onestamente non me ne può fregar di meno. Spero non vi dispiaccia troppo.

E' basata teoricamente sul giorno prima che Goya, Triana e compagnia bella raggiungono Maca e Zule nella roulette per studiare il piano. Più precisamente prima di questo flashback.

 Più precisamente prima di questo flashback

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La collana che Zulema indossa è importante.

Si contano tutte le cose successe prima tra cui la VAN SCENE nella 1x07.

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"I desideri si chiedono alle persone, Rubia, non alle stelle."
"Chi ti ha detto che stavo desiderando qualcosa?" si voltò per guardare giù dal van, da dove Zulema le stava parlando "hai lo sguardo fisso nel cielo da cinque minuti buoni."
"Ero solo sovrappensiero" rispose "E comunque mi guardi mentre sono distratta?"
"Ero appena uscita e mi ha fatto ridere vederti imbambolata lì."
Maca sorrise e riportò lo sguardo al cielo sopra di sé  "... perché non sali?"
Zulema sorrise "da quando vuoi passare del tempo con me?"
"È la nostra ultima notte..."
a Zulema sembrò di avvertire tristezza nel tono di Maca.
La raggiunse in cima al van.
"Ripensamenti sull'ultimo grande colpo?"
"No."
"Sull'andare via?"
Maca non rispose. Non sapeva nemmeno come rispondere, in realtà. Non era da lei questo atteggiamento. Andarsene era la cosa giusta, lo sapeva.
"È normale avere qualche dubbio" iniziò Zulema, sedendosi nella sdraio accanto a quella di Maca "hai avuto una vita piuttosto movimentata negli ultimi anni. È normale voler una pausa e sentirsi un po' tristi perché diventerai una persona noiosa come tutte le altre."
La bionda sorrise. Zulema non sapeva mai farle un discorso serio per intero, doveva sempre smorzare tutto con l'ironia e le battute.
"Non devi necessariamente dire qualcosa, a noi non sono mai servite le parole."
Era vero. A loro era sempre bastato starsi accanto nel silenzio.
Zulema scrollò le spalle "ma ci vuole un ultimo grande discorso prima di andar via, no?"
"Non mi sembrava un grande discorso."
"Perché non capisci niente."
Ma se ho sempre capito anche le cose che non dici, e cosa si nasconde dietro ogni tua espressione?! Pensò Maca.
"Tu che farai?" chiese invece.
La mora rise "e da quando ti preoccupi per me?"
"E' solo curiosità."
"Così come era curiosità quando sei venuta a prendermi fuori dal carcere."
"Esattamente."
"Sai cosa si dice no? La curiosità uccise il gatto."
Maca sorrise "sapevo a cosa andavo incontro venendo a prenderti."
"Davvero? Perché nessuno segna la data d'uscita di prigione del suo nemico."
Il tono di Zulema era diventato fin troppo serio. Sembrava quasi arrabbiata. E Maca non era esattamente sicura di sapere a cosa fosse dovuto.
"Tu non sei il mio nemico, Zulema."
"E cosa sono?"
"Tutto tranne che quello."
"Definisci tutto."
"Non lo so, d'accordo? O non sarei qui ad avere ripensamenti."
Zulema sorrise "fai la cosa migliore ad andartene, fidati. Onestamente mi sorprende che tu abbia resistito tanto."
"Joder, puoi smetterla con l'ironia per un solo secondo?"
"No, Rubia, perché mi annoi con i tuoi discorsi seri."
"Credo tu abbia paura di un discorso serio."
"La paura non è una cosa contemplata nel mio DNA."
Maca non rispose. Non voleva discutere con Zulema proprio quella notte.
"E se non ce la faccio da sola?" chiese dopo un attimo di silenzio.
Zulema distolse lo sguardo dal cielo solo per guardarla:"stai dicendo sul serio?"
Il silenzio di Maca fu una conferma.
La mora riportò lo sguardo al cielo "Maca, semmai dovessi pensare anche solo un secondo di non farcela, aggrappati al pensiero che sei sopravvissuta al carcere e ad una hija de puta come me."
Sorrise anche solo a sentire il suo nome pronunciato da Zulema. Non la chiamava mai Maca. E questo le fece pensare che forse, per una volta, Zulema stesse affrontando un discorso seriamente.
"Non lo so..." rispose Maca "non so se so sopravvivere senza qualcuno che mi sprona continuamente a farlo."
"Cosa intendi dire?"
"Tu mi hai reso chi sono, Zulema, senza di te..."
"Non dirlo."
"Cosa?"
"Non dire stronzate come "senza di te non so chi sono""
Maca deglutì "okay"
"Stavi per dirlo vero?"
"Io-"
"Joder Rubia!" Si alzò dalla sdraio con uno scatto "da dove cazzo viene tutto questo?"
"Non lo so, io— è solo come mi sento in questo momento."
"E ti sembra normale? Cos'è, scopiamo una volta e credi che finiremo per innamorarci?"
"Non ho mai detto questo!"
"No ma sembra che tu ti aspetti un pretesto per non andare via. Devo ricordarti che è stata una tua scelta?"
Il tono di Zulema era fin troppo arrabbiato. Maca non pensava di poterla far arrabbiare così tanto dicendo quello che sentiva in quel momento. Non si aspettava niente, voleva solo farglielo sapere perché non avrebbe avuto un'altra occasione. Non ci sarebbero più stati momenti come quello.
"Io non ti chiederò mai di restare" aggiunse Zulema. Ma Maca lo sapeva già. Non aveva nemmeno sperato in quella richiesta.
Si alzò dalla sdraio anche lei e in silenzio si diresse verso la scala per scendere "volevo solo dire che non credo di essere la criminale che sono, senza di te."
"E non è meglio così?"
"Non lo so. E se non fossi più niente oltre quello?"
Senza aspettare una risposta, scese dal tetto del van. Era come se l'aria fosse diventata pesante ed irrespirabile lì intorno, nonostante fossero all'aperto.

Rientrò nel van, tolse scarpe e giacca e si sdraiò sul letto.
Basta con i pensieri, Zulema aveva ragione: aveva preso la sua decisione. Ed era libera di cambiare idea e decidere di restare, ancora una volta.
In qualche modo aveva sempre scelto Zulema. L'aveva scelta quando era andata a prenderla fuori dal carcere, l'aveva scelta quando si presentò in lavanderia a chiederle di fare rapine insieme, l'aveva scelta ogni giorno che tornava in quel van nonostante tutte le discussioni.
Ma non poteva più continuare a farlo.
Il suo bambino meritava qualcosa di più di quella vita, anche se non sapeva ancora come dargliela.
La porta del van si aprì, e Maca sentì i passi di Zulema mentre entrava.
Si rigirò nel letto solo per guardarla "puoi venire un attimo qui?"
La mora scosse il capo mentre si toglieva la giacca "non sono tipa da coccole, lo sai."
"Voglio solo che ti sdrai di fronte a me."
Zulema sbuffò, si sedette nel letto per togliersi gli scarponi e poi si sdraiò di fronte Maca.
Maca le scostò i ciuffetti della frangia con un dito "penso che avremmo dovuto avere un'ultima colazione, un ultimo pranzo, un'ultima cena. Forse andare a letto un'ultima volta perché non ci sarà più un altro qualcosa."
Zulema accennò un sorriso "che succede, Rubia? La prima volta che ti ho fatto vedere questo van, mi hai detto di non portare nessun animale che ci avrebbe tenute unite, così da non dispiacerti troppo quando sarebbe finita."
"Già. A quanto pare non mi serviva un animale per dispiacermi."
La mora si sistemò a pancia in sù "sei troppo sentimentale, Rubita."
Maca scavalcò Zulema e si alzò dal letto per raggiungere uno degli armadi. Prese una scatola nascosta in mezzo a dei vestiti e tornò da Zulema.
Le si sedette sopra a cavalcioni e la mora non protestò.
"Alzati un po' e chiudi gli occhi."
Zulema si mise a sedere, appoggiando le mani sul letto per riuscire a sostenere anche il peso di Maca "se mi baci, giuro che ti uccido."
La bionda rise e, non appena Zulema chiuse gli occhi, aprì la scatolina.

La mora sentì qualcosa di freddo passarle intorno al collo "ti ho preso una cosa" le disse Maca "visto che io ho la polaroid che mi ricorderà di te, anche tu avrai qualcosa che ti ricorderà di me."
Zulema deglutì. Il tempo che aveva a disposizione era troppo poco per dimenticarsi di Maca. Non aveva nessuna chance di invecchiare senza il suo ricordo.
Aprì gli occhi quando sentì un piccolo click e vide un catenaccio tra le mani di Maca, che chiudeva le due estremità di una catena che aveva intorno al collo. Rise "che fai vuoi mettermi sottochiave?"
"L'idea di portare la chiave con me ha sfiorato la mia mente, sai, giusto per avere la sicurezza che chiunque incroci la tua strada, sappia che appartieni già a qualcuno."
"E pensavi davvero che avrei indossato questa cosa senza poterla mai levare? Cosa cazzo sono un cane?"
"No, infatti ho pensato che fosse più bello portare con me il pensiero che puoi scegliere ogni giorno di indossarla o meno" disse, prendendo una piccola chiave dalla medesima scatolina "e che sceglierai sempre di indossarla" le porse la chiave e Zulema fissò il piccolo oggetto per qualche secondo prima di prenderlo e lanciarlo. Si sentì un piccolo rumore dall'altra parte del van "credo che lo terrò per il momento."
"Ti è piaciuto?" sorrise Maca.
Zulema non rispose, ma avvolse le braccia intorno a Maca e la tirò sopra di sé mentre si sdraiava.
Maca si sistemò meglio mentre Zulema la teneva stretta tra le braccia. Portò il viso nell'incavo del collo della donna e inspirò.
Il suo odore.
Non aveva pensato che le sarebbe mancato anche quello, insieme a tutto il resto.
Le venne da piangere a pensare a tutte quelle cose insignificanti che adesso sembravano la fine del mondo.
"Grazie" sussurrò Zulema accarezzandole i capelli.
Maca sorrise e la strinse più forte, pregando che il tempo potesse fermarsi in quel momento così da non arrivare mai al giorno in cui avrebbe dovuto lasciarla andare.

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