Qualcosa più grande dell'amore.

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Basata il giorno dopo la loro prima (ed ultima?) volta. Dopo che Zulema dice a Maca di aver pensato al prossimo colpo.
Credo abbiano bisogno di parlare ed in più volevo anche spiegare perché in tutte le mie fic post 1x07 loro siano sempre perfettamente a loro agio con il corpo dell'altra e non ci sia tensione o imbarazzo.




Maca era seduta nel divanetto esterno mentre Zulema se ne stava in piedi a illustrare il prossimo colpo.
"Rubia, mi stai ascoltando?"
Maca sbatté le palpebre ed annuì piano.
Zulema si avvicinò e le diede un piccolo schiaffo "sveglia puta."
"Joder che cazzo fai"
"Stai dormendo mentre ti spiego il piano per il prossimo colpo e mi fa parecchio incazzare."
"Sono molto stanca, va bene?"
"Dormito poco ieri notte?" chiese con un sorrisetto.
Per Maca era come se la notte non ci fosse mai stata. Un attimo prima stava scopando con Zulema e quello dopo si svegliava in un letto vuoto a causa degli spari. Non era nemmeno sicura di aver dormito una sola ora, sembrava di aver sbattuto semplicemente le palpebre. E sicuramente la dose di droga non aveva aiutato. Nè a riposare e nè a dimenticare.
"Perché sei andata via subito dopo?"
"Non sono andata via, ti sei semplicemente addormentata e onestamente non ti biasimo. Sono impegnativa."
"Ma se hai detto che il sesso tra donne è sopravvalutato." Rise la bionda.
Zulema scrollò le spalle "forse sei tu a non essere brava."
"O forse sei tu che sminuisci tutto pur di non ammettere che ti è piaciuto."
La mora rise "continua a ripetertelo se ti fa piacere."
"Sai, non cambierà niente se dici che dopotutto è stato bello, no? Faremo finta che non sia successo e ovviamente non capiterà più, ma ammetterlo sarebbe semplice onestà."
"Io dovrei ammetterlo? Perché non parliamo di te, invece, miss è normale che fossi impacciata ma le urla dovute agli orgasmi che ti ho procurato sovrastavano il volume della musica."
Se fossero state in un cartone, la mascella di Maca sarebbe caduta a terra.
"Ero fatta d'accordo? Tutto è amplificato quando prendi della droga."
Zulema rise "perché non vuoi ammetterlo?"
Maca alzò gli occhi al cielo "e va bene sai cosa? Voglio essere l'adulta della situazione quindi si mi è piaciuto."
"Rimangiati che ero impacciata."
"O?"
Zulema le si avvicinò "o posso dimostrarti che non sono impacciata sai, forse la droga ti ha un po' troppo confusa."
"E come vorresti dimostrarlo?"
Zulema sorrise "credi di essere furba, vero? Ma non funziona così. Non succederà ancora. E tu lo sai perché."
"Perché hai paura?"
"Paura di cosa?"
"Di provare qualcosa."
Zulema scoppiò a ridere "ma che cazzo dici? Mio dio, Maca, nemmeno mi piaci. Eri lì a guardarmi con la disperazione dipinta in faccia, ero fatta e avevo bisogno di scaricare l'adrenalina così è successo. Fine."
Maca si affrettò a ridere "ci sei cascata! La tua faccia nè è valsa la pena."
Zulema la spinse e sorrise "stai diventando come me, Rubia."
"Migliore di te."
"Questo è impossibile."
Maca sorrise.
"Và a riposarti, ti spiegherò il piano più tardi."

Maca sospirò quando entrò nel van.
Le parole di Zulema l'avevano ferita, ma cosa si pensava? Che le avrebbe detto si provo qualcosa per te e l'avrebbe baciata come nei film? Le sembrava di impazzire. Era stata così stupida.
Zulema ovviamente non l'avrebbe mai ammesso ma, non doveva farsi scoraggiare. La donna aveva altri modi di dimostrare che okay, forse non provava niente e Maca non le piaceva. Però un po' ci teneva. Il caffè pronto alla mattina. Il cielo nel soffitto. La Polaroid di ieri sera. Zulema faceva piccole cose che non aveva mai fatto per nessun'altro.

E non ne avevano mai parlato ma qualcosa era cambiato. Tipo indossare i vestiti dell'altra, toccarsi senza imbarazzo, sentirsi a loro agio quando stavano in silenzio.
Zulema non era mai stata brava ad esprimere ciò che provava, ed era troppo brava a dire parole meschine per allontanare le persone.
E Maca lo sapeva. Il tempo passato insieme era abbastanza da conoscere i comportamenti dell'altra.
Non importavano le parole, ma i fatti. Anche perché non potevano nemmeno racchiudere il loro rapporto in una sola parola.

Amore, per esempio, era una parola strana. Era troppo forte ma così tanto debole. Amore era grande per loro ma contemporaneamente non abbastanza.
Non era amore quello che le legava. Era di più. Qualcosa per cui ancora dovevano inventare un nome. Perché non ci si innamora di chi ti ha fatto del male. Si scappa da persone così, non si torna a cercarle. Quindi Maca avrebbe voluto dire a Zulema che non importava non fare mai più sesso o reprimere i sentimenti, questa cosa non sarebbe mai andata via. Ma come lo spieghi un qualcosa più grande dell'amore a chi sembra che l'amore non l'abbia mai provato?

Maca si addormentò chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare.

Quando si svegliò era ormai sera. Si sedette sul letto per un attimo e si guardò intorno. Zulema era uscita o era sul tetto.
Uscì fuori dal van "ci sei?" chiese al buio illuminato solo dalle lucine esterne.
"Quassù."
Maca salì le scale che portavano al tetto e la trovò lì, sulla sua sedia sdraio con gli occhi puntati al cielo.
Prese l'altra sedia e la posizionò dietro quella di Zulema, sedendosi in direzione opposta.
"Che c'è sei arrabbiata con me?" Chiese Zulema.
"No ma è sera ... meglio se ci guardiamo le spalle."
"E' un riferimento alla scorsa notte?"
Maca non rispose così Zulema si alzò e sistemò la sedia accanto a quella di Maca, mantendola però nella direzione opposta. In modo da poterla guardare.
Si sedette di nuovo.
"Hai paura?" chiese, prendendo una sigaretta e accendendola.
"No, solo che non vorrei arrivare ad uccidere ancora."
Zulema annuì piano "perché mi hai salvato?"
"Che domanda è?"
"Abbiamo un patto io e te, no? Ogni uomo che indietro rimane, indietro viene lasciato."
Maca corrucciò il viso "non sei rimasta indietro, ti stavano letteralmente stuprando. E credevo valesse solo nel caso qualcosa andasse storto durante le rapine."
"Vale per quello, infatti. Quando te l'ho detto non credevo ci saremmo mai ritrovate nella situazione di ieri."
"E speriamo non ricapiti mai più."
Zulema le porse la sigaretta e Maca la prese per poi fare un tiro.
"Hai avuto paura ieri?" chiese la mora.
"Ma se li ho ammazzati senza alcuna pietà."
"Non mi riferivo a quello. Hai avuto paura prima ? Mentre quel bastardo era sopra di te?"
Maca deglutì "ho avuto più paura quando mi sono alzata e ti ho vista lì ... a terra con quei due sopra..."
Zulema sorrise "paura di perdermi, Rubia?"
Maca le passò la sigaretta e poi guardò il cielo "è strano se dico di si? E se dico che vedere quei tizi cercare di farti del male mi ha fatto venire voglia di ucciderli?"
"Divertente. Un tempo mi avresti uccisa con le tue mani e adesso uccidi per me."
La guardò "tu non faresti lo stesso?"
"Naaah."
Maca la colpì piano sul braccio "che stronza."
Zulema scoppiò a ridere e poi restarono in silenzio.
"Hai davvero bisogno di chiederlo?" Disse la mora dopo un po'.
Maca sorrise e mentre prendeva la sigaretta dalla mano di Zulema, intrecciò le loro dita.
Prese la sigaretta con l'altra mano, lasciando la destra intrecciata a quella di Zulema.
La mora non disse niente e guardò semplicemente in alto mentre si godeva quel contatto.
"Tu hai avuto paura?" Chiese Maca.
Zulema non distolse un attimo lo sguardo dal tappeto di stelle "no, sapevo che non era ancora la mia ora."
"Che cosa dovrebbe significare?"
Alzò le spalle "mi sentivo che non sarei morta" rispose "e anche se dovessi morire, ritornerò da fantasma e ti perseguiterò per il resto della tua vita."
"Aaw sei così ossessionata da me."
Zulema la guardò e sorrise "lo farei solo per farti impazzire sai, aprire gli sportelli, far cadere a terra le cose, far girare in aria le sedie."
Maca ridacchiò "anche da morta devi darmi fastidio?"
Zulema si ammutolì e districò la mano dalla presa di Maca.
La bionda spense il mozzicone di sigaretta sotto la suola della scarpa.
"Beh comunque è stato un bene scopare, non credi? L'imbarazzo è sparito." Disse Zulema.
Oh si, del tutto sparito.

"Totalmente."
"Non dobbiamo far finta che non sia successo. Siamo due donne belle, eccitanti e avevamo bisogno di scaricare la tensione. E' normale che sia successo."
Maca annuì.
"Ma non capiterà più" continuò Zulema "perché potrebbe complicare le cose, non credi?"
"Come potrebbe complicare le cose?"
"Siamo due persone incasinate, Maca, e scopare complica sempre le cose."
E non che non le avesse già complicate. Ma dirlo sarebbe servito a qualcosa? No. Zulema avrebbe solo respinto Maca. Ancora una volta. I sentimenti non erano una cosa contemplata.

"D'accordo, non succederà più."
Zulema si alzò dalla sua sedia "rientriamo adesso."
"Starò un altro po' se non ti dispiace."
"Non voglio che resti da sola fuori di notte."
"Quindi cosa? Non potrò mai più uscire se non sotto la tua supervisione?" chiese con tono irritato.
"No, dico solo che non voglio che rimani qui fuori da sola. Puoi andare dove cazzo ti pare."
"E allora perché?"
Zulema alzò gli occhi al cielo "perché le cose brutte succedono, ne abbiamo avuto prova ieri, no?"
Maca sorrise. Zulema si stava preccupando per lei, come sempre.
Si alzò dalla sedia e seguì Zulema giù dal tetto.
Le cose erano già complicate, lo sapevano entrambe. Ma forse era meglio continuare a vivere facendo finta di niente e sperando che con il tempo, quella strana cosa che le legava si sarebbe affievolita.

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