CAPITOLO 1

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Era una fredda giornata d'inverno, tutto taceva, la neve cadeva imbiancando tutto ciò che trovava sul suo cammino. In un campo, in mezzo alla campagna, un cavallo pieno di ferite e lividi correva disperato alla ricerca di un rifugio caldo. La notte era ormai calata e le tenebre oscurarono il cavallo che, piano piano, cadeva a terra.

Mi svegliai al suono insistente della sveglia sul comodino. Aprii gli occhi riluttante, non avendo voglia di iniziare una nuova giornata di scuola. Mi alzai e guardai fuori dalla finestra. La mia cascina era già piena di un grande via vai di persone intente a sfamare gli animali che urlavano affamati. I campi tutt'attorno ad essa, ricoperti di una candida neve bianca, erano illuminati dalla prima luce mattutina. Questo mi ricordò quando, da piccola, appena sveglia, andavo con i miei genitori a fare colazione in mezzo a un campo pieno di erba fresca e di fiori profumati e mentre loro preparavano tutto per la colazione io correvo intorno a loro rincorrendo il mio furbetto Lucky, il cucciolo che mi aveva appena regalato papà al mio quinto compleanno. Poi mangiavamo tutti insieme ridendo e scherzando e rimanevamo ore a guardare le immense nuvole nel cielo. Tutto questo succedeva quando ero ancora felice, prima che i miei genitori si separassero, prima che la mia vita diventasse inutile.

《Emily vieni a fare colazione!!!!!》la voce di mia madre che mi chiamava interruppe i miei pensieri e mi fece notare che ero già in ritardo. Mi vestii velocemente e scesi di corsa le scale rischiando di cadere. 《Se continui ad essere sempre così in ritardo ti metto la sveglia alle 5!!!!》urlò mia madre. 《Sì, sì mamma. Ti prometto che lunedì sarò più veloce》. Feci colazione e presi lo zaino. 《Mamma io vado!!》urlai. 《Vuoi che ti dia un passaggio in macchina fino a scuola?》《no, mamma. Preferisco andare a piedi》. Detto questo uscii e mi incamminai verso la scuola prendendo la scorciatoia in mezzo ai campi.

A metà strada sentii un suono acuto e forte provenire dal centro del campo. Allarmata guardai verso quel punto e vidi un enorme cavallo steso a terra che lanciava terribili nitriti di dolore. Era tutto nero fatta eccezione per una piccola macchia bianca proprio in mezzo agli occhi. Rimasi ipnotizzata dalla sua bellezza finché un altro nitrito di dolore mi riportò alla realtà. In quel momento notai delle spaventose ferite su tutto il corpo del povero animale. Rabbrividii e cercai di farlo alzare spingendolo e incitandolo per tentare di vedere meglio la gravità delle ferite. Provai per svariati minuti e quando ormai ero sul punto di arrendermi mi ricordai di avere nello zaino una mela che avevo preso per la merenda, così la tiri fuori e cercai di corromperlo con essa. Il cavallo appena vide quella appetitosa mela rossa sembrò trovare una forza incredibile che gli permise di alzarsi. Visto così era ancora più bello!!! Presi le forbici dallo zaino e tagliai la mela in quattro parti. Una parte la diedi al cavallo, le altre me le misi in tasca. Feci un passo verso di lui per controllare le ferite mentre mangiava golosamente la sua mela ma si impennò facendo crollare pesantemente uno zoccolo sulla mia testa. Cominciai a vedere tutto girare, poi ogni cosa divenne nera e infine caddi al suolo, svenuta.

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