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Bakugo Katsuki.
25 anni.
Nessuno aveva saputo più niente del biondo da quando si era trasferito in Europa per inseguire il suo sogno di diventare l'eroe numero 1.
O almeno, ne venivano raccontate le vittoriose vicende di cui era il protagonista, ma nient'altro.
Quel suo sogno che lo aveva portato a perdere tutto fin di realizzarlo, lasciando dietro di sé solo rimorsi e sensi di colpa.
Rischiava ogni giorno pur di diventare il migliore.
Le cicatrici si duplicavano, tornava a casa distrutto, le lacrime continuavano a fare capolino dagli angoli dei suoi occhi.
E già, il grande, grosso e forte Bakugo Katsuki piangeva.
Piangeva per via della sua solitudine e della mancanza che provava nei confronti del Giappone e delle persone che aveva incontrato.
In quegli anni però non era cambiato di una virgola: il carattere scorbutico, i capelli color oro, leggermente più corti del solito, gli occhi simili a due rubini e il corpo muscoloso.
Era sempre lo stesso.
Ma questo non lo rendeva meno vulnerabile.
E così si era ritrovato in ospedale, un'altra volta, dopo uno sfiancante e lungo scontro contro un villain, le mani gli tremavano e sentiva un dolore lancinante alla testa.
Un'alto uomo sulla quarantina dai capelli castani e con indosso un camice bianco si fece avanti verso il lettino dove era steso il giovane.
<Ground Zero> lo chiamò.
L'eroe si limitò a far incrociare i loro sguardi per fargli intendere di continuare.
<Per fortuna non sono state riportate delle gravi ferite, ma...> girò la testa di lato e prese un grosso respiro.
<...Ma purtroppo la devo informare che se si scontrerà un'altra volta con un villain di quella portata o qualsiasi altro nemico, le sue esplosioni le causeranno la perdita dell'udito permanentemente.> finì osservando la cartella che aveva fra le mani.
<P-perdita dell'udito? Permanentemente... ma... MA NON È POSSIBILE CAZZO! HO QUESTO QUIRK DA TUTTA LA VITA! ... com-...Com'è possibile che io non sia già sordo?!> chiese sconvolto mentre le sue pupille si restringevano e del fumo fuoriusciva dai palmi delle mani.
<A-a quanto pare gli ultimi villain che ha affrontato erano molto forti e lei ha dovuto sforzarsi e usare il suo quirk più del dovuto, il che ha riportato gravi danni ai suoi timpani.> terminò con un "mi dispiace molto" e se ne andò per poi inoltrarsi in uno di quei lunghi corridoi dell'edificio.
Questo... questo significa che... dovrò interrompere la mia carriera da eroe... MA PERCHÉ?! PERCHÉ PROPRIO ORA CAZZO! ANDAVA TUTTO PER IL MEGLIO! PERCHÉ PROPRIO A ME?!
Katsuki non si accorse nemmeno di star piangendo, fino a quando una ragazza grassocciella che si presume fosse un'infermiera gli andò incontro per vedere che stava accadendo.
<S-sto b-bene...> continuava a ripetere lui mentre la giovane donna gli accarezzava piano i capelli.
L'idea che una completa sconosciuta avesse preso così tanta confidenza in così poco tempo non gli sarebbe garbata granché in altre circostanze, ma in quel momento aveva proprio bisogno di delle attenzioni.

Passarono alcuni giorni e riuscì a tornare in Giappone per dare la brutta notizia ai genitori, i quali con tanto di pianto e di occhi sbarrati accettarono amaramente la cosa sorridendo malinconicamente al figlio.
Avrebbero continuato a volergli bene, era ovvio, ma il fatto che il loro piccolo avesse dovuto rinunciare al suo sogno d'infanzia era una cosa struggente.

Bakugo, dal canto suo, non sapeva più che fare.
Aveva incentrato la sua intera vita su uno scopo, essere il migliore eroe di sempre.
Decise che per il momento era meglio rimanere a casa dei genitori e rifletterci un po' su.

Passarono delle settimane e lui era steso a fissare il soffitto nella sua vecchia camera.
Venne distratto dal rumore della porta principale che veniva aperta.
Scese a malavoglia le scale per dirigersi in cucina.
<Mamma, ti ho già detto che per la spesa non puoi prendere i sacchetti da sola.> disse con una mano sul volto mentre si stropicciava gli occhi.
<Katsuki>
La conosceva quella voce.
Oh, eccome se la conosceva.
<Eijirou>

Kirishima Eijirou, anche conosciuto come Red Riot.
24 anni.
Era diventato uno dei 5 migliori eroi in tutto il Giappone, e il 10° in tutto il mondo.
Era una grande conquista per lui.
Ora non era più il timido, esile, ragazzino delle medie obbligato dal padre omofobo a mettersi con una ragazza che nemmeno conosceva, no, ora era il forte e virile uomo che avrebbe sempre voluto essere, e poteva amare chi voleva.
Era adorato e adulato da tantissime persone, soprattutto i bambini.
Gli era già capitato di girare per la sua città con e senza il suo costume da eroe e venir riconosciuto, fare autografi, scattare fotografie, abbracciare piccolo fagottini e sorridere.
Ma nessuno si era accorto che quel sorriso era cambiato: da quando il suo migliore amico, Bakugo Katsuki, si era trasferito per l'Europa alla fine del liceo, senza preoccuparsi di salutare o avvertire nessuno, una piccola crepa si era creata nel suo cuore.
Così, si era ritrovato a passare interi pomeriggi con i genitori del ragazzo, chiacchierando, bevendo té e mangiando deliziosi dolcetti che lui e Mistuki, la madre di Bakugo, cucinavano insieme.
Avrebbe tanto voluto che quei momenti includessero anche il ragazzo, e non solo i genitori, ma ormai si era arreso, Katsuki non sarebbe tornato indietro.
Purtroppo però in quel periodo non si era fatto vivo per via di varie missioni e aveva deciso di tornare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2020 ⏰

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