III- Lunetta

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Crepe profonde percorrevano in lungo ed in largo l'altopiano del Deccan, l'estate indiana rivelava con fierezza la propria presenza. Jamal sedeva sulla cima della Roccia, le gambe a penzoloni, lo sguardo curioso, sotto di lui una raganella saltellava inquieta tra i sassolini semi sommersi del ruscello, l'acqua appena increspata fluiva sensibilmente verso sud. Uno dei pochi affluenti del fiume Godavari non ancora prosciugati. Il ragazzino da lassù schermando gli occhi color pece scrutava il sole, teneva il ritmo con le gambe abbronzate, un ritmo tutto suo. Inji sarebbe arrivato a momenti, dovevano essere le 15. Il sole non mente mai pensò Jamal ricordando le parole del maestro. La Roccia era un ottimo punto di osservazione, i suoi non erano preoccupati per lui, conoscevano la Roccia, imponente , altissima, tuttavia un passo falso e... Ma lui era abile, un equilibrista nato, quando aveva 5 anni suo padre era a caccia nella valle, Furuk O'breid gli aveva intimato di catturare una gru cenerina per saldare il debito di 500 rupie. Eccola, Jamal ricordava perfettamente, tre passi, un battito d'ali, lui era lì attaccato a suo padre, le gambe tenevano il ritmo, un battito d'ali...colpita. Jamal stupito guardò il padre che guardava l'albero che sosteneva il volatile colpito mentre tentava di fuggire. 5 metri da terra. Gamba ferita sole due settimane prima. Dannato asino. Il padre disperava. Jamal ricordò di non aver pensato , di aver corso in direzione dell' albero, di esser giunto in poco tempo lassù. Sentì di essere libero. Scosse le fronde dell'albero, a terra finalmente. Finalmente si voltò e guardò il padre, ansimante ma orgoglioso. Ora che aveva 10 anni non si considerava più un bambino. Non considerava l'altezza un pericolo. Mai. Un ringhio soffocato lo riportò bruscamente nel presente. Annusò l'aria quasi un cucciolo d'orso nero in cerca di una piccola preda, il vento umido diffondeva un odore acidulo nei dintorni, particelle sospese nell'afa diurna. Odore. Puzza. Una carogna. Jamal aveva assistito poco tempo fa alla caccia di un giaguaro. L'odore di preda appena uccisa. Era questo. La fitta giungla si estendeva alla sue spalle, non si voltò, il vento era la sua difesa, sapeva riconoscere il pericolo. Inij sarebbe arrivato fra poco. Sua madre odiava le bestie. Così le definiva. Jamal rideva. Jamal osservava suo padre, cacciatore professionista, e sua madre una povera lavandaia di Chennai insieme. Nulla di più comune. Ma lei odiava le bestie, perchè lui l'aveva sposata? Le bestie erano la sua vita. Lui Jamal, figlio unico, non poteva in ogni caso dirsi infelice. Shiva aveva donato loro il necessario, una casa in città , lavoro a suo padre, non erano ricchi, non erano malfamati, una comune famiglia indiana, debiti? Oramai quasi tutti dissipati. Non era infelice...eppure... strappò bruscamente una margherita che attecchiva sul duro della roccia....veniva lì ogni giorno con Inij , l'altopiano era la sua vera casa, le bestie e la giungla. Quell'odore pungente stava diventando insopportabile, il ragazzino si alzò in piedi, non si voltò, cauto scese sino a valle e raccolse delle foglie di cardamomo strofinandosele sul collo, respirò...meglio.

"Che stai facendo Jamal?!" Inij gli saltò addosso, il ragazzo trasalì, mai farsi distrarre Jamal! Diceva suo padre a caccia, a 7 anni poté imbracciare un fucile. Non l'aveva sentito arrivare. "Da dove sei sbucato!" Jamal se lo scrollò di dosso...pulce. Inij era soprannominato la Pulce, nonostante avesse un anno in più era minuscolo, gli occhi color nocciola e già stempiato. Aveva preso la malaria quand'era piccolo. Brutta storia.

"Ho risalito il ruscello..." prese ad esaminare la pianta di cardamomo,

"Questa è anche peggio!" osservò disgustato, il vento umido spirò più forte. Jamal adorava invece l'odore della spezia. Zafferano quasi, si. Spezia pregiata, qui nella sua terra.

"Non ti ho sentito" Jamal chiuse gli occhi, qui lo scrosciare del ruscello era più forte, alzò lo sguardo,

"Il maestro Nijad lo dice sempre, La Roccia può vedere ma non sentire..." Inij sradicò la piccola pianta, "Ma che fai! Idiota!" si rotolarono per qualche metro, poi si scrollarono la polvere di dosso, la Pulce le prendeva sempre, troppo debole. In ogni caso Jamal era distratto. Inij osservò che era più distratto del solito, la loro insegnante Mrs Campbell, anglo-indiana, lo diceva sempre, se ne lamentava in continuazione. Vostro figlio è tra le nuvole, in un modo tutto suo, accennava ai genitori. Era vero pensò Inij.

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