IX - Tonneau

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Il profumo deciso delle ardesie posizionate lungo i margini del bancone, minuscoli petali bianchi che si affiancavano l'uno a l'altro senza tener conto della simmetria o dell'ordine, si propagava nello spazio esagonale del negozio. Nonostante la denominazione alquanto fascinosa l' ardesia humilis era tutt'altro che una piantina debole, almeno l'olfatto di Yoko Imaji le suggeriva tale constatazione. Di certo era una specie sobria e poco vistosa, delicata, il profumo però era di una tale intensità da fare invidia a qualunque altro fiore. I piccoli petali bianchi e lattiginosi furono scossi da un lieve fruscio di vento, era Kira , compagna di vita ormai , a sancire l'apertura del negozio, turno pomeridiano da ora di pranzo sino a sera. La flessuosa figura che aveva spalancato i battenti permise all'umile ma decisa ardesia di amplificare quell'odore raffinato. I capelli neri di Kira ondeggiavano raccolti in una treccia chilometrica a destra e a sinistra, la curvatura delle sopracciglia le incorniciava il viso e i profondi occhi marroni scrutavano attenti che fosse tutto in ordine. Uno dei petali poco saldo al bancone fluttuò sino alla sua camicetta olivastra e si inserì tra uno dei bottoni e la stoffa; un movimento fulmineo e il petalo passò dalla camicia al jeans e poi agli stivali verniciati e poi al pavimento immacolato del locale. Il parquet di legno scuro rifletté la macchia bianca e odorosa sino al soffitto, Yoko accorse per raccogliere il petalo e Kira le posò una mano sulla testa inclinata verso il basso per controllare che il petalo fosse tutto intero. La risata stridula di Kira si mescolò al profumo di ardesia e circumnavigò insieme ad esso la stanza. Yoko ancora in ginocchio col petalo tra le dita paffute alzò gli occhi e contemplò la donna che la sovrastava, una scarica elettrica saettò nei loro occhi. Il petalo corrucciato trovò posto sul bancone e il resto dei fiori sembrò accoglierlo facendo spazio nonostante il bordo del mobile fosse stracolmo. Stesso legno scuro e lucido che evidenziava la luce dell'ardesia. Il centro restava occupato da oggetti inanimati, penne e scartoffie, ordini, commissioni e bollette, e il minuscolo portatile per le prenotazioni, e il calendario di Haui Firoshima ancora incartato, e la penna salterina di Yoko con un orribile clown sulla punta che oscillava nervosamente. Ma i petali servivano ad evitare che almeno da 2 metri di distanza i clienti vedessero quel disordine. Kira suggeriva da sempre di riordinare ma a Yoko, alla superstiziosa Yoko non era consentito cambiare qualcosa che non poteva essere altrimenti che in tal modo...Eh?... Kira non capiva. Il primo giorno che avevano acquistato in comune il negozio Yoko aveva riversato l'inimmaginabile su quel bancone come se fosse un buco nero pronto ad accogliere ogni cosa e la giornata era stata perfetta, gli affari ottimi, tra loro perfetto, la vita una primula. Nulla doveva cambiare, e il passare degli anni lo aveva confermato. Il resto del negozio d'altro canto era immacolato, il pavimento lavato rigorosamente da Yoko tutte le mattine e il terriccio dei vasi sistemato tutte le mattine da Yoko e l'acqua necessaria, e la carta stagnola dai mille colori per i bouquet , e il numero del fattorino pronto , e le paillette e i fili argentati e dorati e i nastri e i fiocchi e le erbe selvatiche da decorazione e i vasi da esporre e le stoffe di lino che alcuni clienti richiedevano e le composizioni che dovevano mutare obbligatoriamente ogni giorno, lei si occupava di tutto, dalle sei del mattino sino alle 9 30, orario di apertura. Solo il lunedì la mattina riposava poiché avevano stabilito che si lavorasse dalle 13 sino alle 20 30. Kira arrivava sempre puntuale , mai in anticipo, cosicché la piccola e paffuta Yoko aveva già predisposto ogni cosa. E anche oggi. Adagiò il giubbinetto di pelle marrone sull'attaccapanni vicino alla porta e sistemò la borsetta sul piccolo sgabello in fondo alla stanza, Yoko osservava la scena da dietro al bancone con i fiori e i petali di ardesia che restavano immobili ora. Sembrava che anche i garofani rosso ciliegia sui lunghi tavoli a destra , nei vasi verde pastello ondulassero le teste seguendo la ragazza, un colibrì che svolazzava da un fiore all'altro, da una parte all'altra della stanza, e anche le dalie color ciclamino maestose sulla sinistra ,accoccolate a gruppi di 6 in grossi vasi sul parquet, l'ammiravano e ovunque andasse una pianta o un fiore offuscava per un momento il capo corvino o la mano bianchissima, o gli occhi marroni, e quando riappariva portava con sé il profumo del fiore accanto a cui era passata. Yoko e i garofani e le dalie e tutta la flora presente nel negozio si ricomposero quando si accorsero che Kira stava cambiando posizione ai girasoli. La donna paffuta si avvicinò alla ragazza e aprì un varco tra i girasoli che le coprivano il volto, a Yoko non piaceva che cambiasse il posizionamento dei fiori, la guardò un po' accigliata. Gesticolando e modulando la voce leggera cominciò ad elencare le canoniche posizioni delle sue creature, le ardesie sul bancone per illuminare la stanza, le orchidee appese accanto alle saponarie , pendoli oscillanti dal soffitto per creare ombreggiature violette e bianche, colori rilassanti e sugli altri quattro tavoli i fuochi d'artificio, i tulipani e le peonie, i ciclamini, le rose , i narcisi , le magnolie, il fiori di loto,i ciclamini e le campanule, e dunque rosso e viola, rosa, blu e giallo e viola e bianco e arancione e ancora viola e il verde delle foglie e degli steli a completare la sinfonia. I girasoli con le calle e le dalie negli angoli e ai lati, alti ,solenni, una recinzione protetta, un giardino completo, ecco cosa doveva percepire chiunque entrasse nell' "Eden" il loro paradiso terrestre, ecco cosa voleva percepire Yoko. Kira borbottò affettuosamente , le accarezzò la guancia scostandole una ciocca rossiccia dalla bocca. Yoko aveva cambiato colore di capelli almeno una dozzina di volte da quando la conosceva, e quest'anno era passata al rosso fuoco, era una ragazza robusta e bassina, dagli occhi leggermente rotondeggianti e color nocciola, come Kira aveva 26 anni ed era venuta a Kyoto dalla Mongolia. Pertanto fece scivolare i girasoli nelle sue mani e svolazzando col il vestitino arancione riportò i fiori al loro posto. Avevano frequentato entrambe tre corsi di giurisprudenza dopo il diploma , tuttavia i profitti erano stati bassi sin dal primo esame, entrambe avevano deciso di lasciar perdere gli studi, entrambe frequentavano la stessa aula ma tra 500 studenti non si erano mai viste davvero, entrambe si erano recate quella mattina nel piccolo locale a Jakashi street messo in vendita da un vecchio foruncoloso che vendeva fumetti , perché non acquistarlo al 50% con lei? Pensò Kira. E perché non acquistarlo al 50 % con lei? pensò Yoko. La decisione fu presa appena le loro vite si incrociarono , così, all'improvviso, ed era folle affermava la gente del quartiere, che impresa avrebbero avviato? E così all'improvviso entrambe scoprirono di avere una passione insana per i fiori e per il giardinaggio, e perché no? Non vi erano altri negozi di fiori nel raggio di 2 chilometri, e poi la madre di Yoko aveva fatto la fioraia per 5 anni, e poi Yoko decise di frequentare un corso di botanica, e Kira pronta a seguirla a ruota, bisognava sapere tutto, e altro che giurisprudenza! Adoravano quel sapere e lo assimilavano come spugne, anche i complessi e strambi nomignoli in latino! Tutto perfetto e semplice per loro! E l'idea folle presto agli occhi di tutti si configurò come geniale e fiori e fiori provenienti da tutto il Giappone, dagli altipiani Cinesi, e poi dalle isole, ma sopratutto dall'Italia e dall'Europa, Kira aveva un cugino ad Amsterdam e sua madre aveva origini italiane! Quante opportunità e favori concessi! E tutto sempre redditizio e sapientemente gestito dalle giovani. Due perfette colleghe che presto divennero compagne per la vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2020 ⏰

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