Saltarello - VIII

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"Era una torrida mattinata estiva..."

"Torrida? Non mi piace questa parola"

"Era...una caldissima mattinata estiva, i piccoli canguri della valle giocavano tra le sterpaglie rinsecchite e mamma canguro vigilava attenta, i piccoli potevano cacciarsi nei guai, potevano incontrare una grossa anaconda e..."

"Ma non ci sono gli anaconda in Australia!"

"Era...una caldissima mattinata estiva, i piccoli canguri della valle giocavano tra le sterpaglie risecchite e mamma canguro vigilava attenta, i piccoli potevano cacciarsi nei guai, potevano incontrare un pericolosissimo serpente a sonagli! Infatti i cuccioli non avevano mai messo piede fuori dal marsu..."

"No dai una vipera cornuta! E mamma come fanno i due canguri a entrare entrambi nel marsupio?"

"Era...una caldissima mattinata estiva, i piccoli canguri della valle giocavano tra le sterpaglie risecchite e mamma canguro vigilava attenta, i piccoli potevano cacciarsi nei guai, potevano incontrare una pericolosissima vipera cornuta! Infatti i cuccioli non avevano mai messo piede fuori dalla loro tana segreta, ed ora fantasticavano fingendo che i due rametti fossero spade e"

"Ma ma ma, non dici come sono fatte le tane dei canguri?"

"Era una caldissima matt..."

"Ora basta!" il giovane Tommy Hides lanciò il cappello da cowboy dritto in faccia a Henry provocandone l'istantanea collera. Renè avvicinò il piccolo appollaiato su una roccia farraginosa, rosso argilla, prese le soffici manine tra le sue e gli disse di stare tranquillo, la storia l'avrebbe raccontata a lui solo ,quella sera, e quel cattivone di Tommy non li avrebbe più interrotti. Henry fece scintillare gli occhietti verde-arancio si sollevò in piedi, trionfante, e fece una linguaccia al fratello, afferrò un pezzetto di legno e traballò sul portico della casa, zac zac, parava colpi invisibili con i canguri invisibili, zac zac , chi è il Re canguro ora? Io! La madre sorrise a Tommy, seduto in bilico sulla staccionata ad alcuni metri da loro. Il bimbo-canguro si stancò subito sotto il sole cocente delle 9, lanciò sconfitto il bastoncino al di là del portico e si fiondò dentro casa assetato. "Dai Tommy, ha solo 4 anni..." gli disse sua madre avanzando e calpestando i sassolini polverosi, "Anche tu però, ricominciare sempre da capo, è snervante!" la faccia abbronzata del figlio fu modellata da un sorriso compiaciuto. La mamma gli arruffò i capelli provocando quelle solite lamentele che tutti i bambini, siano piccoli o cresciuti innescano per illudersi di non aver bisogno di attenzioni. Renè pensò a quanto fosse cambiato il suo pulcino. Aveva 12 anni ormai, e lei li avvertiva tutti, ad ogni compleanno il giovanotto spostava il proprio centro di gravità sempre più lontano da lei, da suo marito, dal fratellino, dalla polverosa landa Australiana. Suo marito lavorava a Sindney, in un centro oculistico, grazie a lui ogni estate potevano godere del calmo e torrido panorama australiano, fuori città, nella loro villetta a confine col deserto. Renè si rammaricava a volte, anzi spesso, di non aver proseguito gli studi, anche lei avrebbe potuto lavorare giù in città. Però adorava fare la mamma a tempo pieno. Tommy non le somigliava molto a differenza di Henry, e non somigliava neppure a suo padre, soltanto quegli occhi verdi, marchio di fabbrica. Quand'era piccolo zia Bezzie lo prendeva sempre in giro, << Sei nato da un cavolo!>> diceva, e i grandi occhioni verdi di Tommy , verde cavolo, la fissavano straniti. "Vado da Joe" annunciò suo figlio scavalcando la staccionata,

"Tommy aspetta, sai che Joe non mi piace..." lo guardò irritata, quel ragazzo era troppo grande per frequentare suo figlio, insomma aveva 17 anni, Fred doveva intervenire, ah ma non era mai lì durante il giorno, non può accelerare le cose! Già il tempo vola via, e quel Joe gli metterà in testa strane idee. Non deve portarmelo via.

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