4. ANGELS

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Fu come risvegliarsi da un sogno, uno di quelli belli che non vivevo spesso durante le mie notti, la voce di alessia mi svegliò del tutto :"Zoe?" Mi scuoteva con una mano sulla mia spalla.
"Ale..."non riuscivo a crederci ma era proprio un sorriso quello che stavo facendo.
"Zoe, cosa è successo? Sono circa 5 minuti che non dici nulla e guardi quell'iscrizione!" Si agita davanti a me.
Ero così rilassata mentre spigai quello che era appena successo alla mia migliore amica, non credevo fossero passati 5 minuti durante questo incontro che non sapevo se classificare come qualcosa di reale o frutto della mia mente contorta, a me erano sembrati solo istanti. "..e così adesso mi sento leggera,quasi felice e beata"
La ragazza davanti a me era incredula, e potevo percepire i suoi pensieri che oscillavano dal credermi o meno.
"Devi credermi, io l'ho visto"
"Zoe.. È difficile credere a tutto questo visto che io ero proprio qui e non ho visto nulla, ma sto cercando di farlo." Sospirò.
"Andiamo via, non riesco più ad essere razionale qui" mi alzai dalla posizione che avevo mantenuto fino ad allora, ovvero inginocchiata davanti alla tomba di mio padre. E uscimmo dal cimitero.

"Sai, credo che quell'angelo, se posso chiamarlo così,sia collegato a mio padre. Te l'ho detto che mi ha chiamato 'piccola' no? Certo quello che ho visto non era mio papà, ma non so come dirti...era come se fosse lui in un altro copro" mi misi una mano in fronte "mi sento così tremendamente fuori di testa"
Alessia, che stava guidando e il suo sguardo era vigile sulla strada, mi rispose "se fossi stata una persona qualunque avrei pensato che tu sia affetta da un problema mentale, ma ti conosco e poi ho visto anche io il ragazzo nero al bar, non sei pazza, ciò che sta succedendo lo è" sorrise mentre ancora guardava la strada.
Non potevo volere altro che lei in questa situazione. Ero felice di avergli detto quello che stava succedendo.
"Aspetta aspetta aspetta" alessia mi guardò con aria interrogativa
"Cosa c'è?"
"Il tizio vestito di nero non l'ho più visto, ed è arrivato questo tizio bianco ora"
"Bella notizia no?" Mi guardò perplessa
"Be si, ma no... Cioè io voglio sapere chi diavolo è, o meglio, che diavolo è!"
"Oh andiamo Zoe, se non ti rompe più le palle è meglio no? È stato rimpiazzato da una sorte di angelo stupendo, non credo sia tanto male"
"Si, forse hai ragione.." Mi faccio convinta.
Scesa dall'auto della mia amica entrai in casa salutandola con un sorriso e un "a domani".
Nonna era seduta sul divano a guardare la sua telenovelas, non feci altro che sedermi accanto a lei in silenzio.
"Allora sei andata?" Mi guardò da dietro i Suoi spesso occhiali da vista.
"Si si, è stato un bene" sorrisi debolmente.
"Oh mi fa piacere, cosa ti ha reso così serena?"
"Oh non so, sento il papà più vicino di quanto pensavo fosse possibile"
La nonna allargò un sorriso :"l'ho detto io che la fede in Dio guarisce le ferite" la sua grande fede aveva sempre avuto un' influenza nella mia vita, mi faceva fare le preghiere insieme a lei, mi portava a messa con lei alla domenica.
Sorrisi in risposta. Anche se non credevo fosse stata la mia fede in dio a rendermi di buon umore cercai di credere alle sue parole e essere grata alla nonna per tutto quello che mi aveva insegnato negli anni, perché devo essere sincera, le preghiere e tutto il resto da piccola mi aiutarono a "superare" il trauma che avevo vissuto.
L'unica cosa di cui mi importava adesso però era di rivedere il ragazzo vestito di bianco, avevo bisogno di risposte, e volevo che queste mi venissero date da lui. In quel che modo ero convinta che sia l'essere tetro che quello vestito di bianco fossero collegati, provenissero dallo stesso tipo di mondo.

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"Ok mamma, ci vediamo domani. Un bacio"
La telefonata con mia madre si conclude qualche momento prima che la nonna mi chiamasse per cena. Ero grata alla nonna di essersi sacrificata a restare a casa mia per dormire la scorsa notte e anche questa per farmi compagnia, anche se ero decisamente più tranquilla da quando il ragazzo bianco mi era apparso. sentivo comunque che l'altro essere non avrebbe tardato a tornare per torturarmi.
Un dilemma che mi stavo proponendo da quando ero tornata dal cimitero era il motivo per il quale Alessia riuscisse a vedere l'essere nero e non quello bianco. Forse anche lui aveva il potere di non essere visibile a nessuno all'infuori di me ma non lo stava usando.
La cena mi sembrò quasi inesistente visto che ero immersa nei miei pensieri, non so nemmeno come fossi riuscita ad avere una conversazione sensata con la nonna visto che non l'avevo ascoltata nemmeno per un secondo.

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